Parte 3 di 5: Confezionamento & ContenutiCOSA CONTIENE IL VOLUME (1): L’ESTERNO. IL MESSAGGIO DI UN’UNICA SAGA COESA
Com’è fatto, concretamente, questo volume? Per cominciare, partiamo dalla sovracoperta, che riproduce la cover del numero Zero, “Evroniani”. Bei colori e bella consistenza al tatto, con l'evroniano e Paperinik in rilievo. Da notare una cosa: se sulla cover c'è il logo di PKNA, sulla costina c'è scritto solo "PK Omnibus" con il numero 1. Non "PKNA Omnibus", attenzione. È un dettaglio importante, perché vuol dire che la serie potrebbe proseguire anche con PK², storie di raccordo eventuali (penso ad esempio alle due storie artibaniche di DoubleDuck, che seminano elementi che torneranno importanti nelle storie pikappiche successive) e il PKNE nelle sue diverse fasi (Topo, Fuoriserie e di nuovo Topo). Immagino che, in tal caso, le copertine presenteranno i loghi delle due serie canoniche successive mentre sulla costina rimarrà la scritta "PK Omnibus" con il numero progressivo. Un modo per stabilire definitivamente che, aldilà dei cambiamenti di serie e formato, quella di PK è un'unica grande saga canonica.
Motivo per cui no, non troveremo "PK - Pikappa" alias Frittole, la "terza serie" che terza non è bensì è un reboot che oltretutto ha creato e tuttora crea grande confusione nei lettori. Idem per Universo PK e in generale per tutte le "apocrife" (tra le quali annovererei personalmente anche le tavole olandesi). Il tutto ammesso e non concesso che le vendite spingano la Panini a proseguire anche oltre PKNA. Qualcuno storcerà il naso per la mancanza di questi elseworlds, ma per quanto mi riguarda è una scelta giusta e necessaria per fare pulizia e chiarezza su cosa sia la saga di PK: un’unica grande storia “canon”, un racconto coerente, non una serie di versioni e interpretazioni alternative. Nulla vieta che dopo l'eventuale pubblicazione di tutta la saga non escano cofanetti o Omnibus ulteriori con chicche spurie e dedicati a Frittole e alle altre dimensioni parallele (che tra l'altro sono facilmente recuperabili in altri formati). Ma questo verrà casomai dopo la fine dell'eventuale pubblicazione del PKNE e di tutte le storie canoniche di PK sull'Omnibus: hanno la priorità.
Interessante anche il testo sulle alette della sovracoperta, che ribadisce l'importanza di Zio Paperone come motore involontario delle vicende della saga e che presenta in miniatura tutte le copertine delle storie presenti. Passiamo alla copertina rigida interna: uno sfondo nero col logo di PK, niente di che ma vabbè, non un grosso problema. Bello il risguardo, ossia la seconda di copertina unita alla prima pagina del volume (o l'ultima pagina del volume unita alla terza di copertina), con la riproposizione della suggestiva scena dell'incrociatore evroniano di "Ombre su Venere". Chissà se nei prossimi Omnibus sarà riproposta la stessa o se sarà sostituita da qualcos’altro.
COSA CONTIENE IL VOLUME (2): L’INTERNO. PK LIBRARY? UNA FANTAGRAPHICS TRAVESTITA DA OMNIBUS
Passiamo ora all’interno, ai contenuti veri e propri. Lo avevamo già accennato: questo è un finto Omnibus, in realtà è una Fantagraphics come quelle Panini/IDW (la Don Rosa Library, quelle su Barks, Taliaferro, Gottfredson), costruita su quella falsariga, quindi con storie precedute da analisi, tanti redazionali che analizzano l’opera, che è pure arricchita dai contributi degli autori stessi, dato che sono fortunatamente ancora viventi, con il loro commento storia per storia. Un’edizione critica in tutto e per tutto, cosa che finora avevano “meritato” solo i mostri sacri del fumetto Disney oltreoceano e a livello mondiale. Non male per un piccolo, fragile papero mascherato, eh?
Dopo il “mea culpa” bertaniano e il piano dell’opera con l’elenco dei contenuti, oltre al sommario con i credits degli autori delle storie, arrivano 8 pagine di introduzione. Se finora si utilizzava sempre la frase “Da Paperinik a PK”, in questo caso il titolo è “Da Paperino a PK” (sottotitolo “Storia di come un inguaribile scansafatiche divenne il paladino della Terra”). Perché sì, la risposta alla videoludica domanda “Chi è Pikappa?” è “Donald Fauntleroy Duck”. Quello vero, non una versione alternativa. Un modo per ribadire che PK è parte di un’evoluzione, di un processo.
