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Continuity e caratterizzazioni di poco senso

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Cornelius
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    Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
    Risposta #15: Venerdì 9 Ago 2024, 17:09:44
    Fra le svariate continuity esistenti (dalle 'basiche' orizzontali e verticali a quelle legate a particolari serie come Saga PdP, Pikappa o Fantomius o a particolari autori come potevano essere Gottfredson e Scarpa in passato o Gervasio e Nucci nel presente) quelle che più mi incuriosiscono sono legate alla quotidianità del presente dove fino a pochi anni fa comparivano nuovi personaggi interessanti ma one shot, pur avendo potenzialità per diventare figure da riproporre ogni tanto o con più frequenza, legate ovviamente alle situazioni del loro esordio.

    In questa specifica continuity gli autori stanno finalmente cambiando i loro obbiettivi: Marco Gervasio ha introdotto Red Duckan e il tenente Sheriduck (una figura 'fissa' tra le forze dell'ordine paperopolesi che, stranamente, non c'era mai stata in passato: neanche il bravissimo Scarpa, geniale nel riempire dei 'vuoti', non ci aveva mai pensato), entrambi legati alla 'saga' del nuovo Paperinik 'classico' ma utilizzabili anche in altri contesti paperi, diventando così character 'stabili' (come non se ne vedevano da tempo nello specifico urbano paperopolese).

    Marco Nucci ha creato in ambienti molto eterogenei Mister Vertigo, il Dottor Piuma, Lord HateQuack, Priscilla (la nuova 'fidanzata' di Gastone a Farmtown), tutti personaggi che sembrano avere una loro continuity e non essere validi solo per una o due storie. Anche i nuovi amici di QQQ, da quelli del calcio ai musicali fino ai più 'costanti' di Area 15 (creati da Bruno Enna, Roberto Gagnor, Claudio Sciarrone, lo stesso Nucci...) sono diventati presenze costanti, da continuity, riallacciando le loro fila tra un storia e l'altra, arricchendo la parte giovanile dei paperi che fino a quel momento aveva visto poche figure standard e diverse one shot.

    La continuity nel presente quotidiano (che ovviamente prende o 'sfiora' solo una parte della produzione paniniana) ti da la sensazione di immergerti in una qualsiasi storia senza che questa sembri mai banale o senza senso. Poi ovviamente può capitare il soggetto poco convincente anche qui ma avere comunque dei 'punti di riferimento' sia riguardo i personaggi che le situazioni ti predispone meglio di fronte alle nuove sceneggiature. E una continuity che in certi casi diventa orizzontale, legando varie storie e vari personaggi parallelamente e contemporaneamente su più fronti, non può che aumentare la curiosità e il divertimento dei lettori. Magari non tutti ma credo una buona percentuale.
    « Ultima modifica: Venerdì 9 Ago 2024, 17:22:18 da Cornelius »

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    Maximilian
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      Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
      Risposta #16: Venerdì 9 Ago 2024, 17:30:23
      Personalmente non ho ben chiaro di cosa tratta questa discussione... mi sembra mischiare 4 o 5 argomenti diversi. Lo stesso titolo menziona dei temi molto differenti.
      Offro quindi qualche considerazione sparsa.

      - Per quanto riguarda la continuità, ne abbiamo (io incluso) discusso fino alla nausea

