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Continuity e caratterizzazioni di poco senso

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Samu
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PolliceSu   (2)
    Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
    Risposta #60: Domenica 18 Ago 2024, 20:56:53
    Non è meglio spostare questo topic dalla sezione dei Commenti sulle storie a quello più generico riservato alle "altre discussioni"?

    Dato che la tematica affrontata è ampia, credo sia la sezione più adatta dove collocarlo.

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    Atius
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      Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
      Risposta #61: Domenica 18 Ago 2024, 21:16:37
      una cosa che odio è che da un testo scritto si ricavi un significato totalmente differente da quello evidentemente prospettato dal suo autore.
      A me pare che il significato di quel testo scritto non lasci il benché minimo dubbio e credo che le molte ristampe da te citate, ristampe che riguardano Scarpa, Cimino eccetera, siano il modo scelto dalla direzione per "tenere buoni" i lettori nostalgici in modo che non rompano troppo le scatole chiedendo cacce al tesoro e baruffe familiari ancora oggi.

      edit: aggiungo, a ribadire che non vi sono dubbi sul significato di quel testo, che, in piena coerenza con quello che si vuol fare passare per "significato totalmente differente", Bertani ha cacciato da Topolino Luciano Gatto, che forse non sarà un Maestro come quelli a cui si dedicano tante ristampe, ma sempre un Maestro rimane.

      Aggiungo poi che a me piace la "linea" bertaniana, ma ciò non mi impedisce di considerare un gravissimo errore e una mancanza di rispetto verso i lettori il palese disprezzo ostentato verso le storie di una volta, la cacciata di Gatto e tante altre piccole cose che traspaiono da ogni numero. Bisogna cambiare valorizzando e preservando il passato, non rottamandolo.

      No, mi spiace sembrare perentorio, ma il significato di quel testo è univoco. Figuriamoci se Bertani, colui che ha voluto recuperare il Paperinik diabolico vendicatore e il Macchia Nera degli esordi nonché la criticatissima Spada di Ghiaccio, è uno che sta rottamando il passato e nel suo editoriale i suoi riferimenti fossero ai capolavori immortali di Ciminoe Scarpa (in cui, in sostanza, invitava i nuovi autori a non ispirarsi ai pilastri della scuola Disney italiana). Ma davvero vi sembra credibile? Suvvia...
      Certo Bertani sta cercando di favorire un nuovo modo di narrare, ma questo non significa che stia affossando il passato (anche perché tu mi fai l'esempio di Gatto, io ti posso fare i controesempi di Rota e Pezzin...).
      « Ultima modifica: Domenica 18 Ago 2024, 21:19:55 da Atius »
      O Patria, mia solleva il capo affranto / Sorridi ancora, o bella tra le belle / o madre delle madri asciuga il pianto! / Il ciel per te s'accenda di fiammelle / Splendenti a rischiarar ancor la via / Sì che tu possa riveder le stelle! / Dio ti protegga Italia, così sia.

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      Samu
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        Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
        Risposta #62: Domenica 18 Ago 2024, 21:29:51
        Concordo con Atius.

        Il suggerimento esplicito che ha fornito Bertani nel suo editoriale è rivolto agli aspiranti sceneggiatori del domani come invito a tenersi alla larga da cliché stantii che hanno fatto il loro tempo, specie quando vengono reiterati stancamente e senza aggiungere nulla di nuovo che faccia prendere seriamente in considerazione i soggetti/le sceneggiature che l'aspirante autore invia.

        Per dire, da una situazione storicizzata si possono trarre comunque ottime storie, penso alla serie Pianeta Paperone nella quale Vito Stabile, di storia in storia, esamina una peculiarità celebre dello Zione ma portando avanti il racconto in maniera interessante e fresca o alla storia di Badino riguardo la bombetta di Rockerduck, trasformata da simbolo di sconfitta perentoria a metafora di riscatto e portavoce di una iniziativa imprenditoriale poi rivelatasi fiorente.

