Recensione Disney De Luxe 44 – Guerra e PaceCopertina inedita di Ivan Bigarella
Su
Anteprima 366 del febbraio 2022 veniva annunciato un nuovo numero di
Disney De Luxe, ovvero
Guerra e Pace.
Il capolavoro di Giovan Battista Carpi veniva proposto con una nuova colorazione e con la possibilità di avere una litografia esclusiva in caso di prenotazioni in fumetteria entro il 28 febbraio 2022.
La guerra in Ucraina ha posto la pubblicazione in
una sorta di limbo, facendola uscire completamente dai radar. L’editore ha preferito attendere un momento più calmo, rimandando così l’uscita di ben ventidue mesi.
Aspettare è comunque valsa la pena, dato che ci troviamo di fronte ad un ottimo volume, con qualche piccola sbavatura di cui parleremo.
Il
capolavoro di Tolstoj è
un’eccezionale opera-mondo, capace di illustrare un momento cruciale della storia europea, quello del periodo napoleonico. Il giovane e ingenuo Pierre Bezuchov, lo stoico Andrej Bolkonskij, la dolce e romantica Nataša Rostova, la pericolosa Hélène Kuragin si incontrano e si scontrano negli eccezionali gangli storici delle battaglie di Austerlitz e di Borodino, nell’ambito delle guerre del Bonaparte. Anche Napoleone e lo zar Alessandro I partecipano alle vicende, con le loro umane debolezze. Il tutto nella visione storica di Tolstoj,
in cui l’uomo è in balia di eventi non sempre controllabili.
Si tratta di un romanzo molto vasto, ricco di trame e sottotrame, oltre che di una serie di messaggi filosofici, sociali e umanisti, e dunque
una vera e propria sfida da trasporre in salsa disneyana. Carpi la affronta con arguzia, usando il dubbioso Pierre come perfetto contraltare di Paperino, e calando il suo ricco padre nei panni dello zio Paperone Paperzukoff. A questi aggiungiamo i Bassotti della Steppa, due comparsate di Hélène e Andrej, e la presenza di Paperina come Nataša.
Il meccanismo narrativo risulta dunque ben instradato, e la necessità di ambientare parte della vicenda nei campi di battaglia viene risolta usando delle palle di cannone d’oro come stratagemma e
fil rouge di tutte le 65 tavole.
La litografia a tiratura limitata con la nuova colorazione (20,8×29,5cm circa)
A questo punto, nonostante un’evidente difficoltà nel gestire il materiale originale, potremmo trovarci davanti ad una tradizionale storia in costume.
A fare la differenza è Carpi, sia a livello grafico che a quello squisitamente legato ai dialoghi. Dalla parte di sceneggiatura,
l’autore genovese propone battute taglienti, umorismo raffinato, voluti paradossi storici (celebre quello delle
Guerre stellari che Napoleone vorrebbe condurre a suon di mongolfiere)
e una capacità di gestire l’effetto comico: pensiamo al burrascoso tè preso con l’irascibile Kuraghin o ai momenti buffi con i Bassotti, sparati in aria dal gigantesco cannone.
Dal punto di vista grafico,
Carpi propone tavole ricche di dettagli ma sempre chiare nella lettura. Le sei vignette per tavola vengono spesso scomposte con un layout non regolare, per massimizzare la scena centrale. Inoltre, a sottolineare la precisione storica e l’accuratezza delle ambientazioni,
l’autore inserisce spesso veri e propri contrappunti grafici in cui mostrare il tipico moschetto francese, oppure le divise degli ussari russi (aggiungendo, ove possibile, alcune gag). Un interesse, quello per le armi, presente anche in fumettisti contemporanei a Carpi come Hugo Pratt e Sergio Toppi.
Il lettore viene stupito fin da subito con la doppia splash page del titolo, in cui vengono mostrati tutti i personaggi. L’apice viene raggiunto con un’altra doppia
splash page raffigurante l’incendio di Mosca e poi con la battaglia di Borodino (che nell’edizione
deluxe viene messa su due pagine per aumentarne l’effetto).
