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Topolino 3592

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di Fabrizio Fidecaro

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Topolino 3593

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    Re:Topolino 3593
    Risposta #15: Venerdì 4 Ott 2024, 18:40:39
    Riecco un redazionale (Cuneo, città che di tanto in tanto spio su Google Maps) probabilmente abbinato ad una storia del numero successivo. Mah.
    Il redazionale è attinente alla storia "Zio Paperone, le GM e lo spirito alpino" (Sisti/Capovilla) che verrà pubblicata sul prossimo numero.

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    Cornelius
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      Re:Topolino 3593
      Risposta #16: Venerdì 4 Ott 2024, 20:56:01
      La Paglietta  è un 'cimelio' molto interessante perché ripercorre i primi anni di Zio Paperone a Paperopoli, reduce da quelli della Corsa all'Oro nel Klondike. Marco Bosco ci presenta una città già sviluppata e ricca dove altri tycoon, prima dello zione, hanno messo radici, probabilmente dai tempi dell'altra Corsa all'Oro, quella della California del 1848, quando Duckburg, ufficialmente fondata da Cornelius Coot trent'anni prima, poteva essere davvero quel villaggio fatto vedere da Don Rosa nella Saga che però era cronologicamente (ed erroneamente, scusi Don) ambientato nei primi anni del '900, quelli descritti proprio da Bosco in questa storia.

      E non solo Bosco ci mostra una metropoli all'alba del XX° secolo in piena espansione (tanto che lo zione cerca febbrilmente di inserirsi in tutto quel boom economico) ma lo fa anche Kari Khoronen nei suoi Diari di Paperopoli dove la città è in balia del magnate Samuel Rockerduck, zio di John D, vero boss dell'epoca. Per quanto le due situazioni descritte siano diverse, al netto della comune espansione urbanistica, anche solo una citazione del personaggio creato dall'autore finlandese non sarebbe stata male, in una sorta di continuity orizzontale.
                                                                                         
                                                                                         

      Come non sarebbe stato male ricordare che in quegli anni Paperone aveva già la proprietà della Collina AmmazzaMuli, acquistata anni prima da Casey Coot, nipote di Cornelius e fratello di Nonna Papera. In attesa di 'liberarla' dal fortino delle GM e di costruirvi il Deposito, è collegabile il fatto che avesse preso con le sorelle un appartamento in città, come Bosco racconta. E, come sottolineato in precedenti post, è sicuramente interessante e 'stuzzicante' la presenza di Matilda e di Pico nello stesso soggetto, per quanto l'autore si tenga ben lontano dal farli incontrare, anche solo 'innocentemente'.

      Non so se il diktat della Disney riguardo la 'liaison' fra Pico e Matilda ipotizzata da Don Rosa perduri ancora: Marco Bosco ha comunque 'avvicinato' i due paperi che praticamente interagiscono a distanza, visto che Paperone li frequenta entrambi contemporaneamente. In attesa di futuri 'sviluppi' e 'sdoganamenti' (di cui non mi sorprenderei) l'autore e Carlo Limido (davvero belle e vivaci le sue tavole) hanno confezionato una storia molto carina e scorrevole, dando spazio non solo ad Ortensia e Matilda ma anche a personaggi paperopolesi dell'epoca ben caratterizzati come l'anziano magnate Vanderquack la cui ritrosia a frequentare il Country Club, durando da ben 28 anni, conferma il fatto che Paperopoli aveva avuto un discreto sviluppo già intorno al 1875, molto tempo prima dell'arrivo di Scrooge McDuck.
      « Ultima modifica: Sabato 5 Ott 2024, 19:49:16 da Cornelius »

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      Cornelius
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        Re:Topolino 3593
        Risposta #17: Sabato 5 Ott 2024, 16:29:28
        Ho letto che  Circus  consta di 5 episodi distinti, ognuno dei quali diviso in due parti. Però il finale del primo episodio "Ombre della ribalta" mi sembra 'aperto' ad eventuali sviluppi futuri. Vedremo se il secondo si riallaccerà in qualche modo al primo e se ai protagonisti noti e meno noti di questo inizio se ne aggregheranno altri, magari anche paperi (perché no?). Data per certa la futura ristampa in versione Extra, questa dovrebbe avere circa 300 pagine, fra le tavole complessive dei 5 episodi (ognuno di circa 52/54 tavole, visto il primo) e redazionali vari

        Di Gregorio ambienta il suo 'circo' in un passato americano non precisato ma intuibile in un tardo West tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, quando certi ambienti della profonda provincia avevano sollecitazioni sicuramente alte al passaggio di nuovi forestieri, oltretutto circensi. Le notevoli tavole di Paolo Mottura, più dei dipinti da graphic novels che da fumetti, alzano sicuramente la qualità del prodotto che però, scevro della splendida forma, ha una sostanza narrativa che mi sembra di aver letto altre volte in questa tipologia di racconti.

