"Pippo cervello del secolo" è una delle storie più misteriose, ricche di fascino e ambigue della coppia Walsh-Gottfredson, e io personalmente la reputo l'ultimo, grande capolavoro dell'epopea delle strisce quotidiane di Topolino. Viene approfondita la psicologia di Pippo, rivelando che, dietro la sua ingenuità e candore, si cela un'insospettabile genialità. Insospettabile per i personaggi, ma non per il lettore: infatti, Pippo non è solo un sempliciotto, ma il suo "pensiero relativo" rivela un'eccezionale profondità e una visione del mondo tutta personale, talmente radicata nel suo essere da divenire una vera e propria filosofia, costituente imprescindibile del personaggio. Senza di essa Pippo non può esistere, come viene infatti mostrato in questa storia, dove la presa di sopravvento della sua componente più razionale( la genialità insita nel suo essere più profondo) determina un conflitto di coscienza e di identità, portando alla creazione del dottor X, che è Pippo ma allo stesso tempo non lo è, difettando di quella "logica della follia" che è la sua componente principale, a cui noi siamo più affezionati. Alla fine la personalità-Pippo non potrà che prevalere. La genialità di X è destinata ad andare perduta, e in cambio rimarranno il suo candore e innocenza: qualità forse più necessarie, nel moderno mondo freddo e calcolatore, di qualsiasi mirabolante invenzione.