      - Sugli incontri fra topolinesi e paperopolesi, il termine crossover è sbagliato (sebbe3ne capisco cosa si intenda con esso), dal momento che entrambi i gruppi fanno parte di uno stesso contesto narrativo
      Ma se proprio la tradizione italiana vuole le due città per forza di cose distinte
      Più che la tradizione italiana, è quella statunitense ancora precedente. Tempo fa si era disquisito anche su come è nata la cosa.
      Citazione
      Topolino, Paperino e Pippo sono notoriamente amici
      Notoriamente per chi? Per le conoscenze in mio possesso, a parte la relazione tra Topolino e Pippo, incontrerei difficoltà a dimostrarlo.
      Per Topolino e Paperino potrei citare a supporto della tesi solo le domenicali di Osborne e anche lì il loro rapporto non mi sembra eccessivamente sviluppato.
      Tra Paperino e Pippo invece non conosco praticamente interazioni.
      Citazione
      I personaggi della Banda Disney sono molti e possono offrire un'infinità di possibilità, non vedo veramente nessun motivo per sigillarli in città diverse, oltretutto a poca distanza fra loro, e non permettere loro di interagire.
      Aggiungo che secondo me la sola Topolinia è talmente ricca e vasta da offrire infinite possibilità, senza bisogno di personaggi esterni. E probabilmente lo stesso vale per Paperopoli, ma la conosco meno.
      Da ragazzino adoravo tutte le storie evento: le saghe, le celebrative, le metanarrative. E vi sono ancora affezionato.
      "60 anni insieme con Topolino" (Paperetta Ye Ye che fa le foto a Sandopaper nel passato, il Grillo Parlante e Indiana Pipps e la nave del microcosmo), "Chi ha rubato Topolino 2000" (Bruto, Paperinik, la commedia papera e il thriller scarpiano), la Pietra Zodiacale (ogni episodio una storia-tipo dell'epoca), "Topolino e il giorno più lungo" (con gli Evroniani, Super Pippo, Nonna Peppa, Sgrizzo e Gancio, e il Topo nevrotico della Ziche). "Tanti auguri Gancio" (con Atomino, Musone e Rock Sassi).

      I danni cominciarono con l'accoppiata Muci/Ambrosio: le storie-record, i livelli, i kikongi coi paperoidi, i WoM. Ciccio in tutte le salse. Numeri con 7 storie. Al contempo ci furono però Casty e il rilancio satirico di Dinamite.
      Se non ricordo male "Tanti auguri Gancio" ha solo personaggi legati a Topolinia. Ma probabilmente mi è sfuggito totalmente il senso dell'intervento, dal momento che più sotto citi Ciccio e Dinamite i quali non so cosa abbiano fatto di celebrativo o metanarrativo.
      Ormai le interazioni fra coppie di personaggi super consolidate come Paperino-Paperoga e Topolino-Pippo le conosciamo tutti a memoria, secondo me sarebbe interessantissimo sperimentare nuovi abbinamenti. Ad esempio ho apprezzato molto, lo scorso Natale, l'accoppiata fra Topolino e Paperone
      L'hai apprezzata perché, essendo un evento più unico che raro, ha la carica dirompente della novità: nel momento in cui dovesse diventare abituale la apprezzeresti di meno.
      Personalmente mi trovo agli antipodi di questo ragionamento. Una relazione tra diversi personaggi ha come priorità l'essere scritta bene, indipendentemente dall'essere il primo loro incontro o il miliardesimo.
      Mi vanno bene le novità, ma un qualsiasi elemento narrativo non può basarsi unicamente sull'essere tale.

        Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
        Risposta #17: Venerdì 9 Ago 2024, 17:40:49
        A me è sempre piaciuta la continuity "interna" ad alcuni autori tipo Romano Scarpa, mentre troverei forse castrante una continuity imposta dall'alto a tutti. Al momento mi sembra resistano le storie non in continuity e in fondo va bene così. Anche se bisogna ricordare che il fumetto Disney americano è nato proprio con le strisce giornaliere in continuity...