        Ci sono sicuramente scene e situazioni spettacolari ma queste sono più legate alle illustrazioni che alla sceneggiatura vera e propria. Certo, ci sono passaggi e dialoghi interessanti, personaggi ben sviluppati ma alla fine questo primo episodio non è che mi abbia particolarmente colpito se non per le illustrazioni, come dicevo prima. Mi pare curioso il comportamento di un abitante del posto che escogita di tutto per andar via dal suo noiosissimo villaggio per poi rassegnarsi a restarvi, vedendo oltremodo un suo compaesano prendere proprio quella via tanto ambita. C'era (forse) la possibilità di andar via in due e non la si è colta. Chissà perché.

                                                                                             
        « Ultima modifica: Sabato 5 Ott 2024, 19:48:31 da Cornelius »

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          Re:Topolino 3593
          Risposta #18: Sabato 5 Ott 2024, 19:03:25
          Marco Bosco ci presenta una città già sviluppata e ricca dove altri tycoon prima dello zione hanno messo radici, probabilmente dai tempi dell'altra Corsa all'Oro, quella della California del 1848, quando Duckburg, ufficialmente fondata da Cornelius Coot trent'anni prima, poteva essere davvero quel villaggio fatto vedere da Don Rosa nella Saga che però era cronologicamente (ed erroneamente, scusi Don) ambientato nei primi anni del '900, quelli descritti proprio da Bosco in questa storia.
          Il problema che sollevi si era già posto in passato, poiché altri autori hanno mostrato una Duckburg fiorente prima di Paperone, tanto più che risulta fondata nel 1818 e pare strano che nel 1902 sia ancora un piccolo villaggio. D'altronde il Paperone di Rosa afferma chiaramente che lo sviluppo della città è stato merito suo e che al suo arrivo Duckburg è davvero poca cosa.
          Io avevo ipotizzato che la città si fosse sviluppata ai tempi della corsa all'oro del 1848 e poi fosse decaduta alla fine di questa, ridiventando un piccolo villaggio nel 1902; ma in questa storia Bosco la mostra di nuovo "in forma", addirittura già piena di ricconi e con una specie di "alta società". Non vedo molte vie d'uscita.
          "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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            Re:Topolino 3593
            Risposta #19: Sabato 5 Ott 2024, 20:18:46
            Il problema che sollevi si era già posto in passato, poiché altri autori hanno mostrato una Duckburg fiorente prima di Paperone, tanto più che risulta fondata nel 1818 e pare strano che nel 1902 sia ancora un piccolo villaggio. D'altronde il Paperone di Rosa afferma chiaramente che lo sviluppo della città è stato merito suo e che al suo arrivo Duckburg è davvero poca cosa.
            Riguardo questa fase temporale della città dei paperi mi sgancio dal Don e 'ripudio' la Saga   :oh:   Ancor prima che Khoronen e adesso Bosco (se non altri) ci presentassero una Duckburg sviluppata antecedentemente l'arrivo di Paperone (1902) mi era sempre sembrato strano che dal 1818 e per quasi un secolo Paperopoli fosse rimasta "quattro case in croce" (come lo zione descrive per la prima volta e con una certa alterigia quella che diverrà la sua città). Anche per rispetto verso un fondatore (oltretutto mio nick-avatar) che per tutto l'800 sembrava fosse rimasto con le mani in mano.

            Anche storicamente la Corsa all'Oro in California sviluppò enormemente le città sul Pacifico (una su tutte: San Francisco) per cui non vedo perché Paperopoli non dovrebbe aver avuto quella stessa esperienza di boom urbanistico ed imprenditoriale che non si può paragonare a quello del West o del freddo Nord che durò il tempo delle 'corse' o delle 'conquiste' per poi lasciare sul campo delle 'ghost town' o poco più. La posizione sul Pacifico, la presenza di porti per il passaggio di varie merci dall'Oriente al nuovo continente e viceversa fece si che quelle realtà urbane si svilupparono e si consolidarono (al contrario di quelle del West o dell'estremo Nord) e fra queste sicuramente Paperopoli.

