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Buongiorno a tutti,
vorrei la vostra opinione in merito al diffondersi, anche in Italia, della volontà di certificare e conseguentemente di rendere il fumetto un oggetto da collezione non più fruibile alla lettura, i cosiddetti CGC. Implica ovviamente l'acquisto di un secondo albo per la lettura. Altra cosa da considerare, non vengono certificati albi con il blister, vengono eventualmente aperti e poi certificato lo stato di conservazione. Se poi viene apposta una firma di un autore in presenza di enti certificati avrebbero un certificazione apposita che li renderebbero più appetibili al mercato.

Boh, io i fumetti li compro per leggerli; può essere certificato quanto vuoi, ma non ne comprerei mai uno che non si può aprire!
Inoltre, non mi interessa il valore di mercato, perché difficilmente li rivendo; certo, può capitare, magari qualche "extra" o qualche "gold" che ho comprato quasi inutilmente, ma non è MAI concepito come un investimento!

Quindi, la mia opinione è, sostanzialmente, 'sti cazzi! 

Mai e poi mai! come per le figurine dei calciatori: una di giaccherini vale come una di ronaldo, all'interno dell'album sono tutte uguali!
la certificazione vale solo per i diamanti in blister, e anche su questi in passato sono sbucati casi eclatanti di certificazione false e speculazioni di banche che hanno venduto diamanti con certificazione falsa ai clienti! figuriamoci per figurine o fumetti!

Quoto e condivido in pieno quello che hanno scritto i due utenti prima di me, ma in particolar modo mi sento di quotare due frasi che mi trovano estremamente concorde...

'sti cazzi! 

una di giaccherini vale come una di ronaldo

Non sono un collezionista e ricorrerei a certificare le condizioni di un albo solo per farci un guadagno.
Ovviamente va certificato ciò che ha o potrebbe avere in futuro in consistente valore economico. Nel caso Disney penso ai primi numeri di alcune collane, le variant del settimanale o numeri traguardo.

li renderebbero più appetibili al mercato.

E' qui il punto: stiamo parlando di due mercati diversi, tangenti solo per alcuni aspetti del prodotto, ma diversi per pubblico, prezzi, punti vendita... tutto.

Non appartengo al mercato dei collezionisti "sottovuoto", e non mi interessa, non solo per un discorso di costi, ma perché sarebbe come possedere quote societarie di un investimento (quindi un bene infungibile in ambiti diversi da quello per il quale è stato prodotto) ad alto rischio, in quanto di bacino ristretto agli appartenenti ad un target oggettivamente piccolo, creato per certi versi ad hoc al fine di sostenere il prodotto e molto simile ad una bolla destinata a scoppiare (o a degradare) quando ci sarà un'onda di disinvestimenti da questo tipo di bene.
Ergo potrebbe portare vantaggi a breve a chi vende, ma a rischi molto alti nel medio-lungo per chi spera di farci investimenti, salvo pochissimi casi particolari.

  - Paolo

L'appetibilità non era riferita al valore economico. Non parlo di investimento, totalmente d'accordo sul fatto che quello che ha valore oggi 100 domani potrebbe valere 1. Vedi la fine, se non sbaglio, che hanno fatto i francobolli.
E' indubbio, per quanto di nicchia, che c'è una fetta di collezionisti che ambiscono alla collezione splendida se non perfetta. Sono quelli che nell'arco degli anni passati cercavano il fumetto a maggiore stato di conservazione per " migliorare" la propria collezione. Ora il cgc ti da modo di avere certificato quello che cerchi scegliendo quanto lo vuoi perfetto.

E' indubbio, per quanto di nicchia, che c'è una fetta di collezionisti che ambiscono alla collezione splendida se non perfetta. Sono quelli che nell'arco degli anni passati cercavano il fumetto a maggiore stato di conservazione per " migliorare" la propria collezione. Ora il gcg ti da modo di avere certificato quello che cerchi scegliendo quanto lo vuoi perfetto.

Verissimo, ma quanti sono/saranno questi collezionisti? Che poi bisogna vedere cosa collezionano: "qualunque" fumetto purché raro? Batman, Topolino, L'avventuroso.. tutto fa brodo purché certificato in splendide condizioni? Oppure va ulteriormente spezzettato il mercato-target in base alle preferenze dei gruppetti?