        Sta a vedere il modo con cui queste idee vengono sviluppate, se in maniera stanca e ripetitiva oppure in modo intrigante.
        È lì che sta la differenza, pure in situazioni già note ai lettori di Topolino.

        Ed è a questo che credo Bertani faccia riferimento nel suo editoriale, anche perché il tema portante della sua riflessione era indirizzato agli aspiranti autori del futuro e non ad intaccare le storie di artisti del passato che hanno creato tanti racconti bellissimi nel corso della loro florida carriera disneyana.

          Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
          Risposta #63: Domenica 18 Ago 2024, 21:44:35
          il significato di quel testo è univoco.
          Indubbiamente, ma nel senso opposto a quello che pensi. Se Bertani avesse voluto fare riferimento ai cliché, a certi modi di scrivere le storie, senza affossare il passato, avrebbe scritto semplicitamente che vanno evitate le situazioni e le battute viste e riviste mille volte in passato, invece di parlare di "immaginario di storie che sembra uscito da un Topolino di decenni fa". Bertani non sta criticando i cliché, le battute, il modo di narrare, ma proprio quel tipo di storie, con i loro temi e i loro contenuti.
          "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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            Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
            Risposta #64: Domenica 18 Ago 2024, 21:59:01
            A me pare che il significato di quel testo scritto non lasci il benché minimo dubbio e credo che le molte ristampe da te citate, ristampe che riguardano Scarpa, Cimino eccetera, siano il modo scelto dalla direzione per "tenere buoni" i lettori nostalgici in modo che non rompano troppo le scatole chiedendo cacce al tesoro e baruffe familiari ancora oggi.

            A me sembra, invece, che le numerose ristampe siano pensate soprattutto per chi vuole, appunto, rivivere le emozioni che quella storia gli ha fatto vivere e dare occasione a chi non c'era di scoprirle.
            Citazione
            Bisogna cambiare valorizzando e preservando il passato, non rottamandolo.
            A me sembra che la valorizzazione del passato c'è, in primis con la già citata testata "Grandi Autori" e i GCD, che hanno appunto l'obiettivo di ristampare le storie meno note degli anni passati.
            Citazione
            Bertani non sta criticando i cliché, le battute, il modo di narrare, ma proprio quel tipo di storie, con i loro temi e i loro contenuti.
            Sinceramente, non capisco come stia criticando le storie del passato. Sta solo dicendo che appartengono a un tempo che difficilmente verrebbe compreso oggi.

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              Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
              Risposta #65: Domenica 18 Ago 2024, 22:17:07
              Apprezzo gli interventi di tutti, e certe volte fatico a comprenderli perché la tematica è piuttosto ambigua e dà adito a varie interpretazioni e sfaccettature di pensiero... Comunque, in generale concorderei sul delineare un'"ipocrisia" di fondo da parte della nuova direzione nel rifiutare l'"immaginario di storie di decenni fa" e poi riproporre o rivisitare i classici, uno su tutti La Spada di Ghiaccio. La questione di Gatto, invece, io sapevo fosse legata principalmente allo stile grafico, ritenuto appunto obsoleto per il nuovo corso.

              A proposito di ciò, sento da tanto tempo la voglia di criticare la nuova linea grafica del giornale, che vale per praticamente tutti gli autori, salvo qualcuno (Cesarello e più o meno Maccarini, escludendo ovviamente maestri come Cavazzano e disegnatori immutabili come Guerrini).
              Vi sta parlando uno che si è quasi messo a piangere quando ha incontrato Freccero a Lucca, dopo averne ammirato i disegni per anni... ma sotto la sua supervisione la redazione pullula di disegnatori identici nel tratto, e sfido a dire di no.
              Confrontate Zanchi, Freccero e Baccinelli. È un trova le differenze a difficoltà estrema.
              Mariano

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              Eurasia
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                Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                Risposta #66: Domenica 18 Ago 2024, 22:27:43
                Confrontate Zanchi, Freccero e Baccinelli. È un trova le differenze a difficoltà estrema.