            Ragion per cui spero che nelle prossime storie inerenti quel periodo si continui a rappresentare Paperopoli come una metropoli in continua espansione fra '800 e '900, con una spinta ancora più forte nel XX° secolo grazie all'arrivo del giovane neo ricco Paperon de' Paperoni che troverà, come abbiamo visto, 'terreno fertile' per le sue iniziative, dando sicuramente una impronta personale al carattere della città, cominciando proprio da quel Deposito sulla Collina che la domina. Come scritto prima, in questo specifico caso sono ben lieto di vedere contraddetta se non rigettata la narrativa donrosiana della Saga riguardo la prima parte storica della città dei paperi.

            D'altronde il Don ha sempre un po' esagerato nel descrivere le gesta del sue 'eroe' Paperone (un supermen - o superduck - di fronte a feroci animali africani come di fronte ad altrettanti feroci avversari umani) per cui l'idea che Paperopoli sia diventata quella che è solo grazie a lui riflette la volontà dell'autore di rendere il personaggio 'super' ogni oltre limite. Ma così non è, per fortuna. Anche nei riguardi di un personaggio che, altrimenti, rischierebbe di diventare una macchietta più che un volitivo papero d'azione quale effettivamente è stato ed è.
            « Ultima modifica: Sabato 5 Ott 2024, 20:38:36 da Cornelius »

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              Risposta #20: Sabato 5 Ott 2024, 22:52:03
              Nella storia dei cimeli, è curioso che cambino il colore della palandrana a Paperone: così viene meno il principio secondo cui sia la stessa di sempre.
              Beh, no, mi sembra logico invece. La palandrana era blu nelle vecchie storie, poi è diventata rossa.
              quindi mi sembra normale che parlando di un evento avvenuto nel passato il colore sia blu
              Uno dei principali tormentoni paperoniani è quello della «palandrana seminuova», l’unica che abbia sempre indossato. La diatriba rossa-blu è roba da coloristi italiani e americani, la storia dice che lo Zione non ha mai cambiato abito (e neanche cappello, visti i colori nel flashback…).

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                Risposta #21: Domenica 6 Ott 2024, 09:45:35
                Puoi immaginarla così: la palandrana è sempre la stessa ma dopo decenni di uso costante si è scolorita; dovendo ricolorarla ha comprato il colorante rosso anziché blu perché in offerta speciale.

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                  Re:Topolino 3593
                  Risposta #22: Lunedì 7 Ott 2024, 15:52:31
                  D'altronde il Don ha sempre un po' esagerato nel descrivere le gesta del sue 'eroe' Paperone (un supermen - o superduck - di fronte a feroci animali africani come di fronte ad altrettanti feroci avversari umani) per cui l'idea che Paperopoli sia diventata quella che è solo grazie a lui riflette la volontà dell'autore di rendere il personaggio 'super' ogni oltre limite.
                  Credo che Rosa volesse, più che rendere "super" Paperone, accentuarne l'immagine - tipicamente americana - di "colui che si è fatto da solo partendo da zero", e che per questo motivo ci tenesse a rendere ancora più grande questa immagine dipingendolo come una sorta di "secondo fondatore" di Duckburg. D'altra parte è stato sempre Rosa a decidere che la città venne fondata nel 1818 - per quanto questa sia solo la data in cui il tuo avatar ha acquisito il forte - per cui possiamo ben dire che si è dato la zappa sui piedi da solo. Quasi un secolo di stagnazione, con tanto di corsa all'oro in mezzo, è difficile da giustificare.
                  "I social danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora hanno lo stesso diritto di parola dei premi Nobel"

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                    Re:Topolino 3593
                    Risposta #23: Lunedì 7 Ott 2024, 16:40:49
                    Io, nel mio canone personale, la risolvo così: le "quattro case in croce" sono ciò che Paperone vede al suo arrivo, ma sono in realtà l' estrema periferia di una cittadina ancora non grande ma sicuramente non un villaggio. In seguito alla costruzione del deposito, il baricentro si sposta attorno a quest' ultimo. Nel frattempo, dovendo annunciare alla città il suo arrivo, Paperone si stabilisce con le sorelle nella casa che vediamo nella storia di Bosco.

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                      Topolino 3593
                      Risposta #24: Giovedì 10 Ott 2024, 15:32:42
                      Recensione Topolino 3593


                      La copertina di Paolo Mottura.

                       Dico la verità, non avevo grande entusiasmo alla prospettiva di recensire Topolino con il rischio di trovarmi a leggere l’ennesimo numero sotto le aspettative: nelle ultime settimane la lettura mi aveva annoiato non poco. Topolino 3593 invece è una boccata d’aria fresca, che gratifica il lettore e finalmente riporta la voglia di continuare a leggere!

