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Topolino 3571

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di Paolo Castagno

Voto del recensore:
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Paperinik in: Trappola al castello
Topolino e la Spectralia Antartica - II episodio
Blue Peaks Valley - Un giornalista

Topolino 3571

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    Re:Topolino 3571
    Risposta #30: Lunedì 6 Mag 2024, 08:39:38
    ma di tutti i numeri che le poste potevano non consegnarmi ... proprio questo?  :cry: :cry:

    Speriamo in una doppia consegna a giorni (come già accaduto). Ho avuto la tentazione di leggere con l app ma ho preferito aspettare. :-!
    Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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      Re:Topolino 3571
      Risposta #31: Lunedì 6 Mag 2024, 18:29:40
      Il nuovo Paperinik di Gervasio non è né carne né pesce: si prende troppo sul serio per essere il supereroe cittadino delle storie anni '90/2000 ma neanche osa abbastanza da essere un Diabolico vendicatore...
      Soprassiedo sul pesantissimo e poco probabile spiegone finale, nonché sulla trama da 'eroe incastrato', che viene giusto accennata e subito soppiantata dall'azione in loco, per me molto meno interessante.
      Capisco il problema, ma secondo me alla radice di tutto è il fatto che Paperinik - personaggio comunque ben riuscito e apprezzato dai lettori - è troppo in contrasto col canone barksiano. Per cui abbiamo da un lato Paperino, pigro, indolente, pasticcione, ingenuo, sfortunato, e dall'altra il suo alter ego, audace, coraggioso, energico, astuto, certo non sfortunato. Non a caso Paperinik è ideato da Martina, che ne ha scritto le storie migliori, proprio perché già il suo Paperino è abbastanza lontano dal canone barksiano.
      Secondo me Gervasio sta cercando di ridurre la distanza tra le due facce del personaggio, e questo porta ad un Paperinik "né carne né pesce", un personaggio che non è il solito Paperino ma neanche il solito Paperinik. D'altronde Gervasio non ha la stessa idea di Martina per quanto riguarda i Paperi, e non potrebbe mai ricalcare quel genere di storie. Probabilmente ne serviranno molte per raggiungere il risultato,. e intanto tocca avere pazienza. Se non altro Baccinelli sembra ormai bene affiatato con Gervasio, e penso sia riuscito a cogliere l'essenza del personaggio.
      "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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      PolliceSu
        Re:Topolino 3571
        Risposta #32: Lunedì 6 Mag 2024, 20:37:13
        Il nuovo Paperinik di Gervasio non è né carne né pesce: si prende troppo sul serio per essere il supereroe cittadino delle storie anni '90/2000 ma neanche osa abbastanza da essere un Diabolico vendicatore...
        Soprassiedo sul pesantissimo e poco probabile spiegone finale, nonché sulla trama da 'eroe incastrato', che viene giusto accennata e subito soppiantata dall'azione in loco, per me molto meno interessante.
        Capisco il problema, ma secondo me alla radice di tutto è il fatto che Paperinik - personaggio comunque ben riuscito e apprezzato dai lettori - è troppo in contrasto col canone barksiano. Per cui abbiamo da un lato Paperino, pigro, indolente, pasticcione, ingenuo, sfortunato, e dall'altra il suo alter ego, audace, coraggioso, energico, astuto, certo non sfortunato. Non a caso Paperinik è ideato da Martina, che ne ha scritto le storie migliori, proprio perché già il suo Paperino è abbastanza lontano dal canone barksiano.
        Secondo me Gervasio sta cercando di ridurre la distanza tra le due facce del personaggio, e questo porta ad un Paperinik "né carne né pesce", un personaggio che non è il solito Paperino ma neanche il solito Paperinik. D'altronde Gervasio non ha la stessa idea di Martina per quanto riguarda i Paperi, e non potrebbe mai ricalcare quel genere di storie. Probabilmente ne serviranno molte per raggiungere il risultato,. e intanto tocca avere pazienza.
        Non credo di aver capito se le due facce di cui parli sono Paperino e Paperinik oppure Paperinik diabolico vendicatore e Paperinik eroe quotidiano. Se è vera la prima ipotesi, non credo sia questo l'obiettivo di Gervasio, poiché l'alter ego di Paperino continua ad essere audace, coraggioso, energico, astuto e fortunatissimo nei suoi testi, anche più di quanto non fosse in un certo periodo (anni '80/'90 forse?) in cui falliva miseramente e gliene capitavano di tutti i colori, un vero Paperino in maschera.