        Nulla da dire su Scarpa e il fumetto Disney più "vintage", pagherei oro per tornare a quei tempi... sono molto giovane ma mi sento legatissimo al Topolino fino agli anni '80. Però la continuity odierna non so quale problema abbia, è come un fastidio intrinseco verso qualcosa, che neanche sai da dove proviene.
        Ho capito cosa intendi, in effetti anch'io ho trovato alcune volte la continuity odierna forzata o non funzionale alla trama e da qui il senso di fastidio
        Luca Giacalone

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        Cornelius
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          Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
          Risposta #18: Venerdì 9 Ago 2024, 17:51:46
          Quello che proprio non capisco è tutta questa avversione a far incontrare Paperi e Topi. Perché a tutti dà così fastidio?
          In realtà oggi si incontrano molto più di quanto non facessero ieri. Se in passato le occasioni di incontro avvenivano solo in eventi particolari (storie lunghissime in più puntate o legate a particolari avvenimenti tipo il Natale, le Olimpiadi o Disneyland) nel presente mi pare che ogni scusa è buona per far si che Topolino veda Paperino e Pippo si interessi di Paperone. Ricordo che da ragazzino facevo 'uao' quando vedevo una storia 'mista', proprio come può capitare oggi con i personaggi Marvel che incontrano quelli Disney. Il 'fastidio' di cui parli può essere dato proprio da una 'forzatura' incoerente con una distanza fra le due città che, almeno secondo me, è notevole, pur essendo entrambe sulla costa calisotiana.
          Paperopoli e Topolinia non sono mai stati universi separati, anzi sempre in Gottfredson Paperino vive nella stessa città di Topolino e soci (storie come Topolino Giornalista, per dire la più celebre) e se fosse per me non avrei mai separato le due città, ma avrei fatto convivere tutti i personaggi principali nella stessa metropoli, come accade oggi nelle storie danesi.
          In realtà Gottfredson ha utilizzato Paperino in pochissime storie e poi, una volta 'adottato' da Taliaferro (che gli stava costruendo una famiglia 'papera' tutta intorno che non comprendeva i personaggi di Floyd), non lo ha più considerato. Pochi anni dopo Barks ha creato ufficialmente una città dei paperi con nuovi protagonisti che, anche in questo caso, non contemplavano quelli di Gottfredson che vivevano, più o meno ufficialmente, in una città tutta loro separata da quella 'in formazione' dei paperi. Dunque l'origine e poi la tradizione dei due universi separati è americana, con Gottredson, Taliaferro e Barks autori 'responasabili' di tutto ciò. Strano che il fumetto danese, molto attento alla tradizione barksiana, abbia riunito in una unica città paperi e topi. Forse perché non ha dato mai importanza alla 'Mouseton' di Gottfredson.
          Ma se proprio la tradizione italiana vuole le due città per forza di cose distinte, la cosa non vieta comunque che i personaggi possano incontrarsi.
          Il fumetto italiano non ha fatto altro che ereditare questa situazione, dando un nome italiano alla città dei paperi che in inglese lo aveva già e anche a quella dei topi che nei fumetti Usa era un po' più vaga. E non ha mai impedito a topi e paperi di incontrarsi, sebbene di rado, fin dai tempi di Martina.
          Topolino, Paperino e Pippo sono notoriamente amici e sono tutti e tre automuniti: per quale motivo non possono incontrarsi e avere avventure insieme?
          Dipende da quale mass media prendi spunto: nei cartoni animati i tre erano sicuramente amici ma nei fumetti, a parte qualche rara storia di Gottfredson, Topolino e Paperino non sono mai stati veramente tali (anche se quando si incontrano dicono il contrario). Men che meno Paperina e Minni che, secondo me, poco si sopportano, al di là del merchandising "Minnie&Daisy". La prima ha come 'vere' amiche Chiquita e Brigitta mentre la seconda Clarabella e Patrizia (quest'ultima andrebbe ripresa più spesso e con più 'convinzione').
          « Ultima modifica: Venerdì 9 Ago 2024, 19:00:13 da Cornelius »

            Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
            Risposta #19: Sabato 10 Ago 2024, 08:58:53
            Personalmente non ho ben chiaro di cosa tratta questa discussione... mi sembra mischiare 4 o 5 argomenti diversi. Lo stesso titolo menziona dei temi molto differenti.

