Don Rosa e Marco Gervasio sono stati molto attenti a 'calibrare' i rapporti fra i due (fra generalità non dette e 'sfioramenti' paperopolesi) anche se questa 'tecnica' rende comunque impossibile la continuazione di una rivalità palese, vis à vis, che pure sarebbe stato bello raccontare fin dalla gioventù e non partendo da una classica età anziana che pure tante 'soddisfazioni' ci ha già dato. Un Terrore del Transvaal replicato in anni cronologicamente prossimi, in altri lidi e in altre circostanze, non sarebbe stato male.
Sicuramente Paperone e Cuordipietra avranno modo di scontrarsi anche in futuro, come scritto da Sommo, e potremo leggere comunque belle storie. Ma sarebbe stato bello anche dare un passato storico a questa rivalità, a cominciare da quella giovanile, in Sud Africa come in Klondike o nella Paperopoli degli anni '30 (in quest'ultimo caso di 'mezza età').
E' per questo che non mi scandalizza l'abbattimento (magari unico, fine a se stesso) di un classico 'paletto' barksiano.
Un 'sacrificio' che potrebbe portare ad uno sviluppo clamoroso di storie inerenti questo nuovo plot. Sperando da parte dei possibili autori di non mettere troppe carte in tavola o, nel caso, di saperle giocare bene.
Qui però sconfiniamo nella fanfiction. Paperone ha avuto molte nemesi sin da giovane, che sono tornate a tormentarlo (lo stesso Cuordipietra è canonicamente una di esse), non è necessario però che questa rivalità sia proseguita costantemente nel corso degli anni. Alla fine Cuordipietra è la nemesi di Paperone non tanto per la rivalità personale, ma per essere un suo riflesso distorto, ciò che Paperone sarebbe se non avesse amici e famiglia e se avesse ceduto alle tentazioni di farcela "disonestamente". E non dimentichiamo che Famedoro è colui che diede un contributo fondamentale per rendere Paperone cinico, disilluso, diffidente, paranoico, un po' meno innocente e più propenso a cadere preda del lato oscuro come nell'episodio del villaggio del Gongoro...direi che forse basta già questo, no?
Io non lo vedo come l'abbattimento di un tabù/paletto, né come un sacrificio. Per due motivi:
1) intanto perché io, tutta questa continuity asfittica e crudele che vessa i poveri sceneggiatori, non l'ho vista nel corso degli anni. Cuordipietra per decenni era come se non fosse mai esistito, Zio Paperone è stato per quasi mezzo secolo il fratello di Nonna Papera, Paperino per anni era un orfano il cui uovo era stato trovato dai due sopracitati "fratello e sorella", per non parlare della Storia e Gloria di Martina con Paperone e Rockerduck che si incontrano per la prima volta da neonati sostanzialmente coetanei (!!!) e i loro assurdi genitori.
O i Milioni di Paperone di Vitaliano, tutte le storie ambientate nel passato e nel Klondike che fanno confusione tra loro...o anche recentemente con Faraci che fa danni con la storia sul flashback di Monte Orso. O Amelia che ha almeno tre "origini", dal Patto della Luna di Vito Stabile alle Sette Streghe Vulcaniche di Bruno Enna fino alle ultime origini di Maya Astrup (tre storie che forse potrebbero coesistere ma solo dopo un grandissimo sforzo e molte forzature). O la storia di Jones e Anacleto, i due vicini di Paperino, smentita da un'altra storia sempre su di loro...e scritta dallo stesso autore della precedente! O la Dawson del Torneo delle Cento Porte di Nucci con Soapy Slick nel presente e la diversissima Dawson di Gervasio sempre con Soapy Slick nel presente in storie pubblicate in contemporanea sul Topo. O Paperinik di Gervasio che fa finta che PK e la Ducklair Tower non esistano. E potrei fare mille altri esempi recenti.
Insomma, io anzi spererei ci fossero più paletti, più lacci e lacciuoli, sia perché non inficiano una buona storia (ma anzi, spesso la migliorano...non credo esista una storia così bella da necessitare di cambiare quanto preesistente, anzi) sia perché aiutano a rendere più credibile e concreto il mondo che leggo su carta, con la sospensione dell'incredulità. Il worldbuilding aiuta a incuriosire e fidelizzare il pubblico, perché se ci credo abbastanza allora ci tengo anche, ai personaggi e alle loro vicissitudini.
Però appunto qui non si abbatte una tirannia, semmai si prosegue sulla falsariga di quanto si è fatto per anni (sbagliando): infischiarsene e fare ognuno come gli pareva. E allora però avrei preferito lo avessero ammesso. Sono paperi e pupazzi su carta, posso avere la flessibilità mentale di leggere roba scollegata e nuove origini. Ma se mi dici che il patto narrativo è quello della Saga e poi non mantieni le promesse, allora c'è mancanza di serietà da parte dell'autore, e mancanza di investimento emotivo da parte del fruitore, che non sente più la connessione con la storia.