La collezione di un prodotto (originariamente) povero come il fumetto radica le sue sfide collezionistiche proprio nel fatto che si sia alla ricerca di un prodotto di poco conto, non sempre conservato all'atto dell'acquisto, ma cercato, trovato, vissuto, ecc.

Per questo mi viene da ridere quando vendo in vendita direttamente dall'editore "Numero speciale da Collezione"... ma de che?

(e consentitemi un "rant" da vecchiaccio, ma tempo fa non esisteva nemmeno la definizione "da magazzino", nun staremo a esaggera' un pochetto?  )

  - Paolo

non sono d'accordo !! si sbaglia il punto di vista, io colleziono Marvel fino al 95 e Disney, posseggo circa 40 CGC Marvel, molti dei quali firmati, ma non li considero un investimento !!! perchè vedere sempre tutto sotto un'ottica di costo/guadagno ????? io li ho e non li venderò mai, mi piace l'idea di avere in collezione pezzi (doppioni chiaramente o posseduti in altra edizione) graduati, alcuni dei quali appesi e godere del piacere di guardarli quando passo, come una commission Disney, non ragioniamo, ripeto, sempre nell'ottica costo/guadagno

non sono d'accordo !! si sbaglia il punto di vista, io colleziono Marvel fino al 95 e Disney, posseggo circa 40 CGC Marvel, molti dei quali firmati, ma non li considero un investimento !!! perchè vedere sempre tutto sotto un'ottica di costo/guadagno ????? io li ho e non li venderò mai, mi piace l'idea di avere in collezione pezzi (doppioni chiaramente o posseduti in altra edizione) graduati, alcuni dei quali appesi e godere del piacere di guardarli quando passo, come una commission Disney, non ragioniamo, ripeto, sempre nell'ottica costo/guadagno

Il fatto che si abbia la certezza dello stato di conservazione soddisfa e facilita un'eventuale rivendita futura, inoltre permette dal punto di vista "collezionistico" (inteso come possesso dell'oggetto) di definire esattamente lo standard che vorremmo dal punto di vista qualitativo della nostra collezione.
Ritengo che il CGC sia da considerare per queste due affermazioni un qualcosa di positivo. C'è stata un'evoluzione su una nicchia di mercato (la ricerca del pezzo "più bello") sempre esistita dove l'opinione era confutabile dalla soggettività.

Riuppo questo thread solo per dire che oltre alla CGC è nata, in Italia, la ECG (European Grading Company). Al momento si occupano di fumetti solo nel formato comics americani (anche in italiano ovviamente) ma non escludono in futuro di ampliarsi anche al formato topolino libretto (risposta ad una mia domanda diretta in tal senso).

Ne approfitto per condividere quanto detto dai due utenti sopra di me, personalmente non farei gradare fumetti per specularci, ma per il piacere di avere una copia che si preserverà nel tempo intonsa, una sorta di tributo ad una serie di fumetti o ad un numero che ha significato qualcosa per me.
Pensavo ad esempio di far gradare il numero 0 di venom, primo acquisto di un fumetto "vintage" in assoluto nella mia vita che adesso giace in libreria al pari di qualsiasi altro, oppure acquistare una copia del numero 0 di PKNA, serie che ho sempre considerato forse la più bella in assoluto in mio possesso e che da piccolo ho sempre desiderato ma ho recuperato solo da adulto... oppure, quando apriranno il servizio ai topolino libretto, far gradare tutte le variant, magari inseguendo prima i relativi autori per farle firmare.
Il grading secondo me non è solo speculazione, ma anche un modo per omaggiare il fumetto.
Poi probabilmente dico sciocchezze.

Ciò che invece NON condivido assolutamente è sparare una cifra 10 volte più alta della media solo perché il fumetto è gradato con voto alto. Ho notato online copie intonse di alcune variant di topolino a tipo 30 euro e altre, nelle stesse identiche condizioni ma gradate CGC, a 300 euro... quando è evidente che lo stesso voto verrebbe ottenuto anche da quelle non ancora gradate.
Personalmente se dovessi davvero gradare un fumetto e un domani rivenderlo, lo rivenderei al valore effettivo che ha in quel momento, aggiungendo al massimo una ventina di euro per rientrare parzialmente dei costi del grading ma non di più. IMHO