                       Il merito è principalmente della storia di Giovanni di Gregorio e Paolo Mottura: Circus – Ombre della ribalta, l’esordio di una mini serie che promette qualità e coinvolgimento.

                       Con un titolo che sembra mettersi in opposizione con uno dei più noti film sugli artisti del circo – stiamo parlando ovviamente di Luci della ribalta (Limelight, 1952) di Charlie Chaplin -, la storia mette al centro delle vicende gli emarginati: sia che si tratti degli abitanti di un remoto villaggio del Midwest americano, chiusi nelle loro piccole esistenze, non disposti ad accettare le novità che arrivano dal mondo esterno e sospettosi (a dir poco) verso gli estranei che arrivano con il circo, sia gli artisti del circo stesso, ognuno con una storia forse appena accennata ma che promette di raccontarci vicende e sentimenti di ottima fattura e con caratterizzazioni che rendono ognuno di essi unico e “alieno” rispetto al mondo dei “normali”.

                       
                      Wanda e Xanda, due personaggi originali che sembrano avere molto da dire.

                       La storia dichiara subito in maniera piuttosto esplicita i suoi riferimenti ed ispirazioni, con una vignetta d’apertura molto suggestiva – anche se a mio parere rovinata dalle didascalie piazzate proprio nel mezzo – dove un eccellente Mottura rende omaggio alle ambientazioni e le suggestioni tipiche di Tim Burton. Il circo è stato tradizionalmente fonte di ispirazione per la narrativa e per il cinema, ed è spesso stato utilizzato per esplorare temi come l’illusione, l’estraneità e la magia. Proprio Tim Burton è la persona che negli ultimi anni attraverso i suoi lavori ha conferito al circo un tono più gotico, malinconico e surreale (non solo in Dumbo, ma anche in Big Fish), senza dimenticare Tod Browning (Freaks, 1932) e Federico Fellini (La strada, 1954) che offrono sguardi coinvolgenti e stimolanti sul tema della diversità e dell’accettazione, all’interno di una sensibilità poetica e malinconica. Esattamente in questi binari si inserisce la storia di questo numero, accompagnando il lettore in un viaggio di emozioni, dove la trama e gli eventi servono solo come supporto al lettore per passeggiare tra le vicissitudini e le vite dei protagonisti, in maniera decisamente piacevole e scorrevole.

                       La scorrevolezza, invece, non è certo la dote principale dell’altra storia lunga del fascicolo, Zio Paperone e la Paglietta della serie I Cimeli Raccontano. La scelta di Marco Bosco di far procedere la storia tramite flashback interrotti ogni poche pagine da un repentino e forse non necessario ritorno al presente conferisce alla storia un ritmo particolarmente lento, che viene mescolato con riferimenti al passato di zio Paperone, che sembrano a volte forzati e a volte distanti da quelli oggi accettati come canonici. Questo elemento, sommato ad una caratterizzazione senza picchi particolari dei personaggi disegnati da Carlo Limido, dà luogo ad una storia che chiude il fascicolo in modo un po’ deludente.

                       
                      Demotivare come unica via per la pace interiore.

                       Nella media le due “riempitive” del fascicolo: Demotivational Coach (ancora di Marco Bosco) della serie Paperoga’s New Professions disegnata da Francesco Guerrini e La Principessa Nella Torre, della serie Un Magico Mondo alla Fattoria. Vivace la prima, anche se non la migliore del ciclo; un po’ troppo caotica – specialmente se a confronto con l’estrema semplicità della trama – la seconda, dove i testi di Davide Aicardi e i disegni di Giulia Lomurno tentano di riportarci nel mondo di Paperino Paperotto e delle sue interpretazioni della realtà, ispirate inizialmente forse alle vicende del colossale lavoro di Watterson con Calvin & Hobbes, ma che qui invece sono molto meno credibili e coinvolgenti.

                       Una nota di merito va alla rubrica “La parola della settimana” che sta riportando sul settimanale un approccio divulgativo che ritengo molto prezioso ed interessante.

                       Numero che riscatta quindi la media delle scorse settimane, guadagnando per questo mezzo voto in più. Un libretto che, come detto, fa tornare un po’ di quell’indispensabile entusiasmo per poter continuare ad apprezzare il prodotto di punta dell’editoria a fumetti italiana, e che per longevità e costanza nelle pubblicazioni è secondo solo a Il Giornalino, che cito in chiusura per avere l’opportunità di augurargli un ritorno al suo periodo di gloria e di fasti, in occasione dei suoi 100 anni!



                      Voto del recensore: 4/5
                      Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                      https://www.papersera.net/wp/2024/10/10/topolino-3593/


                      Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


                       

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