Credo sia sempre difficile scrivere dei finali all'altezza di una sceneggiatura lunga e accattivante ed è per questo che gli do una importanza relativa rispetto al giudizio finale di una storia. Considerando la complessità della trama e i collegamenti con altri soggetti minori, forse l'unico finale 'all'altezza' sarebbe stato quello che lasciava aperte varie ipotesi, diversi interrogativi (che comunque restano anche solo rispetto all'esistenza di questo Dottor Piuma che scombussola, di tanto in tanto, le esistenze di vari personaggi, sia topi che paperi).
Se invece il finale aveva lo scopo di chiudere, almeno in apparenza, tutte le situazioni che si erano create (a parte quella dell'assenza di Gambadilegno che è però collegata a Ducktopia che immagino tornerà quanto prima, solo per ridare visibilità al nemico di Topolino assente anche in altri soggetti) mi sembra ci sia riuscito abbastanza bene, tra colpi di scena magari un po' forzati e chiusura 'romantica' non del tutto scontata.
Ho la sensazione che questo esperimento 'multimediale' verrà ripetuto, organizzando meglio le sinergie tra i vari autori e disegnatori coinvolti anche se, essendo il tutto piuttosto complicato, solo un riscontro da parte dei lettori, sia di qualità attraverso i social che di quantità attraverso le vendite, potrà giustificare una 'mobilitazione' simile. Questa narrazione in continuity (magari più verticale che orizzontale) potrebbe anche diventare normale e non limitata a periodi circoscritti.
Una specie di lunga striscia che, come nei quotidiani americani si sviluppava giorno per giorno nel quarto di secolo novecentesco 1930-1955 (almeno riguardo il fumetto Disney), oggi potrebbe estendersi settimanalmente non solo da una puntata all'altra della stessa storia ma anche da una storia (a puntate o meno) all'altra di uno stesso periodo più o meno lungo. Non avendo legami troppo stretti (altrimenti i lettori saltuari verrebbero esclusi) ma un qualche rimando a ciò che è accaduto in precedenza, sia in storie di Topolinia che di Paperopoli.
Chissà che questa narrazione, 'vecchia' per i quotidiani ma nuova per un settimanale (almeno credo) non crei quella fidelizzazione che porterebbe, di conseguenza, ad un aumento delle vendite del libretto. Al tempo stesso il pericolo di perdere pubblico sarebbe limitato, come scrivevo prima, da una continuity 'light' fra una storia lunga e l'altra, proprio come accadeva nelle strisce di Gottfredson che accennava appena alla storia precedente, giusto all'inizio di quella successiva per poi sviluppare trame indipendenti fra loro.