Il lungo articolo parte dalla Gallinella Saggia, The Wise Little Hen, il corto animato delle Silly Symphony con la prima apparizione di Paperino, per poi raccontare l’evoluzione del personaggio, principalmente in ambito animato. Viene giustamente fatto notare che il lato eroico/avventuroso di Paperino era presente anche in Carl Barks, viene ricordata l’importanza per la lore della Saga di Don Rosa, tra i primi tentativi di introdurre una forma di continuity, poi viene narrata la genesi di Paperinik (di nuovo con Dorellik, Elisa Penna e blablabla)…e viene saggiamente citato il Fantomius di Marco Gervasio. Nel mio mondo ideale, un universo dove coesistono Fantomius nel passato e PK con Uno nel presente è semplicemente la normalità, una cosa così giusta e spontanea che vien da sé. Spero che prima o poi lo stesso Gervasio se ne renda conto. Ad ogni modo, dal Paperinik Vendicatore si passa al Paperinik eroico contro Spectrus e Inquinator, e infine a PK.
Allora, che dire su questa prima parte? Che è buona, ma forse Paccagnella si sofferma un po’ troppo sul Paperino animato: so che detto da me non è credibile una critica alle digressioni, ma magari – una volta fatto capire il concetto – avrei sintetizzato un po’ di più (di nuovo, parlo io che non sono sintetico affatto, ma un conto è qui e un altro è su un volume con un numero definito di pagine). Diciamo che forse c’è qualche riferimento di troppo al Topolino di Floyd Gottfredson (“Topolino sosia di Re Sorcio”? Seriously?) e il tutto a volte potrebbe risultare quasi un po’ pesante per un profano. Ma solo quasi, solo a volte, e solo un po’. Resta comunque una intro valida, ben scritta e necessaria.
Qualcuno potrebbe comprensibilmente obiettare che, nonostante l’ennesima citazione a Elisa Penna e Johnny Dorelli, non ci si soffermi troppo sui retroscena della nascita di PKNA in sé . Mi rendo conto che rispetto al Mito o in generale ad altri casi analoghi, questa serie di volumi ha scopi e obiettivi diversi, e da un lato concordo: non è pensata per limitarsi a celebrare il passato con il momento nostalgico da revival o grande reunion. Ma comunque, quella delle famose origini “carbonare” di PKNA, nato quasi di nascosto, senza che l’Accademia francese se ne accorgesse, per evitare censure eccetera eccetera, è una storia che è stata raccontata più volte e che ormai d’altronde conosciamo benissimo e in tutte le salse. Nei contributi successivi viene dato più spazio agli autori effettivi delle storie che alle “eminenze grigie” dietro le quinte, e gli approfondimenti sono più story-driven o story-oriented che legati all’ennesimo racconto della genesi pknaica o alla nostalgica evocazione di retroscena. Il che non vuol dire che non ci siano affatto.
Ciò nonostante, infatti, le basi ci sono: ecco quindi citato Ezio Sisto come uno dei fondamentali ideatori del progetto, e di cui vengono menzionati passi della sua introduzione sul primo numero di PK Il Mito (c’è anche un bel retroscena di Sisti che racconta come fu lui a suggerire al buon Alessandro di rendere Xadhoom femmina, da figura aliena maschile o asessuata che era prima); c’è uno spazietto anche per Simone Stenti, citato come coordinatore e come co-soggettista di Ombre su Venere…e viene citata la nascita dell’idea di PKNA, persino i gadget di “Paperinik Agente PK” dei primi anni ’90, le cover di “Paperinik e altri Supereroi” e il lavoro di Marco Ghiglione e Max Monteduro. Certo, mancano contributi nuovi di Cavaglione (ammesso che serva, o che voglia darli), Stenti (che immagino sarà presente nei prossimi numeri), Sisto (che per quanto ne so sta male al momento, ma che spero riesca comunque a dare un contributo nei futuri volumi e colgo l’occasione per fargli i miei personali migliori auguri: tieni duro, Ezio!) e Monteduro, che comunque non è detto che siano necessari. Manca anche il contributo di Francesco Artibani (è a tal punto in luna di fiele con PK da non voler lasciare contributi? Spero gli passi prima o poi) e di Alessandro Barbucci (che credo non sia in ottimi rapporti con la Disney da un bel po’).
So che c’è chi si aspettava un maggior riconoscimento per Monteduro, ma in realtà il suo ruolo di ispiratore del progetto per i colori delle copertine di Paperinik è citato eccome. Anzi, paradossalmente Monteduro è menzionato PIÙ su questo primo numero dell’Omnibus (sia nella lunga intro che nei credits) che in PK Il Mito, che nel primo volume addirittura parlava del suo lavoro sperimentale sulla cover di Evroniani…senza mai nominarlo, come se il suo nome fosse stato censurato! Quindi, aldilà delle varie polemiche e dei dubbi, il minimo sindacale c’è. Si può fare di più? Senz’altro, ma ci sarà occasione di approfondire nei prossimi numeri dell’Omnibus, immagino: anche solo se si fermasse con PKNA senza andare oltre, sarebbero comunque 7 volumi…
Molto ma MOLTO più interessante e scorrevole è la parte successiva, ossia l’apparato critico vero e proprio, quello che precede ogni singola storia. Si vede che è un lavoro appassionato e competente. Qui Paccagnella ritrova la vitalità, la frizzantezza, la brillantezza, l’umorismo, sia nei titoli dei paragrafi sia nel testo vero e proprio.
