Recensione I Grandi maestri Disney n. 1 - Romano ScarpaCopertina inedita, non particolarmente ricca, di Casty
All’approssimarsi del settantesimo anniversario del suo debutto disneyano, la Panini Comics lancia in fumetteria e in libreria un elegante volume cartonato dedicato al leggendario cartoonist veneziano
Romano Scarpa, da sempre riconosciuto come uno dei più grandi autori Disney di tutti i tempi.
La pubblicazione inaugura una nuova collana (teoricamente di periodicità bimestrale) denominata “Grandi Maestri”, proposta all’oneroso prezzo di 29€ e per 298 pagine a volume.
Fin dall’annuncio della sua uscita,
questa nuova iniziativa editoriale ha destato non poche perplessità nel vasto pubblico degli appassionati. Il prezzo richiesto, infatti, è piuttosto importante e le storie più significative di Scarpa sono giá state riproposte in numerose ristampe alla portata di tutte le tasche. Di conseguenza, di fronte a una richiesta economica non indifferente,
una giustificazione adeguata poteva essere rappresentata da una cura editoriale fuori dal comune, oppure dalla presenza di contenuti rari o inediti. Tutto ciò, che chi scrive auspicava fortemente, non si è purtroppo avverato. Ma andiamo con ordine.
La copertina proposta è opera di Casty ed è dedicata alla famosa storia
Topolino e la collana Chirikawa, riproposta all’interno del volume. Lasciare l’onore della copertina all’”erede artistico” del grande Scarpa è stata sicuramente una scelta azzeccata e infatti il disegno proposto rappresenta un gradevole, seppur minimale, tributo al capolavoro del grande Maestro. Ad inaugurare i contenuti è l’unico inedito presentato nel volume.
Quello che su Anteprima era stato pubblicizzato come “un inedito omaggio artistico”, sempre ad opera di Casty, è in realtà un semplice disegno ispirato ad un’altra grande storia proposta in questa sede, ovvero
Topolino e l’unghia di Kalì. Bellissimo disegno, certo, ma data la rilevanza che gli era stata data nell’annuncio, forse
sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più, magari una breve storia inedita oppure un piccolo portfolio. Il fatto che l’inedito si limiti a questo fa storcere il naso e lascia con l’amaro in bocca. È sempre Casty ad occuparsi della prefazione, che non fa altro che ripetere quanto aveva già affermato in precedenti interviste e non aggiunge quindi dettagli curiosi o poco conosciuti.
Ci sembra, purtroppo, che il nome di Casty, molto amato dagli appassionati disneyani, sia stato utilizzato per dare più rilevanza ad un volume che, altrimenti, per chi possiede già buone conoscenze relative a questo mondo, sarebbe stato tranquillamente trascurabile. Il disegno inedito che Casty dedica all’unghia di Kalì, una delle storie proposte nel volume e che è stata di enorme importanza per la sua formazione artistica.
L’apparato redazionale è firmato da Alessandro Mercatelli e si apre con un’introduzione di cinque pagine, piacevole e competente, ma che ha lo stesso “difetto” della prefazione di Casty: non aggiunge nulla che un appassionato di Scarpa già non conosca,
rivolgendosi quindi a un pubblico più generalista rispetto alla platea degli appassionati. Lo stesso vale per l’
approccio scelto nella selezione delle storie, molto equilibrato/generalista: tre storie con protagonisti i personaggi dell’universo di Paperopoli e le altre tre con protagonisti i personaggi dell’universo di Topolinia; tre storie appartengono al “periodo d’oro” della produzione del Maestro di Cannaregio, mentre le altre tre risalgono ad una fase più tarda della sua carriera.
Tutte le storie sono introdotte da un articolo di una sola pagina, sempre ben scritto ma che, anche qui, non fa altro che riproporre informazioni di base.
Ad inaugurare la selezione delle storie è proprio il primo lavoro che Scarpa propone all’allora direttore di Topolino Mario Gentilini come autore completo, ovvero la mitica
Paperino e i gamberi in salmì, pubblicata per la prima volta su Topolino Libretto nel 1956.