                Giusto
                Before Zanchi's last development, I saw many of his stories and thought they were Freccero's
                But now I can tell the difference, although that mixing is still happening to me between Freccero and other artists
                « Ultima modifica: Domenica 18 Ago 2024, 22:35:18 da Eurasia »

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                Fantasio
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                  Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                  Risposta #67: Lunedì 19 Ago 2024, 00:47:59
                  A me sembra che la valorizzazione del passato c'è, in primis con la già citata testata "Grandi Autori" e i GCD, che hanno appunto l'obiettivo di ristampare le storie meno note degli anni passati.
                  Stiamo parlando di pubblicazioni nate nel 1957 (i Classici) e nel 1980 (i GCD), e nel tempo affiancate da molte altre. Per quanto una direzione possa commettere degli errori, non uccide mai la gallina dalle uova d'oro: Classici e Grandi Classici, ma anche Grandi Autori, hanno sempre avuto un notevole successo (per ovvi motivi) e questa è l'unica ragione per cui vengono fatti continuare, non perché si voglia valorizzare qualcosa in cui - palesemente - non si crede affatto.

                  Aggiungo che questa difesa a oltranza di Bertani, basata sulla cieca negazione di quanto è evidente a chiunque sappia leggere, rende un pessimo servizio allo stesso Bertani, la cui direzione, anche se piena di errori, vede questi in minoranza rispetto alle scelte azzeccate. Fingere che gli errori siano solo frutto di una interpretazione sbagliata di frasi e concetti che più chiari non potrebbero essere alimenta il già notevole astio contro di lui, che invece andrebbe aiutato a capire dove sbaglia e come rimediare. Forse non sarebbe capace di ascoltare, e certi suoi editoriali passati fanno pensare che sia una di quelle (numerosissime) persone che di fronte alle critiche reagiscono con fastidio (per usare un eufemismo), ma lo spazio per fare delle critiche costruttive è ampio, e non sarà negando l'evidenza che lo si potrà riempire.
                  « Ultima modifica: Lunedì 19 Ago 2024, 00:50:56 da Fantasio »
                  "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                    Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                    Risposta #68: Lunedì 19 Ago 2024, 10:10:48
                    La difesa ad oltranza di Bertani è la diretta consequenza dell'offesa ad oltranza nei suoi confronti, fatta spesso a partito preso e con un accanimento... si dice "degno di miglior causa", e invece no, è indegno di qualsiasi causa!
                    Non parliamo poi di quelli che insistono su quanto è brutto il Topolino di oggi, ma francamente mi sono stancato di rispondere, meglio ignorarli...
                    Io son nomato Pippo e son poeta
                    Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                    Verso un'oscura e dolorosa meta

                      Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                      Risposta #69: Lunedì 19 Ago 2024, 11:06:25

                      Non parliamo poi di quelli che insistono su quanto è brutto il Topolino di oggi, ma francamente mi sono stancato di rispondere, meglio ignorarli...

                      Potresti essere più specifico?
                      Mariano

                        Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                        Risposta #70: Lunedì 19 Ago 2024, 11:58:57
                        La difesa ad oltranza di Bertani è la diretta consequenza dell'offesa ad oltranza nei suoi confronti, fatta spesso a partito preso e con un accanimento... si dice "degno di miglior causa", e invece no, è indegno di qualsiasi causa!
                        Verissimo anche questo, ma due comportamenti sbagliati non ne fanno uno giusto.
                        Citazione
                        Non parliamo poi di quelli che insistono su quanto è brutto il Topolino di oggi, ma francamente mi sono stancato di rispondere, meglio ignorarli...
                        Anche ignorarli non serve. Vanno capite le loro ragioni (che ci sono), e poi serve pazienza.
                        "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

                          Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                          Risposta #71: Lunedì 19 Ago 2024, 11:59:49

                          Non parliamo poi di quelli che insistono su quanto è brutto il Topolino di oggi, ma francamente mi sono stancato di rispondere, meglio ignorarli...