Insomma, qua non ci sono paletti da abbattere, semmai paletti da mettere. E non per legare, imprigionare o impedire: più che paletti, sono infatti impalcature e fondamenta, e servono a creare basi solide per evitare che ci cada la casa sulla testa con tutto il tetto.
E per restare nella metafora, se vuoi farmi qualcosa di slegato, tipo un tavolino, va bene, che sia fatto bene o male non fai danni. Ma se mi lavori sulla trave portante, o lo fai bene o rischi di rendere tutto l'edificio fragile, e si aprono crepe. Meglio volare più basso, allora. A ciascuno il suo mestiere.
2) Non è un sacrificio, perché se tutto va bene resterà un caso isolato. Ho già letto su Facebook cosa ne pensa Gervasio in materia (e concordo: se solo ampliasse il suo gervasioverso al nucciverso e bertaniverso e topolinoverso suturando finalmente la ferita della faida con PK...). Questo esperimento di Barbieri verrà presto dimenticato e considerato al di fuori della continuity "ufficiale". Le rivoluzioni si vedono dagli effetti, da quanto effettivamente riescono ad attecchire e ad essere citate.
Spider-Man nei fumetti ha avuto diversi reboot e retcon, da origini interamente cambiate a colpi di scena atrocemente imbarazzanti. E non uno di essi è sopravvissuto. Gli autori successivi, le storie successive, hanno fatto da muro, da cuscinetto: se mi consentite una feroce metafora, evitando a quei "virus" di propagarsi e ripristinando il corretto ordine degli eventi. In un caso, il reboot è stato ignorato e si è tornato a citare l'origine classica, mentre in un altro caso si è prima cercato di evitare di menzionare la retcon brutta, poi la si è affrontata per demolirla e rivelare che non era quella la verità. Forse le si è data fin troppa attenzione e bastava davvero ignorarla, ma vabbè.
Con Topolino è diverso, ovvio, non ha mai avuto così tanta importanza la continuity nel fumetto Disney, a differenza di quello Marvel. Lo stesso Don Rosa è stato per anni un caso isolato, forse anche eccessivo nel suo chiudersi categoricamente nelle sue convinzioni. Ma ha sicuramente posto basi solide per quello che ora è un "donrosismo light", che unisce Barks, Keno e la tradizione italiana martinian-scarpiana-ecc fino alle nuove leve attuali.
Una continuity leggera e sicuramente più flessibile di quanto Don Rosa accetterebbe. Ma è comunque un qualcosa, un traguardo che fino a metà degli anni '90 sembrava un miraggio e che anche fino a pochi anni fa pareva impossibile da raggiungere, tra erroroni, faciloneria e caos (escludendo proprio la felice parentesi di PKNA ecc). Da un po' di tempo si inizia timidamente ad andare verso il passo giusto, e sembra che la regola, l'impostazione di base, sia questa. Prima la continuity era un'eccezione, ora sono gli errori e le licenze poetiche ad essere un'eccezione.
Certo, a volte si fanno danni, altre volte è stucchevole il continuo citare la Saga di Don Rosa, Doretta e il Klondike a spron battuto in ogni singola storia anche leggerissima e spesso in maniera forzatissima (motivo per cui proporrei una moratoria anche al continuo citare il Klondike, mo' basta, ve lo buco 'sto Klondike). Ma è un inizio. Col tempo si troverà un equilibrio. Magari integrando anche tutto quel retaggio dell'era Cavaglione che per qualche motivo sembra - quello sì - tabù, nonostante sia stato il precursore del worldbuilding attuale.
Quindi, per tornare al discorso concreto, dubito che gli autori vedranno in questa storia di Barbieri un "via libera" con sviluppi clamorosi e la nascita di nuovi plot. Questo perché gli autori bravi e solidi continueranno ad essere il più possibile rigorosi senza danneggiare il passato per ego e arroganza. E perché gli altri...beh, gli errori li facevano già da prima e se ne fregavano già da prima, non hanno bisogno di un Barbieri che dia loro il "La". E la tua speranza è vana: se questi autori già non fanno neanche lo sforzo di leggere ciò che intendono citare, figurati se sapranno giocarsi bene le carte e se non ne metteranno troppe in tavola. Quella di Barbieri è la rottura di una diga che auspico non faccia danni e venga ignorata, se non direttamente riparata. E il miglior modo di evitare ulteriori danni e di risolvere i precedenti è semplice: l'oblio.
Io penso (e spero!) che Barbieri sapesse del precedente incontro tra Paperone e Cuordipietra, magari ha dato per scontato che lo Zione non riconoscesse il bovaro perché non ha una fisionomia particolarmente originale. Va da sé che un pensiero del più duro dei duri che esprime un dubbio tipo "Ma a me questo qui è familiare..." sarebbe stato opportuno e avrebbe fugato molti dubbi; inoltre solo un progetto di continuity ben elaborata fa sì che scomodare il sudafricano sia stato effettivamente indispensabile.