            Sinceramente aprii questo topic subito dopo aver letto "Addio, Giovani Marmotte!" la settimana scorsa, praticamente di getto. Il titolo deriva proprio dalla storia stessa, che coinvolge sia il tema della "continuity", sia il tema della caratterizzazione nuova o comunque più sfaccettata di alcuni personaggi. Più precisamente si potrebbe dire che è un topic a proposito della nuova *linea editoriale" del settimanale, e mi scuso per eventuali collisioni con altri topic già esistenti che trattano argomenti molto simili... sono nuovo sul forum, ma comunque prima di aprirlo ricordo che mi feci una veloce passata dei topic esistenti utilizzando le parole chiave del mio, per valutare se fosse una buona idea aprirlo, e la ritenni tale.

            In merito al resto del tuo intervento nulla da dire, molto esaustivo e informativo, grazie!
            Mariano

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              Risposta #20: Sabato 10 Ago 2024, 09:51:50
              Per un'interazione emblematica tra Paperino e Pippo, ricordo "Paperino e il vaso cinese" di Pedrocchi/Pinochi.

              In tema continuity, la prima riflessione, banale, è che mi sta benissimo nella misura in cui non impedisce la realizzazione anche di storie dove, pur non contraddicendola, non vi sono particolari necessità di citarla.

              Prendo ad esempio la gagnoriana di questa settimana: storia classica, funzionale, che non ha agganci di contnuity, ma che non va contro ad origini dei personaggi o ad altre cose stabilite; mi sta tutto bene.

              Poi mi dico che l'aver messo una contnuity ci eviterà ambrosianate fuori di logica per cui due personaggi possono incontrarsi per la prima volta nel presente all'infinito, o remake tipo "Banda dei cablatori", del tutto inutili e disastrosi anche solo per la logica minimale della prima apparizione di un personaggio.

              Anche solo per questo, la continuity mi sta benissimo... ;D
              « Ultima modifica: Sabato 10 Ago 2024, 15:50:00 da Photomas2 »

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                Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                Risposta #21: Sabato 10 Ago 2024, 14:18:25
                la volontà di creare una sorta di continuity fra le storie, che secondo me col canone autoconclusivo disneyano ci azzecca molto molto poco.

                la deriva intimistica dei personaggi

                una ricerca esasperata e praticamente morbosa...

                Sono le stesse impressioni che ho io. Si sta trasformando la narrazione di Topolino, Paperino e soci in un racconto stile supereroi Marvel di Stan Lee, dove ogni avvenimento è collegato a miliardi di altri avvenimenti, che ormai è diventata un'ossessione, quasi un delirio. Ma neanche alla Marvel c'era una simile ossessione di collegamenti, perchè gli autori sapevano bene che quello che contava non erano i collegamenti tra le varie storie, ma i personaggi. Pensare solo ai collegamenti tra le storie non è cosa da veri autori, ma da fanatici fanzinari.

                Inoltre, anche la caratterizzazione dei personaggi - sia del mondo dei topi che di quello dei paperi - è sbagliata. E' troppo intimistica, sembra roba da telenovela alla "penultimo mandingo". Così i fumetti disneyani non sono più per bambini, ma per adulti o per persone già grandi.
                Prima, nel mondo classico, invece di scene di gelosia non dette e pensieri vari del genere, c'era solo Paperina che prendeva a mattarellate Paperino, o Paperino che faceva delle scenate, o Minni che buttava fuori di casa Topolino. Adesso sembrano tutti personaggi da serie Harmony. Hanno perso la loro caratterizzazione, diventando irriconoscibili.
                Casty riesce ancora a mantenere la caratterizzazione classica dei personaggi, ma tutti gli altri autori vanno in quell'altra direzione, che mi fa venire in uggia tutti i personaggi. Non sono più loro: hanno lo stesso corpo, ma non hanno la stessa caratterizzazione, la stessa anima, lo stesso stile.