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          Re:Topolino 3571
          Risposta #33: Giovedì 9 Mag 2024, 17:55:58
          - Inquietante l'occhio termico, sembra l'occhio di Sauron  ;D
          Considerando che Numenor é ispirata in parte ad Atlantide, la presenza di Sauron trova una sua coerenza  :tongue:

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          PolliceSu
            Re:Topolino 3571
            Risposta #34: Giovedì 9 Mag 2024, 19:46:25
            Solo rileggendo la storia mi sono accorto che la sfera di cerchi ghiacciata che si vede a pag 98 e simile al disegno che Orbes produce con la sua macchina a pag 31 del primo episodio. Altro indizio inserito da Casty sulla presenza del Piubarone ad Antartica. :thankYou:

            Però non ho ancora capito perchè i pinguini di ghiaccio si muovono?  :-?



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            luciochef
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              Re:Topolino 3571
              Risposta #35: Lunedì 20 Mag 2024, 20:03:47
              - La storia di Paperinik si lascia leggere ma sinceramente mi aspettavo davvero di più. Una buona avventura, come tante altre, che non ha particolari momenti da ricordare ai posteri. Molto belli invece i disegni di Baccinelli che, oltre a mostrare un tratto pulito e dinamico, hanno alla base una direzione della regia tavole davvero pazzesca. Ottimi anche quegli spunti un po' rétro che si vedono in alcune figure.
              - Seconda puntata di Spectralia che aumenta il mistero ma allo stesso tempo svela ai lettori la figura di Orbes. Personaggio colto, fiero ma dall'apparenza sensata e risoluta. La fase delle spiegazioni di Orbes fila via molto bene senza tediare e infittisce l'alone di magnificenza per la grande conoscenza degli atlantidei.
              Ottimo finale che lascia sospesi nel dubbio su quali siano le reali intenzioni di Orbes da una parte e Linetto Blandau dall'altra....
              - Bellissimo e meritato il servizio sulla "Reggia di Caserta" che finalmente, dopo tanti anni di inopinato decadimento, sta riscuotendo quella visibilità mediatica e di affluenza che le si competono. Consiglio a tutti di visitarla almeno una volta nella vita. Credetemi....non ha davvero nulla da invidiare a nessun palazzo nobiliare europeo. Anzi....ricordo ancora una "missione esplorativa" con Dippy Dawg e Nunval che è rimasta negli annali  :heart:
              - Ultima puntata di "Blue Peaks Valley" che conclude nel migliore dei modi una saga che mi è piaciuta sin dall'inizio come idea e soprattutto realizzazione. Mastantuono, sempre con splendidi disegni, riesce nel compito di tratteggiare un Paperone arcigno ma non ancora "incupito" dalle asperita' della vita. Il risultato è un personaggio risoluto, combattivo ma profondamente sportivo. Davvero una bella traccia segnata da Mastantuono nella vita dello Zione !
              Un Topolino che viaggia sui livelli medio/alti del precedente (più alti che medi) e che merita anche stavolta 4 stelle. Forse mezza stella in più soltanto per i redazionali che stavolta erano davvero ancora più interessanti e ben fatti. Quindi 4,5 stelle.
              Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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              Paolo
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                Topolino 3571
                Risposta #36: Sabato 8 Giu 2024, 15:48:23
                Recensione Topolino 3571