Comunque concordo con chi dice che le pagine bianche nel passato di PdP sono troppo gustose per non infilarcisi a capofitto, ma effettivamente stanno diventando troppo affollate di personaggi già noti all'universo disneyano; qualcuno potrebbe (e dovrebbe?) prendersi la briga di creare nuove entità che magari lì nascono e lì rimangono (mi viene da citare Slick, che - vado a memoria - non ho mai visto sulle pagine del "Topo").
Io non credo che Barbieri lo sapesse: o lo ignorava, o ha deciso di infischiarsene. In entrambi i casi, non un'idea felicissima: magari legittima, ma allora non mi fai una storia sulla Saga se neanche ti metti a leggerla davvero. E a questo punto mi viene meno anche la voglia di trovare una spiegazione per "mettere in continuity" l'errore. Anche basta con il cercare sempre di metterci una toppa o una pezza: se non si è sforzato l'autore, perché dovrei farlo io al suo posto? Meglio direttamente ignorare la storia o ritenerla un elseworld. Caso diverso se la qualità fosse così innegabile da meritare un tale impegno mentale. Ma poiché si tratta di una storia forse carina ma non eccezionale, non ne vedo il motivo.
Per il resto, Soapy Slick è apparso anche nel presente, recentemente (come detto anche dal Grande Tiranno). Un esempio clamoroso è proprio in una storia di Nucci-Intini (legata al Torneo delle Cento Porte), "Road to World Cup - Una canzone per Dawson", e in una storia di Gervasio-Zanchi, "Zio Paperone Re del Klondike". Non solo Soapy e Dawson appaiono in due storie diverse e quasi contemporaneamente (entrambi nell'estate 2022), ma ci sono anche piccole incongruenze su Dawson (quella gervasiana riprende quella di Don Rosa, con la statua di Paperone e l'hotel di Doretta al posto della Bolla D'Oro demolita, mentre quella nucciana ha una Nuova Dawson e una Vecchia Dawson che comprende anche il rudere ancora in piedi della Bolla D'Oro). Roba che si poteva evitare, anche se risolvibile. Entrambe ottime storie, comunque: la saga di Nucci è una delle cose migliori degli ultimi anni, anche per chi detesta il calcio, mentre Gervasio addirittura fa la mattata coraggiosa e folle, che personalmente apprezzo e saluto con piacere, di mettere in legame diretto di continuity la Bella Addormentata del Paperinik di Martina con la Doretta Doremì a Dawson di Don Rosa.
PS: Per il resto, concordo quasi su tutto con Ruhan, in particolare sull'osare "per finta", sull'interesse per la continuity del presente e su Casty, su nuovi temi e personaggi promettenti come l'ambiguo e misterioso Dottor Piuma, ecc.
Ho un unico appunto da fare al suo post:
Si vuole ignorare Don Rosa? Ma lo si faccia pure. Non mi pare che qualcuno pianga il fatto che PKNA entri in contraddizione con la continuity martiniana di Paperinik. Anzi. È proprio quello l'incipit.
In realtà PKNA al contrario fu un precursore per quanto riguarda worldbuilding e continuity. Fu tra i primi a citare il termine "Calisota" di Barks e Rosa (roba che ora è menzionata praticamente in ogni singolo Topolino, ma che all'epoca pareva una bestemmia), oltre alle storie classiche di Barks e alla Saga. Ed è lo stesso Paperinik ideato da Martina, non entra in contraddizione con esso: è la naturale evoluzione del Paperinik dei vari De Vita e Pezzin, Sarda e Held, Michelini e Carpi, Scarpa e Chierchini ecc, ma anche del Martina delle sue ultime storie paperinikesche, dove si era gradualmente allontanato dal ruolo di diabolico vendicatore delle primissime storie fino a diventare un supereroe vero e proprio, per quanto scalcinato.
Poi sì, si potrebbe dire che non è mai stato spiegato, né da Pezzin né dal "tardo" Martina come mai Paperino abbia deciso di cambiare ragion d'essere al suo alter ego, cosa sia successo per fagli cambiare idea e farlo evolvere dall'egoista mezzo criminale del "primo" Martina al generoso eroe di quartiere delle storie successive. E sarebbe anche un tema interessante da sviluppare, secondo me (per quanto mi riguarda, sospetto che dietro ci sia qualche motivazione wholesome tipo l'amore per i nipotini e il timore che seguano le sue orme come esempio negativo, da cui la necessità di ripulire l'immagine di Paperinik). Ma fatto sta che quell'evoluzione non è stata messa in discussione ed è un qualcosa di assodato. Per cui no, PKNA non si pone in contrapposizione con Martina, essendo semplicemente la continuazione delle avventure del Paperinik "classico". Le Nuove Avventure, appunto.
(Però sì, magari se in futuro vorranno svelare il mistero del cambiamento del "cuore" di Paperinik, mi incuriosirebbe molto!)