                Topolino non è più Topolino, è harmonyzzato ed è pieno di collegamenti con miliardi di altre storie, come una tela di ragno. A nessuno, un tempo, importava niente dei vari collegamenti tra le storie, e al massimo c'era qualche vago - molto vago - riferimento: ora abbiamo una valanga di collegamenti e connessioni che neanche internet. E appesantiscono la storia.

                Queste cose alla harmony e connessioni infinite con le altre storie piaceranno a molti, magari, ma di certo non a me.

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                maryano21
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                  Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                  Risposta #22: Sabato 10 Ago 2024, 14:40:05
                  la volontà di creare una sorta di continuity fra le storie, che secondo me col canone autoconclusivo disneyano ci azzecca molto molto poco.

                  la deriva intimistica dei personaggi

                  una ricerca esasperata e praticamente morbosa...

                  Inoltre, anche la caratterizzazione dei personaggi - sia del mondo dei topi che di quello dei paperi - è sbagliata. E' troppo intimistica, sembra roba da telenovela alla "penultimo mandingo". Così i fumetti disneyani non sono più per bambini, ma per adulti o per persone già grandi.

                  A me è sempre piaciuto pensare, invece, che il fumetto Disney fosse rivolto praticamente a tutti, dai bambini delle elementari ai novantenni, e la bravura sta nell'avvincere, appunto, tutte le fasce di età e i tipi di lettori. Poi, c'è chi è ancora più bravo (e lo hai citato tu), che riesce a creare intrecci straordinari e a inserire tematiche mature senza sconfinare nella pedanteria o nel criptico, rendendo piacevole qualsiasi storia.

                  Comunque preciso ancora una volta che rendere i personaggi multisfaccettati è IMPORTANTISSIMO, anche quando si tratta di "tipi" come quelli disneyani. Ma c'è differenza tra lo sfaccettare e far evolvere dei personaggi alla maniera dei Grandissimi del Secolo scorso, che non c'è neanche bisogno di menzionare, e invece renderli, appunto, degli attori da melodramma di basso rango costantemente in dubbio con sè stessi, problematici, quasi che si interroghino sul senso della vita... Topolino e il fumetto Disney in generale non è questo. Bisogna saper dare misura alle cose, e la bravura autoriale sta nel creare l'armonia di emozioni, senza straripare in forme assolutistiche delle stesse. Condanno perciò certe sceneggiature di Macchetto (ne ho già parlato nel topic a lui dedicato), in cui si sfocia nel ridicolo e (usando un termine odierno) nel cringe, e appunto alcune di quelle delle nuove leve, che invece, molto spesso per i miei gusti, sfociano nell'esasperazione di una ricerca di sè stessi da parte dei personaggi, quasi a farli rinascere in diversa forma o a crear loro una doppia vita. Spero di essere stato chiaro nella spiegazione, scusate se alcuni passaggi non sono ben comprensibili ahahah
                  Mariano

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                    Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                    Risposta #23: Sabato 10 Ago 2024, 21:46:44
                    A me è sempre piaciuto pensare, invece, che il fumetto Disney fosse rivolto praticamente a tutti, dai bambini delle elementari ai novantenni, e la bravura sta nell'avvincere, appunto, tutte le fasce di età e i tipi di lettori. Poi, c'è chi è ancora più bravo (e lo hai citato tu), che riesce a creare intrecci straordinari e a inserire tematiche mature senza sconfinare nella pedanteria o nel criptico, rendendo piacevole qualsiasi storia.

                    Tutti gli autori più bravi hanno inserito delle tematiche difficili in modo che non fossero capite dai bambini, ma intuite dagli adulti: il problema dell'amministrazione politica (Topolino sosia di Re Sorcio), la disoccupazione (Topolino apprendista di Giuseppe Tubi), la tendenza a vivere in un proprio mondo (Topolino e le regole del Guazzabù), e così via, realizzando nello stesso tempo una storia piacevole per tutti.