                La memorabile storia del 1972 Paperinik e il Castello delle tre torri, vuoi per la suggestione del titolo, vuoi per il carismatico ruolo di vendicatore interpretato da Paperinik, è stata da subito considerata tra le preferite del personaggio, restando ben salda nell’immaginario dei lettori dell’epoca. Lettori che con il tempo sono cresciuti, e uno di loro, nella fattispecie Marco Gervasio, è diventato l’autore Disney incaricato del prestigioso compito di portare avanti le avventure di Paperinik. Inevitabile, quindi, che porti nelle sue storie i ricordi e le passioni nate con la lettura delle storie di quell’epoca, per reinterpretarle, ampliarle, condividerle “a modo suo”, consapevole – credo – del rischio che si corre nel andare a ritoccare qualcosa di ben conosciuto e amato da altri lettori.

                 Onestamente non sempre il risultato è stato tale da giustificare la reinterpretazione dell’originale, ma Paperinik in: trappola al castello è una storia valida, dove la trama scorre senza essere inficiata dalle eccessive “strizzate d’occhio” al lettore d’antan. Il castello è calato nella realtà paperopolese (sebbene valga sempre il dubbio di cosa ci faccia un antico maniero negli Stati Uniti…) in maniera naturale, la recitazione dei personaggi funziona e il lettore è coinvolto. Personalmente non ho gradito molto lo spiegone finale e la trovata del “super cattivo mutante”, archetipo Marvel e un po’ fuori standard per le storie Disney, però – come detto – la storia funziona. E’ inoltre un ottimo specchio dei tanti cambiamenti avvenuti su Topolino negli ultimi anni: per un lettore che avesse abbandonato il settimanale qualche anno fa la maggior parte degli interpreti risulterebbero infatti dei perfetti sconosciuti. Chi è il tenente Sheriduck? E i tre ragazzini in un ruolo che anni fa sarebbe toccato ai “soliti” nipotini?

                 
                Non è stato semplice scegliere una sola vignetta di Baccinelli, insieme a questo strepitoso Paperone avrei voluto inserire un’intera “gallery” qui…

                L’allargamento del cast di certo aiuta a sospendere l’incredulità del lettore, permettendo di mantenere le solite “maschere” sul volto dei personaggi canonici e di introdurre nuove personalità nel tipicamente statico universo dei personaggi Disney, così da sperimentare nuove proposte narrative… sempre a patto però di restare nel solco della tradizione e non scadere nel citazionismo fine a se stesso. Un elemento che però, se usato a piccolissime dosi, fa anche sorridere, come quando Paperinik si rivolge a Rockerduck chiamandolo carciofo.

                 Non sono poi una novità né una sorpresa i disegni di Emmanuele Baccinelli, strepitoso soprattutto nelle ambientazioni del castello e negli sfondi: nessuna vignetta è tirata via; la presenza di particolari curati, di dettagli rifiniti, di sfondi e di ricercatezze grafiche coccolano il lettore facendogli ritrovare quella sensazione di tranquilla familiarità con i personaggi Disney.

                 Proseguendo nella lettura del fascicolo, realizzo che sono sufficientemente… esperto da ricordarmi quando lo standard massimo per una storia Disney era di due puntate: la prima che creava la storia e coinvolgeva il lettore fino al cliffhanger dell’ultima pagina e la seconda che vedeva il culmine dell’azione e la conclusione della vicenda. Da quando le storie più lunghe hanno rimosso questo limite delle due puntate, la distribuzione degli eventi lungo la trama ha dovuto adattarsi a ritmi, scansioni e formalismi diversi, dovendo riuscire a raccontare ed insieme a fidelizzare il lettore in più momenti – impresa non semplice – e dove il rischio di una seconda puntata dal ritmo più diluito, o appesantita da una ripetizione più strutturata di quanto successo nelle parti precedenti è sempre presente. Be’… non è il caso di Casty: questa seconda puntata scorre via veloce e riesce a legare il lettore come e più della seconda parte, lasciandolo col fiato sospeso sino all’ultima vignetta.

