Bertani deve aver letto la discussione sulla continuity e aver pensato "adesso ci faccio un bel numerino dei miei, va là"
E ci ha messo dentro:
il ritorno di una serie cult di un autore cult dei tempi d'oro; (GRAZIE BERTANI)
la seconda puntata del remake non richiesto di una parodia; (NOOO BERTANI CHE FAI)
una danese; (BERTANI RICORDATI DEGLI AMICI)
il ripescaggio di Dinamite Bla, dopo un periodo di oblio; (UFFA BERTANI SMUCINA MEGLIO QUEL CASSETTO)
una storia "di continuity" pura. (THE BERTANI SHOW PRESENTS...)
Poi le due brevi sono abbastanza irrilevanti, e le storie vere sono tre.
A tal proposito. Quando lurkavo, vedevo molte lamentele sulle danesi pubblicate da De Poli. Quella roba disegnata sempre da Andersen, Pujadas e Fecchi; beh, alcune di quelle storie (forse perché di foliazione non breve) avevano soggetti strampalati o quantomeno interessanti.
Queste brevi di Midthun o Peinado o eccetera sono ben disegnate, ma le trovo scialbette.
C'è ancora una marea di roba di Rota inedita in Italia. Anche con i dialoghi stravolti, mi piace pensare che siano comunque meglio delle solite marachelle. Se non altro, per completismo. (E comunque alcune le ho lette, e so per certo che sono meglio.)
Detto ciò. Mi domando se non sia stata quella danese con Miss Paperett, pubblicata un annetto fa, ad ispirare questa nuova storia, dove assistiamo al passaggio di consegne tra le due versioni più note del personaggio.
(E anche a questo evento storico c'eravamo. Davvero, quali altri lacune ci restano da colmare?)
La Tops Storia, già dalla copertina censurata lo si poteva intuire, è la meno "bella" della serie, o forse solo la meno ispirata, in quanto ho avuto l'impressione che Pezzin abbia cambiato il soggetto in corso d'opera (quel riferimento matematico iniziale poi irrilevante).
Ma è comunque una Tops Storia di Pezzin: tanta atmosfera, Cesarello in palla, e una trama che nel multiverso bertaniano c'entra come i cavoli a merenda, eppure non stona.
E a me vedere Pezzin nei credits al giorno d'oggi fa venire un brividino di piacere e molta, molta commozione.
Infine, il remake. La scorsa settimana ho taciuto, intristito dall'intervista a Sisti, che aveva confermato l'origine di questa commission, e aveva poi rincarato la dose spiegando i suoi gusti da me non condivisi (mi riferisco a Paperanna; non capisco cosa ci sia di desueto nella logorrea; a me fa ridere, e in quanto logorroica, non in quanto femmina logorroica). L'impressione era che questa storia fosse l'equivalente dei Classici Disney live action: numerosi ricalchi dalle versioni animate, qualche lieve differenza, ammodernamenti non richiesti, generale piattume in luogo della vecchia brillantezza, fastidiosa volontà di creare un nuovo canone in luogo dello storico.
L'intreccio della prima puntata mi aveva confermato tutte queste impressioni.
Ora, nella seconda parte fortunatamente arrivano le innovazioni (rispetto a Gazzarri/Carpi, naturalmente), pertanto il fastidio è stato minore.
Tuttavia, resto dell'idea che trasformare in franchise pure Sandopaper non sia sano. C'è stato pure il precedente di Papero Magno; non è bastato?
Non so voi, ma dei film contemporanei (remake e franchise in primis), anche quelli che in prima visione gradisco, non ne riguardo più uno.
Con questi remake topoliniani (valgono anche quelli dell'era De Poli) faccio lo stesso.
Nota su Freccero. Prova magistrale, superba, lezione di disegno. Ora ha davvero dimostrato di meritarsi il ruolo che ha. Io lo adoravo nei '90, sia all'inizio (carpiano) che nel periodo nervoso pikappico; in seguito, mi era sembrato ammorbidirsi troppo. Qui dimostra una padronanza del mezzo da manuale. Se è stato capace di ri-carpizzarsi così, vuol dire che è capace di imitare chiunque altro, e può disegnare pressoché tutto. La copertina del compleanno di Paperino ne è una ulteriore prova.
Allora la domanda: perché non lo fa più spesso? Preferirei vedere molte più storie disegnate (magari con questo stile) da Freccero che storie di Held o Palazzi rovinati (a mio parere e salvo equivoci) dalle indicazioni di Freccero. (A Picone invece è stato utile.)
Nota sui colori carichi e anacronistici: ho sempre pensato che fossero più simpatici ed intimi.