                    Comunque preciso ancora una volta che rendere i personaggi multisfaccettati è IMPORTANTISSIMO, anche quando si tratta di "tipi" come quelli disneyani.

                    Un personaggio non ha bisogno di essere "multisfaccettato" per essere ben realizzato: deve essere convincente, coinvolgente, un trascinatore. Se poi gli si mettono delle multisfaccettature ci può stare (tipo Paperino che gioca un tiro a Gastone, ma poi se ne pente perchè il cugino potrebbe morire per quello scherzo), ma è un di più. Infatti, si possono fare dei personaggi multisfaccettati e multinoiosi. Non è la "mutisfaccettatura" il segreto del successo del personaggio: quella è solo una sua componente, e non è sempre necessaria.

                    Ma c'è differenza tra lo sfaccettare e far evolvere dei personaggi alla maniera dei Grandissimi del Secolo scorso, che non c'è neanche bisogno di menzionare, e invece renderli, appunto, degli attori da melodramma di basso rango costantemente in dubbio con sè stessi, problematici, quasi che si interroghino sul senso della vita... Topolino e il fumetto Disney in generale non è questo.

                    Quello è il modo di pensare alla Peter Parker, ma non può essere quello di Topolino, Paperino o Fantomius.

                    Un personaggio costruito in un contesto Disney o in un contesto Marvel...non può cambiare contesto. Non diventa neanche un altro personaggio, diventa un assurdo, come un elefante con tre gambe, o con la proboscide al posto della coda.

                    Bisogna saper dare misura alle cose, e la bravura autoriale sta nel creare l'armonia di emozioni, senza straripare in forme assolutistiche delle stesse. Condanno perciò certe sceneggiature di Macchetto (ne ho già parlato nel topic a lui dedicato), in cui si sfocia nel ridicolo e (usando un termine odierno) nel cringe, e appunto alcune di quelle delle nuove leve, che invece, molto spesso per i miei gusti, sfociano nell'esasperazione di una ricerca di sè stessi da parte dei personaggi, quasi a farli rinascere in diversa forma o a crear loro una doppia vita.

                    Per spiegare: "cringe" significa "strisciare". Detto in quel contesto, significa il comportamento di qualcuno che suscita disagio e vergogna in chi lo osserva. Si potrebbe tradurre con "imbarazzante". 

                    Si tratta del presentare i personaggi Disney come se fossero "adulti", cioè che presentano dei ragionamenti intimistici complessi, tanto da farli sembrare dei personaggi tormentati alla Dostoevskij, o personaggi di shojo manga alla Maison Ikkoku. Si parla di paperi e topi con l'intenzione di fare un manga o un'opera intimistica stile Ricerca del tempo perduto. Invece devono fare Topolino e Paperino: ma temo che nessuno degli autori attuali - magari con poche eccezioni - sappia più chi sono veramente.

                    *

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                      Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                      Risposta #24: Sabato 10 Ago 2024, 22:25:52
                      Quindi, gente come Sisti, Artibani, Bosco, Panaro, Faraci, Gagnor, veterani che recentemente hanno scritto storie di avventura, thriller, gialli, nonché comiche e financo slapstick, non sa chi sono i personaggi che usa, anche se li rispetta nelle loro caratteristiche fondamentali e se ultimamente appunto ha guardato più all'azione che alla psicologia, mentre l'unico che li sa usare è sempre e solo Casty, che nella "Spectralia" (storia comunque pregievole, sia chiaro, prima che mi si dica che dò sempre contro a Casty solo per partito preso) ha toppato clamorosamente nell'usare Topolino perché non gli ha fatto fare in pratica nulla?

