Un numero piuttosto infantile, a volte nella forma, a volte nella sostanza.
Nel secondo caso metto le tanto celebrate sinergie tra Marvel e Disney: l'ultimo Paperino-Thor si salva per le illustrazioni di Pastrovicchio ma sia i colori (così forti, come solo quelli a spirito di un bambino delle elementari potrebbero essere) che la sceneggiatura (così semplice, elementare, con i soliti alieni) mi hanno lasciato perplesso. Evidentemente questi prodotti americani della DPW sono rivolti ad un pubblico tipo quello di Topolino Junior e, inseriti fra le mature e articolate storie della Panini, non reggono proprio il confronto, al di là della loro specificità sinergica.
Nel primo caso includo il prét-à-porter di Minni, Betty e Priscilla le cui avventure nel campo della moda sarebbero anche interessanti se non fosse per dei disegni in cui sembrano tutte bambine, sia le allieve della scuola che le insegnanti.
Minni ha 30 anni ed è inutile farla passare per un'adolescente. Stesso discorso per le sue amiche più o meno coetanee. Riguardo il look, semplicemente orrendi i capelli di Priscillla, un ammasso lanoso senza arte né parte. Da rivedere come quello di altre protagoniste: si salva solo l'unica allieva black della scuola, con le classiche crocchie 'alla Topolino' (sarebbe meglio dire 'alla Minni', in questo caso) che riflettono realmente le attuali mode umane in fatto di capelli.
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Il resto del numero non è che sia granché: la storia calcistica riesce a salvarsi dalla tipica stressante confusione pallonara con un finale dove non è tutto oro quel che luccica e con una interessante caratterizzazione di un calciatore ingiustamente bistrattato. Le illustrazioni di Alessandro Perina restano, secondo me, sempre al limite fra una morbida e gradevole classicità e una certa nota di pesantezza. Nota che, se si intravede nelle storie di altro genere, in quelle prettamente sportive appare più evidente.
"Le Voci dallo Spazio" convincono per le tavole di De Lorenzi che ha ulteriormente affinato il suo stile che era già piuttosto elegante ma per il resto mixano delle particolari intuizioni di Paperone concretizzate dall'inventiva di Archimede con un particolare storico sentimento dello zione che in questo caso non mi pare c'entrasse più di tanto, inserito tanto per. Oltretutto non credo proprio che sulle pareti del suo ufficio Paperone metta dei quadretti così 'espliciti', alla vista di tutti (magari anche di Brigitta). Quel sentimento lo ha inizialmente tenuto segreto e poi, una volta svelato, lo ha sempre tenuto al riparo da 'occhi indiscreti', e non solo nelle storie di Don Rosa.