Si tratta, oggettivamente, di una pietra miliare della produzione scarpiana ed è una storia che, anche all’ennesima rilettura, regala sempre un momento di spensieratezza e di sano svago. Tuttavia,
il lettering qui riportato non rispetta quello originale. Tale difetto, in un volume così costoso e che si propone come un prodotto “di nicchia”, e che quindi dovrebbe essere filologicamente il più preciso possibile, non può non essere tenuto in considerazione.
Si prosegue con i due gialli di Topolino sopracitati, ovvero
Topolino e l’unghia di Kalì e
Topolino e la collana Chirikawa.
La seconda vignetta dei Gamberi in salmì, riproposta purtroppo con il nuovo lettering, non fedele a quello originale.
Si tratta di due grandi capolavori del Fumetto Italiano, validi esempi della grandezza di Scarpa e che, nell’ottica di rappresentare la sua produzione, costituiscono sicuramente scelte azzeccate.
Si arriva al giro di boa con l’inaugurazione della seconda sezione, quella dedicata alla produzione più “tarda”. La riproposizione di
Zio Paperone e l’energia elettrittica non ci lascia pienamente soddisfatti. Si tratta sicuramente di un’avventura gradevole che dimostra come Scarpa sia in grado di attualizzare la sua produzione fumettistica e di ricercare spassose soluzioni a un problema molto serio che affliggeva l’Italia del tempo, ovvero quello della crisi energetica. Tuttavia,
a parere di chi scrive, nella produzione scarpiana è comunque un’opera “minore” e toglie il posto a molte altre perle semisconosciute. Il trend si risolleva con la successiva
Topolino e il “pippo-lupo”, storia d’esordio di Plottigat e sicuramente uno dei migliori lavori proposti dal Maestro negli anni ‘70.
Infine, si chiude con un’altra scelta discutibile, ovvero
Venezia e i tesori De’ Paperoni, avventura in due puntate risalente al 1985 (purtroppo, anche questa proposta con il nuovo lettering). Capiamo la volontà di inserire una storia ambientata nell’amata città natale del Maestro, ma, in quest’ottica, avremmo visto molto meglio
Topolino e il ferro d’oro. L’avventura ivi proposta scorre piacevolmente, ma non lascia particolari ricordi e non brilla certo nel novero della produzione scarpiana.
Nella celebre storia della Collana Chirikawa, Scarpa fruisce di un tratto particolarmente cinematografico e dagli echi hitckhochiani, risultato della sua esperienza nell’ambito dell’animazione
Tirando le somme,
possiamo constatare come purtroppo questo volume non sia pienamente riuscito. Riguardo alla selezione delle storie, ognuno ne avrebbe una personale da proporre e quindi capiamo che il curatore abbia proposto ciò che riteneva più opportuno, ma
crediamo che le perplessità sull’apparato redazionale siano lecite. Come già spiegato, le informazioni proposte non aggiungono nulla di nuovo o di particolare e il contributo di Casty è stato decisamente poco rilevante. Data la richiesta economica di quasi 30 euro, sarebbe lecito aspettarsi qualcosa in più che ti faccia rendere soddisfatto di aver speso una cifra così importante per un volume.
Ci sembra, purtroppo, che l’inedito e la cartonatura siano solo un pretesto per aumentare il prezzo. Non riusciamo inoltre a capire quale sia il target di riferimento. L’appassionato scarpiano possiede già queste storie in molteplici edizioni e conosce a menadito le informazioni riportate nei redazionali e il neofita non è certo portato a spendere 29€ senza conoscere nulla dell’autore in questione. Nonostante le prime tre storie siano oggettivamente pietre miliari del Fumetto Italiano, il giudizio finale è quindi negativo.
Confidiamo che la passione e la competenza di Alessandro Mercatelli possano aiutare la testata “Grandi Maestri” a migliorare dopo un inizio privo di elementi veramente capaci di impressionare.
Voto del recensore:
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https://www.papersera.net/wp/2023/11/13/i-grandi-maestri-disney-n-1-romano-scarpa/La recensione e stata realizzata da Top de Tops, e non dal sottoscritto. C'e stato un disguido tecnico. Fa fede la pagina dell'edicola.
Scusate per l'errore,
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