                      Mah e rimah...
                      « Ultima modifica: Sabato 10 Ago 2024, 22:42:32 da Photomas2 »

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                        Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                        Risposta #25: Sabato 10 Ago 2024, 22:36:44
                        Quindi, gente come Sisti, Artibani, Bosco, Panaro, Faraci, Gagnor, veterani che recentemente hanno scritto storie di avventura, thriller, gialli, nonché comiche e financo slapstick, non sa chi sono i personaggi che usa, anche se li rispetta nelle loro caratteristiche fondamentali e se ultimamente appunto ha guardato più all'azione che alla psicologia, mentre l'unico che li sa usare è sempre e solo Casty, che nelka "Spectralia" (storia comunque pregievole, sia chiaro, prima che mi si dica che dò sempre contro a Casty solo per partito preso) ha toppato clamorosamente nell'usare Topolino perché non gli ha fatto fare in pratica nulla?

                        Mah e rimah...

                        La Spectralia è un Casty riuscito male, per me, ma ne ho già parlato. Riguardo agli altri autori che hai citato, niente da dire, però questa tendenza nelle storie Disney resta.

                        Intendo quella di:
                        - interiorizzare all'estremo i personaggi Disney dando loro una psicologia da telenovela sudamericana o da personaggi manga. Per esempio, la famigerata storia del ritorno di Reginella di Bruno Enna è tutto uno shojo manga. 
                        - fare delle connessioni tra le storie (la famigerata continuity) in modo così ossessivo che praticamente si segue prima la continuity e poi la storia e poi, forse, i personaggi.
                        - ci aggiungerei gli spiegoni: quelli di Casty nella Spectralia erano tremendi. Spero che nessuno segua questa nuova tendenza.

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                          Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                          Risposta #26: Sabato 10 Ago 2024, 22:56:33
                          Ma mica tutte le storie di adesso sono interiorizzazioni: sul "Topo" di questa settimana, ad esempio, se ne trovano solo alcune nella per me orrenda di Paperino-Wolverine.

                          Sinceramente, io non vedo questo abuso di storie "psicologiche": le trovo comunque una gradevole minoranza che fa capolino più spesso che in passato, e che ci mostra sfaccettature che non conoscevamo di vari personaggi. Ma, anche dopo la "Ballata", ad esempio, Rockerduck è rimasto lo stesso identico nelle sfide con Paperone.

                          Peggio aveva fatto allora "Dalla parte sbagliata", storia splendida che approfondisce psicologicamente il rapporto Topolino/Gambadilegno, ma che al contempo è stata la capostipite della degenerazione di Pietro, ridotto troppo spesso a macchietta, con qualche eccezione, sino al recente recupero da parte di Artibani.

                          E questo giusto per fare un esempio...

                          A me, la storia di Enna che aveva reintrodotto Reginella non era sembrata così shojo, altrimenti le ciminiane cosa erano? Esempi di quei melodrammi psicologici che non ti garbano oggi?

                          Quanto alla continuity, non la trovo così ossessiva. Meglio questa, però, che storie anni '90 in cui Paperinik si trovava con le gomme bucate della 313/X e doveva perdere tempo a cambiarle prima di inseguire i criminali, senza motivo visto che la 313/X vola, come fatto in mille altre storie.

                          Quanto agli spiegoni... Beh, quelli di Aribani nella storia con Myklos sono perfetti anche se lunghissimi! :rotfl: :rotfl: :rotfl:

                          Ps: se sei della mia generazione, a te Ufo Robot Goldrake 25, "Un amore sbocciato nello spazio" (la puntata con Naida, per capirci), è garbata zero, giusto? ;D
                          « Ultima modifica: Domenica 18 Ago 2024, 19:07:27 da Photomas2 »

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                            Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                            Risposta #27: Sabato 10 Ago 2024, 23:24:00
                            Ma mica tutte le storie di adesso sono interiorizzazioni: sul "Topo" di questa settimana, ad esempio, se ne trovano solo alcune nella per me orrenda di Paperino-Wolverine.

