Recensione Topolino 3591 Il numero di
Topolino 3591, in uscita il 18 settembre 2024, mostra una copertina che ammicca al passato. Il cappello di Pippo infatti è lo stesso del classico cortometraggio animato del 1937
Lonesome Ghosts, in cui il trio forma un’agenzia di acchiappafantasmi, chiamata Ajax.
Lo stesso corto aveva suggestionato Floyd Gottfredson, autore all’epoca di una delle sue storie più famose, una avventura ricca di tensione e di mistero:
Topolino nella casa dei fantasmi.
La storia di
Luca Barbieri e
Roberto Vian,
Topolino e il ritorno degli acchiappafantasmi, si collega a quegli eventi in maniera piuttosto tenue, ripartendo dal nome dell’agenzia nella vecchia traduzione italiana A.P.A.S. – Agenzia Poliziotti Anti Spiriti (mentre era ACME nella striscia originale e in recenti traduzioni italiane come quella de
Gli Anni d’Oro di Topolino), con la convocazione di Paperino un po’ raffazzonata,
per proporre una trama in equilibrio tra giallo e horror, senza centrare pienamente l’obiettivo. L’inizio risulta comunque piacevolmente misterioso e paranormale, e la risoluzione della vicenda,
con un chiaro omaggio agli anni Trenta, risulta interessante. I personaggi secondari, in compenso, sono tutto tranne che minacciosi. Vian ai disegni risulta una scelta coerente. Il suo passato in
X-Mickey,
certe inquadrature sghembe e alcune linee nervose donano quell’alone di mistero necessario alla vicenda.
Atmosfere sinistre[/size][/i]
Ormai sappiamo da tempo come il passato di Paperone sia un materiale che viene saccheggiato con una certa costanza.
Tuttavia, di recente, si iniziano a notare ripetute incongruenze narrative. Nel
Miliardo, ad esempio, gli ammiccamenti alla Saga realizzata da Don Rosa erano accompagnati da chiare incoerenze rispetto alla stessa. A sua volta,
Zio Paperone e lo spazzolone (che esce in questo numero come parte della serie
I cimeli raccontano) vuole raccontare come Scrooge abbia guadagnato il denaro sufficiente per lasciare la Scozia, dopo aver aiutato la famiglia a pagare i 10.000 $ di debiti pendenti sul castello dei de’ Paperoni.
Ci troviamo quindi tra il quinto e il sesto capitolo della Saga:
ma allora come mai Paperone viene disegnato come se fosse un bambino di 10 anni, coerente con quanto visto nel primo capitolo ma non con quanto si vede nel quinto? Di nuovo, dunque, si prendono in prestito alcuni elementi espliciti dall’impostazione donrosiana, ma poi li si rimescolano in maniera un po’ confusa. Insomma, invece di smarcarsi definitivamente dall’eredità di Don Rosa (esigenza che si può condividere o meno, ma in sé legittima), questo tipo di operazione rischia a nostro parere di essere vittima della propria incoerenza e di disorientare il lettore più affezionato.
Paperone bambino quando dovrebbe essere un uomo…[/size][/i]
Per il resto, la trama di
Marco Bosco mostra la classica determinazione di Paperone nel guadagnare e, partendo da uno scellino, arrivare alla cifra desiderata.
A colpire in positivo sono sicuramente i disegni e i colori di Andrea Maccarini, disegnatore che, dopo una pausa di vent’anni, è tornato al fumetto Disney. E
il risultato è eccellente: pose plastiche e
layout in movimento si sposano con delicati colori acquarello, che risultano del tutto adeguati ad una storia ambientata nel passato.
Il numero prosegue con
Fashion Academy – La scelta, 44 tavole in due parti da 22, parte della serie
Minni Prêt-à-porter, in cui seguiamo la carriera nella moda di Minni e della sua amica Betty Purple, non solo alle prese con i vestiti della Purple Boutique, ma anche passate all’insegnamento nella Fashion Academy del titolo.
Doppia splash-page very fashion!
Sergio Badino scrive una trama in cui succede poco, ricca di battute un po’ stantie tutte basate su giochi di parole con la terminologia tessile. La storia risente delle tematiche del “primo mondo”, in cui
tutto risulta un po’ vanesio e superficiale, tra parole inglesi e tragici problemi come la scelta di un costume di scena. Inoltre,
alcuni passaggi risultano decisamente improbabili, tra cui le manovre finanziarie di controlli societari, basate su una semplice telefonata e senza avere alcuna prova tangibile in mano.
Le matite di
Giulia Lomurno e le chine di
Roberta Zanotta risultano chiare e spigliate, tratteggiando i vari nuovi personaggi secondari in maniera precisa e con personalità. Aggiungiamo, inoltre,
la finezza da parte di Badino nel citare i propri personaggi da
Siamo Serie!, con anche la partecipazione effettiva di
uno di questi.
Purtroppo, rispetto alle vicende ambientate nel mondo televisivo, mancano la verve e il piglio comico. Infine, il numero si chiude con
Paperon Athinios e i doni degli dei, nuovo episodio della
Mitologia Papera, con i testi di
Luca Barbieri e i disegni di
Nico Picone.
Il mito riletto questa volta è quello dedicato alla fondazione di Atene, con la sfida tra Atena e Poseidone. La storia scorre con garbo e fa il suo, ovvero omaggiare miti fondanti della cultura occidentale con chiarezza e giusto divertimento.
Nel mito vero Atena donava, oltre all’ulivo, saggezza, intelligenza e pace[/size][/i]
Il libretto presenta, in conclusione, un menu bilanciato e per tutti i gusti, senza però raggiungere particolari vette. Fra le rubriche, viene proposta la lezione finale su come disegnare Pluto con Alessandro Perina. Nel prossimo numero avremo Paperinik, disegnato da Emmanuele Baccinelli.
Voto del recensore:
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