                          Potresti essere più specifico?
                          Non ce l'ho con te! :-)
                          Neanche con Fantasio, o a chi ha fatto critiche motivate, ma solo con chi dice che è tutto da buttare (se sono più specifico, poi mi tocca anche rispondere anche a chi voglio ignorare, quindi preferisco evitare!)...
                          Io son nomato Pippo e son poeta
                          Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                          Verso un'oscura e dolorosa meta

                            Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                            Risposta #72: Lunedì 19 Ago 2024, 13:11:42

                            Non parliamo poi di quelli che insistono su quanto è brutto il Topolino di oggi, ma francamente mi sono stancato di rispondere, meglio ignorarli...

                            Potresti essere più specifico?
                            Non ce l'ho con te! :-)
                            Neanche con Fantasio, o a chi ha fatto critiche motivate, ma solo con chi dice che è tutto da buttare (se sono più specifico, poi mi tocca anche rispondere anche a chi voglio ignorare, quindi preferisco evitare!)...

                            Sisi l'avevo capito ahahah, scusa per il fraintendimento. Volevo solo comprendere che genere di critiche per partito preso venissero rivolte al nuovo settimanale.
                            Mariano

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                              Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                              Risposta #73: Lunedì 19 Ago 2024, 13:53:50
                              Però io ho notato una cosa, ma magari mi sbaglio, ossia che da un annetto e mezzo, forse anche due anni a questa parte, questa continuity molto marcata voluta all'inizio dell'"era Bertani" stia un po' scemando. Mi spiego: inizialmente, pareva quasi che ogni storia (almeno quelle importanti che aprono e chiudono un numero) dovesse sempre fare riferimento alle altre. Quando c'erano di mezzo i bumpers bisognava specificare che Qui e Quo fossero a giocare a calcio e viceversa durante le partite Qua doveva sempre specificare perché lui non giocasse. Vertigo era nominato più volte tra i cattivi principali (anche al museo delle cere), Red Duckan compariva quasi forzatamente in molte storie corali (nella grande corsa si presentò tra i partecipanti in pompa magna per poi non fare praticamente nulla nella storia)...
                              Oggi vedo molto più un ritorno alla continuity autore per autore O una "normalizzazione" di certi personaggi. Sul primo punto, ad esempio, riferimenti ai fatti accaduti a Ducktopia sono presenti solo nelle storie dello stesso Artibani. Nucci inserisce cameo nelle sue storie relative ad altre sue storie (forse l'unica vera eccezione fu La lampada bisestile, ma quello fu un evento abbastanza particolare), Mastantuono ha una sua continuity tra Papersera (dove al massimo come personaggio extra ha inserito il suo stesso Bum Bum) e Blue Peaks, Gervasio ha proseguito seguendo Don Rosa e Martina in primis come ha sempre fatto e Casty Scarpa e Gottfredson. Il massimo di diverso sono state le streghe vulcaniche che hanno fatto riferimento in una vignetta al pianeta ramingo (ma appunto per una vignetta e basta). Oppure il fatto che ad oggi nessuno, nemmeno lo stesso Enna, abbia citato manco per sbaglio i fatti de Gli Evaporati. Per quanto riguarda la "normalizzazione dei personaggi" di cui sopra intendo che ormai i personaggi creati negli ultimi anni paiono essere ormai trattati alla stregua degli altri. Mi spiego, se all'inizio qualcuno di Area 15 appariva altrove, c'era sempre un piccolo dialogo che spiegava quasi forzatamente chi fosse (cose banali tipo "quando più tardi tornerò all'Area 15...", ora compaiono e basta, come se comparisse un Rock Sassi o una Brigitta, che quando furono creati nessuno poteva immaginare sarebbero rimasti ancora oggi e utilizzati da tanti autori. Oppure le nuove giovani marmotte. All'inizio ognuno di loro doveva avere uno scopo in ogni storia, oggi ci sono perché esistono ovviamente, ma nell'ultima storia erano praticamente sullo sfondo, quasi non avevano battute, perché giustamente non c'è bisogno di forzare la loro presenza quando non è necessaria. O anche Irk che in non ricordo quale storia con esattezza era semplicemente con Manetta, sempre sullo sfondo, poiché giustamente è stato "normalizzato", fa insomma parte del cast e basta (come all'epoca fu per Rock Sassi). Insomma, credo siano stati fatti passi avanti, riuscendo a far apparire più naturali e meno forzati l'inclusione di diversi personaggi nelle varie storie (oggi se un Duckan non serve in una storia, anche se ambientata al club dei miliardari, semplicemente non c'è!), il che le rende più simili al passato, dove capitava di fare riferimento a storie precedenti, ma solo quando ce ne fosse realmente bisogno (al contrario ad esempio di Topolino che passa una pagina a parlare con Qui, Quo e Qua, quando li incontra nel "crossover" con Paperinik, degli avvenimenti delle ultime storie anche se di fatti non aveva alcuna importanza in quella storia specifica).