                            Il Paperino-Wolverine è orrendo. Su questo siamo tutti d'accordo.

                            A me, la storia di Enna che aveva reintrodotto Reginella, non era sembrata così shojo, altrimenti le ciminiane cosa erano? Esempi di quei melodrammi psicologici che non ti garbano oggi?

                            Lo stile di racconto di Enna è totalmente diverso da quello di Cimino. Ma non c'è abbastanza spazio per spiegarlo. Diciamo che quello di Enna è uno shojo manga mescolato con telenovele sudamericane e una psicologia dozzinale. E - come se non bastasse - anche con terribili, lunghissimi e spaventosi spiegoni.

                            Cimino, invece, è un poeta. 

                            Ps: se sei della mia generazione, a te Ufo Robot Goldrake 25, "Un amore sbocciato nello spazio" (la puntata con Naida, per capirci), è garbata zero, giusto? ;D

                            Sbagliato. La storia di Naida ("L'amore che sbocciò nel cielo" suona meglio) è un capolavoro di storia  drammatica e di grande complessità psicologica, e quindi lo apprezzo molto. Non è di mio gradimento, vista la violenza della storia: ma la qualità - disegni, trama, psicologia, impostazione - è altissima.

                              Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                              Risposta #28: Domenica 11 Ago 2024, 00:13:49
                              Quindi, gente come Sisti, Artibani, Bosco, Panaro, Faraci, Gagnor, veterani che recentemente hanno scritto storie di avventura, thriller, gialli, nonché comiche e financo slapstick, non sa chi sono i personaggi che usa, anche se li rispetta nelle loro caratteristiche fondamentali e se ultimamente appunto ha guardato più all'azione che alla psicologia, mentre l'unico che li sa usare è sempre e solo Casty, che nella "Spectralia" (storia comunque pregievole, sia chiaro, prima che mi si dica che dò sempre contro a Casty solo per partito preso) ha toppato clamorosamente nell'usare Topolino perché non gli ha fatto fare in pratica nulla?

                              Mah e rimah...

                              Personalmente, gli autori che hai citato all'inizio sono proprio quelli su cui non ho nulla da dire, anzi, praticamente solo complimenti. Io trovo un problema, per esempio, con alcune storie di Nucci, alcune intimistiche, altre sempre all'insegna della "rinascita" di un personaggio, altre ancora che sembra vogliano riscriverne le origini...

                              Per il discorso Casty, credo sia il mio terzo autore preferito di sempre (dietro ai suoi due modelli, Floyd e Scarpa), ma non sono assolutamente di parte nell'ammettere che la Spectralia sia una storia come sempre di altissimo livello (sia narrativo, sia grafico, eccetera), ma leggermente deludente in relazione all'hype e soprattutto in relazione a me stesso, dato che non ho mai apprezzato la saga di Atlantide al pari delle altre di Casty, di cui alla fin fine preferisco i gialli, e non le storie d'avventura.
                              Mariano

                                Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                                Risposta #29: Lunedì 12 Ago 2024, 14:07:52
                                Capisco e condivido l'intervento di apertura di maryano21.

                                Poco amo l'esasperazione della continuità perfino nel fumetto Bonelli (che l'ha sempre caratterizzato) figuriamoci nel fumetto Disney in cui negli anni sessanta e primi settanta era meno che flebile.

                                E poi questa fregola di scavare nel passato e nelle personalità dei personaggi come se si trattasse di classici della letteratura russa...la pedanteria è dietro l'angolo.

                                Anche l' estremizzare comportamenti e drammatizzazioni oggi di moda trovo sia fastidioso.
                                Quando ho letto in "Foglie Rosse" di una papera-teen dire  "che ansia" come le ragazzine di un posto al sole (che anzia) , ho ben capito che il fumetto Disney contemporaneo non fa per me.
                                ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

                                 

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