Pagina di studio di Carpi, proveniente dall’edizione del 1990 de I Disney Italiani
Inoltre Carpi inserisce dove può piccoli personaggi alle prese con buffe situazioni, un modo intelligente di riempire la vignetta senza affollarla, come faceva Carl Barks nelle sue storie con Archimede e Edi a fare da spalla comica. Pensiamo ai cosacchi buffi, oppure al gatto infreddolito o, soprattutto, al cavallo Rasputin, dotato di una propria personalità. Infine, anche le onomatopee vengono piegate all’effetto comico, usando l’alfabeto cirillico per calarci nell’atmosfera russa.
A livello editoriale, il volume risulta decisamente superiore alla media piuttosto modesta delle De Luxe. Partiamo dalla riuscita nuova colorazione, realizzata da GFB Comics. Secondo noi, il risultato è migliore di quella del
Vento del Sud. Le nuove ombre conferiscono maggiore profondità, e i colori risultano più coerenti alle atmosfere della storia. La colorazione dell’epoca risultava decisamente zoppicante e poco uniforme, incapace di fornire la giusta prospettiva alla storia:
questo volume rende miglior giustizia ai disegni di Carpi. La copertina di
Ivan Bigarella presenta bene i due protagonisti, con la taiga di sfondo. La riuscita introduzione di
Alessandro Sisti inquadra subito la parodia con l’opera originale.
La parte redazionale in fondo al volume propone con cura immagini poco note relative alla storia, e che siamo davvero contenti di poter vedere. Parliamo di questa particolarissima
scheda telefonica oppure di questa
rara illustrazione fatta a supporto di un’ipotetica intervista con Tolstoj proposta nel numero 1604 di
Topolino. In questo materiale prezioso, avremmo visto volentieri anche queste due immagini: un’
altra caricatura di Tolstoj e, soprattutto, la
copertina di Carpi realizzata per il numero 8 delle
Grandi Parodie Disney.
Un’altra nota di merito va alla presenza di tavole di prova che Carpi realizzava continuamente, alla ricerca della perfezione. Si tratta di materiale molto interessante per analizzare il metodo di lavoro dell’artista genovese, che disegnava e ridisegnava spesso le stesse tavole, facendo piccole, ma essenziali, modifiche.
Siamo molto grati alla redazione, in particolare a Francesca Agrati, per aver pubblicato questo materiale, che arriva direttamente dalla prima edizione de
I Disney Italiani (1990). Aggiungiamo qui a fianco, dalle stesse pagine, un’ulteriore illustrazione, che purtroppo non ha trovato spazio nel volume.
La perfezione grafica di
Topolino 1604 (1986) diventa un mostro in
Super Miti Mondadori 5 (1998) per poi inspiegabilmente restare tale in questa edizione del 2023[/size][/i]
Insomma, in questa messe di punti positivi,
un volume stellare, potenzialmente da cinque stelle, ha due difetti che dobbiamo purtroppo sottolineare. Il primo è l’errata didascalia che si riferisce alla battaglia di Waterloo, ma ovviamente è quella di Borodino. Il secondo, decisamente più grave,
è aver utilizzato un’edizione della storia con un danno grafico nella quinta vignetta della dodicesima tavola (pagina 18 di questa edizione), risalente agli impianti usati per la ristampa nei
Super Miti Mondadori (1998). Quello che risulta incredibile è come nessuno se ne sia accorto, tra la redazione e tra chi si è occupato della nuova colorazione.
Per risolvere l’errore,
consigliamo a Panini di realizzare una figurina sostitutiva utilizzando gli impianti originali con i nuovi colori, da appiccicare al posto di quell’obbrobrio grafico. Un rimedio semplice, economico e sicuramente apprezzato dai lettori.
Voto del recensore:
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