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                                Re:Continuity e caratterizzazioni di poco senso
                                Risposta #74: Lunedì 19 Ago 2024, 16:19:28
                                Aggiungo che questa difesa a oltranza di Bertani, basata sulla cieca negazione di quanto è evidente a chiunque sappia leggere, rende un pessimo servizio allo stesso Bertani, la cui direzione, anche se piena di errori, vede questi in minoranza rispetto alle scelte azzeccate. Fingere che gli errori siano solo frutto di una interpretazione sbagliata di frasi e concetti che più chiari non potrebbero essere alimenta il già notevole astio contro di lui, che invece andrebbe aiutato a capire dove sbaglia e come rimediare. Forse non sarebbe capace di ascoltare, e certi suoi editoriali passati fanno pensare che sia una di quelle (numerosissime) persone che di fronte alle critiche reagiscono con fastidio (per usare un eufemismo), ma lo spazio per fare delle critiche costruttive è ampio, e non sarà negando l'evidenza che lo si potrà riempire.
                                Tu sei padrone di criticare Bertani quanto ti pare e piace ma questo modo di rivolgerti a coloro che hanno una opinione divergente dalla tua rispetto a quello che ha scritto in uno stralcio di un suo editoriale ergendolo a "simbolo" di come la sua direzione rifiuti categoricamente il passato non so se mi faccia ridere o cascare le braccia.

                                Forse tutte e due le cose.

                                Credo, da quello che hai scritto, che sia tu piuttosto ad avere poca disponibilità all'ascolto di chi ha idee diverse dalla tua.

                                Di che cosa stiamo discutendo?

                                È bene secondo me fare un passo indietro e ricordarcelo.

                                Stiamo parlando di uno stralcio di un editoriale.

                                Rivolto a chi?

                                Agli. Aspiranti. Autori. Del. Domani.

                                Ogni giornale ha la propria linea editoriale e pretendere che nel 2024 Topolino pubblichi le stesse storie che venivano pubblicate trenta o quaranta anni fa mi sembra assurdo.

                                I tempi cambiano, mutano i modi di raccontare, il lettore vuole leggere cose nuove, che stiano al passo con i tempi, con sensibilità che siano in linea con il suo vissuto moderno.

                                Questa tua interpretazione (tua, non rispecchia affatto quella "inequivocabilità" di cui parli, sottolineiamo) per cui ciò ti dà adito a pensare che si debba tradurre come un "buttiamo il passato alle ortiche perché non serve più" la trovo fuori fuoco come scriveva lo stesso direttore per fare riferimento ai soggetti che non interessano alla redazione.

                                Se vuoi criticare Bertani, la redazione, la linea editoriale sei libero di farlo e di trovare tutti gli appigli che ti pare.

                                Ma attaccare così la direzione a partire da un invito rivolto agli aspiranti autori del futuro etichettando le sue parole con un marchio secondo cui tutto il passato è da buttare lo trovo ingiusto.