Ma andiamo con ordine: prima ci sono le cover originali a doppia tavola di PKNA, in questo caso forse un po’ rimpicciolite rispetto a quelle originali e con bordi bianchi un po’ più grandi. Ok che era per mettere la dida coi credits degli autori della cover (che poteva essere inserita nel sommario insieme al resto), però secondo me poteva rientrare tutto anche mantenendo le dimensioni esatte delle copertine. Che in ogni caso sono ben visibili e gradevoli.
Poi arrivano due pagine con il sopracitato apparato critico di Paccagnella, che contengono anche ogni intro/editoriale di PKNA (sì, la mitica prima pagina con quei testi spesso filosofico-deliranti, ve la ricordate?). C’è da dire che ci si sguercia un po’ a leggere le didascalie delle foto in queste pagine (come anche nelle 8 pagine di intro, del resto) e gli editoriali rimpiccioliti di PKNA: sono scritti davvero in piccolo, roba da perderci diverse diottrie. Ma vabbè. Attenzione: questi “dietro le quinte” sono prima di ogni storia, ma la spoilerano. Perciò, leggeteli solo se avete già letto PKNA, altrimenti leggete prima la storia che li segue e solo poi tornate alle pagine precedenti.
Infine, prima della storia vera e propria, c’è una terza pagina con contributi assolutamente nuovi, originali e inediti, le “PK Voices”, con gli autori della storia (solitamente lo sceneggiatore e il disegnatore, talvolta insieme e talvolta solo uno dei due) che ci raccontano qualcosa in più della storia che stiamo per leggere, contributi e commenti davvero graditi. Da notare che anche stavolta, in questo caso quando parla di PKNA 5, Alessandro Sisti ci accenna alle sue idee per una storia futura su Odin Eidolon, che noi sappiamo essere legata alla genesi di Eldos Eidolon. È da anni che Sisti ci fa venire l’acquolina in bocca e non vediamo l’ora che gli venga concesso di raccontarci questa vicenda!
Poi c’è la storia vera e propria. I bordi bianchi possono trarre in inganno, ma le dimensioni mi sembrano esattamente quelle degli albi originali di PKNA. E quando ci sono immagini a tutta pagina, o quando la tavola originale di PKNA non presentava bordi, tranquilli: i bordi scompaiono. Non li vedrete a guastarvi la scena dell’incrociatore evroniano, per dire.
Alla fine di ogni storia ci sono i PK Archives, che comprendono i vari PKFiles dei personaggi e i PKProjects, rubriche “in universe” che erano parte fondamentale della storia, che aggiungevano particolari e dettagli importanti per capirla e apprezzarla appieno. E finalmente sono state reintegrate dopo tanti anni in cui erano scomparse. Nessuna ristampa, né Giant né Mito, le aveva pubblicate (e neanche l’arcaico PK Reloaded le aveva ripubblicate del tutto). Insomma, gli albi di PKNA sono riprodotti in versione semi-anastatica.
È presente anche la nuova copertina della storia nella versione variant di PK Giant, e le terze di copertina con l’anticipazione del numero successivo. Immagino che se dovesse proseguire fino al PKNE avremo anche la ristampa delle cover variant delle successive ristampe. Alla fine di tutte le storie ci sono infine i poster umoristici di Stefano Intini, sempre da PK Giant, la cover della versione ricolorata di “Evroniani” del Super Deluxe (la versione ricolorata in sé invece si è deciso di non metterla, per mantenere la fedeltà ed evitare uno stacco troppo brusco con la colorazione del resto del volume, poi chissà, magari sarà aggiunta in seguito).
Infine, gli Archivi Ducklair, che già dal nome citano gli “Archivi Gottfredson” della fantagraphics dedicata alle strisce di Topolino. Si parla della PK Mail (ancora non con estratti, in futuro chissà), della Pkard e della PK Action Hero, del PK Team, delle Angus Fangus News, con pubblicità ed estratti delle rubriche e dei redazionali dell’epoca. Infine, alcune delle interviste tratte dal Mito di Davide Catenacci ad Alessandro Sisti, Alberto Lavoradori, Claudio Sciarrone, Stefano Intini, Francesco Artibani.
E nel finale c’è un dietro le quinte su “Ridi Topolino” e le parodie di Faraci, seguito da una di esse, appunto: “PB – Paper Bat Niù Adventures”. L’idea è quella di concludere ogni volume con una chicca, una sorpresa, una pillola di PK fuori da PK. Vedremo cosa ci sarà nei prossimi numeri (nel successivo dovrebbe esserci la roba del Disney MEGAzine, credo).
(continua...)