                 
                Per rendere l’idea delle dimensioni dell’ingresso nella città nascosta, è necessario un’inquadratura molto ampia.


                Dal punto di vista dei disegni mi piace sottolineare il grande utilizzo di vignette in campo lungo per la gestione delle scene d’azione e per permettere alle sontuose ambientazioni della città sepolta sotto i ghiacci di riuscire a risaltare anche sulle pagine un po’ strette del tascabile. Ancora, l’ambientazione del Mar degli Spettri estremizza la percezione di inquietudine, di alienità, di mistero e di pericolo che non permette al lettore di rilassarsi neanche quando i protagonisti sono riusciti a scampare al pericolo di una morte tra i ghiacci dopo una notte di ansia e rassegnazione.

                 Come sempre non mancano nelle storie di Casty i personaggi secondari memorabili, che riescono ad emergere dalla narrazione grazie alla loro personalità, al non essere monocorde e facilmente inquadrabili in una divisione manichea tra buoni e cattivi, e a risultare credibili non perché “fanno cose tanto per fare”, ma perché hanno una loro strategia, una coerenza di fondo ed una logicità nel comportamento. Per questo il piùbarone Cinereon Orbes (ci sarà occasione poi di chiedere a Casty se il titolo di piubarone derivi o meno dalla saga de La Caste des Méta-Barons di Alejandro Jodorowsky e Juan Giménez) di certo entrerà nel novero delle creazioni più riuscite dell’autore friulano.

                 
                Un’entrata in scena ad alto impatto emotivo.

                Altra trovata degna di ammirazione è quella con la quale l’appena citato piubarone viene a conoscenza dell’identità e delle motivazioni del trio di eroi, ascoltando non visto il loro messaggio di addio nel caso non riuscissero a salvarsi dalla situazione in cui si trovano; una soluzione che consente di non far ripetere ad Eurasia quanto già visto nel breve prologo (strepitoso nelle sue ultime due pagine) che ha introdotto la storia due settimane prima. Infine sottolineo come non manchi un ingrediente spesso sottovalutato delle migliori storie Disney: l’umorismo. Alcune uscite di Pippo e l’umorismo tagliente del piubarone riescono ad allentare la tensione senza però spezzare la catena emotiva degli eventi.

                 Chiude il numero la storia di Corrado Mastantuono, recente Premio Papersera 2024, con l’ultimo episodio di Blue Peaks Valley, Un giornalista. A volte gli episodi di questa serie sembrano “stonare” se si prova ad incastrarli a forza nella continuity/canon ufficiale della giovinezza di Zio Paperone, ma la forza delle storie Disney è proprio nel “teatrino senza memoria”, nella possibilità degli autori di poter piegare, adattare, valorizzare i personaggi ai fini della storia che vogliono raccontare, a supportare la loro narrativa personale senza rinunciare all’enorme bagaglio di forza comunicativa del personaggio. Forse questo episodio non è il migliore della serie, ma sia alcune trovate sia la resa di molte vignette sono ottime, per citarne una quella identica a Zio Paperone in: freddo, neve e pagine stampate sempre a valle dell’incendio della sede del Papersera, ed ora che la saga si è chiusa un po’ mancherà alle pagine del settimanale. E poi – diciamolo – fa sempre piacere vedere il Papersera citato sulle pagine di Topolino!

                 
                Arrivederci, Papersera!

                 Il voto complessivo si attesta a 4 stelline e mezzo, sebbene fossi stato tentato di togliere mezza stellina per la bruttezza del gadget, ma qui per fortuna recensiamo storie, non giocattoli…



                Voto del recensore: 4.5/5
                Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                https://www.papersera.net/wp/2024/06/08/topolino-3571/


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