                                Le storie di Topolino del passato fanno parte della Storia (con la S maiuscola) del settimanale: Scarpa, Cimino, Martina, Pezzin... sono autori che hanno plasmato l'immagine del modo di scrivere Disney della scuola italiana.

                                Vuoi che la direzione non sappia il valore di questi autori e delle loro storie, loro che poi valorizzano questo patrimonio culturale con testate apposite come i Grandi Autori nata appunto per questo motivo dalle ceneri della vecchia serie degli speciali colorati?

                                O la stessa testata dei Grandi Maestri, rivolta ad un pubblico disposto a spendere cifre più considerevoli del suo contraltare in brossura?

                                Lasciamo stare i Grandi Classici che esistono da ben prima che iniziasse la direzione attuale. Ma queste due sono state volute dalla direzione di Bertani e questo cozza molto con la tua opinione secondo cui alla direzione contemporanea il passato non interessa.
                                Che poi sugli stessi Grandi Classici è iniziata da poco una rubrica atta a valorizzare autori poco conosciuti, su Zio Paperone ogni mese viene selezionata e approfondita una storia denominata "Superstar", ripescata dal passato per proporla ai lettori di oggi con un redazionale apposito.
                                La stessa cosa la si fa su Paperino.

                                De che stamo a parlà?

                                Ciò che non interessa di quel "passato" del giornale è piuttosto la sua concretizzazione in soggetti proposti da aspiranti autori nuovi ma difatti scialbi perché visti e rivisti, "che sembrano usciti da un immaginario di storie di decenni fa" perché (credo, è la mia visione, non mi azzardo certo a veicolarla per univoca!) sono zeppe di cliché e situazioni stantie che, dopo una vita di pubblicazione editoriale, hanno francamente stancato.

                                Per affermare una cosa simile, evidentemente, avrà appurato che un certo numero di aspiranti autori si rifà ad un immaginario di storie fin troppo legato al passato nel senso di cose lette e rilette fino alla noia, senza un briciolo di novità.

                                Altrimenti non avrebbe dedicato il suo editoriale a questo.

                                Vuol dire che gli premeva fare questa riflessione.

                                Che io leggo come un incoraggiamento a chi vuole scrivere Disney di interessarsi a ciò che può suscitare curiosità ai lettori di oggi e non ad un immaginario del Topolino classico, standard, stereotipato che in tanti anni di pubblicazione è normale si sia codificato e ha poco da offrire se non si aggiunge un tocco di sana e irrinunciabile novità.

                                Chiudo sottolineando una cosa che mi preme rimarcare: qui nessuno è l'avvocato difensore di Bertani.

                                Si chiama divergenza di opinioni, sono stanco di leggere questo volere dividere gli utenti del sito in due fazioni, come uno spartiacque che periodicamente viene fuori nelle discussioni.

                                Bertani sì, Bertani no.

                                Bertani è bravo, Bertani sbaglia.

                                Bertani criticato perché sì, Bertani elogiato ciecamente.

                                Bertani così, Bertani colì.

                                Godiamoci la lettura del Topolino in santa pace e impariamo ad accettare l'esistenza di opinioni differenti, frutto di una visione delle cose diverse e soprattutto senza affibbiare queste etichette di "difensori ad oltranza" che sono offese gratuite a chi esprime una idea diversa da chi è invece fermamente convinto che la direzione voglia affossare il passato editoriale del giornale.

                                Se vuoi tenerti stretta questa opinione assurgendola a verità incontrovertibile, Fantasio, per me sei padronissimo di farlo.

                                Ma ti invito caldamente a non sconfinare nel dire che chi ha opinioni diverse dalla tua sia il difensore di turno di Tizio o di Caio.

                                Nessuno ci guadagna un piffero nell'essere pro o contro Bertani.

                                Semmai, si fa semplicemente portavoce del proprio punto di vista.
                                 :)

                                Buon Topolino a tutti,

                                - Samuele.

                                 

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