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Topolino 3614

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di Dottor Talos

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Topolino 3611

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Samu
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    Re:Topolino 3611
    Risposta #15: Domenica 9 Feb 2025, 10:15:37
    Graziosa la lunga notte dello sghignazzatore (anche se avrei preferito mi avesse fatto sghignazzare un po' di più) ma non ho capito una cosa  :-? :james:
    Spoiler: mostra
    se il fantasma inizia a farsi sentire a mezzanotte...e in due secondi Topolino risolve il mistero ..il tempo di due giri nel castello..due parole con Minni e Clarabella..come ha fatto ad arrivare l'alba..come minimo dovrebbero essere passate 6 ore...

    È un aspetto della storia che ho notato anch'io.
    Penso si sia velocizzato di molto lo scorrere del tempo per rientrare nella lunghezza delle 24 tavole concessa al racconto.

    Stona un po' ma non inficia più di tanto la godibilità della vicenda.

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      Re:Topolino 3611
      Risposta #16: Domenica 9 Feb 2025, 14:52:07
      Senza gridare al miracolo la storia dello sghignazzatore l ho molto apprezzata, poteva pure esser una lord hatequack "easy" come toni. I disegni sono ottimi, adeguati anche al tono umoristico che aleggia per tutta la vicenda, bello anche il finale senza spoilerare. Le avrei dato anche qualche tavola in più.
      Salto le isole della cometa per "aiutarmi" nella lettura una volta che sarò in possesso di tutti i capitoli. Il 90° minuto si avvicina e da qualche leggo nei vs commenti servirà un piccolo miracolo per farmela piacere. Ho letto con piacere i post di motivazione riguardo al parziale insuccesso della storia io nel mio piccolo mi limito a dire che fatico a seguirla in generale e, forse poco concentrato, mi ritrovo a dover far mente locale sul come si sia arrivati alla vignetta corrente. Non sarò una cima ma non ricordo altre storie in cui ho fatto simil fatica (ad eccezioe degli italici paperi ma i motivi eran diversi ...  :ashamed2: )
      Grazie Babbo anche per quella volta nel 1980 in cui sei tornato a casa con un Topolino in mano chiedendomi se mi andava di leggerlo...non ho più smesso.

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        Re:Topolino 3611
        Risposta #17: Domenica 9 Feb 2025, 20:03:30
        Magari la prossima volta inserisci anche la copertina (anzi, se riesci a inserirla nel tuo post fai cosa ottima).
        fatto, scusate non sapevo dove trovarla

        Comunque per me il continuo uso di “[onomatopea]eggiare” nella storia dello sghignazzatore l’ha un po’ appesantita, peccato, a parte quello è ottima.

        Non credete che la prossima storia delle isole della sia l’ultima, il “flight” nel titolo ha sempre tre cifre, dunque raggiungerà almeno 100 episodi
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          Re:Topolino 3611
          Risposta #18: Domenica 9 Feb 2025, 20:10:56
          fatto, scusate non sapevo dove trovarla
          Martedì (credo) potrete trovare la copertina sul sito Panini
          Non credete che la prossima storia delle isole della sia l’ultima, il “flight” nel titolo ha sempre tre cifre, dunque raggiungerà almeno 100 episodi
          se ci sarà una terza stagione, sarà la storia Disney più lunga di sempre
          aspettiamo che gli abbonati ricevano il numero e ci dicano se davvero la storia finisce lì oppure no...

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          Cornelius
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            Re:Topolino 3611
            Risposta #19: Domenica 9 Feb 2025, 20:11:10
            Non credete che la prossima storia delle isole della sia l’ultima, il “flight” nel titolo ha sempre tre cifre, dunque raggiungerà almeno 100 episodi

                                                                                          :embarrassed:       .........            :shocked:         ..........           :oh:

            Riguardo lo "Shignazzatore" mi ha sorpreso di più sapere che anche Pippo possiede un antico maniero di famiglia rispetto al finale della storia. Per quanto, con il senno di poi, si possa dubitare su ciò che è stato riferito a Topolino. Immagino che non sentiremo più parlare di questa antica Villa De Pippis, sebbene oggi la continuity abbia più peso rispetto al passato dove nuovi personaggi e nuove situazioni davvero interessanti restavano normalmente one shot, quando avrebbero potuto ulteriormente arricchire il mondo non solo dei topi ma anche dei paperi.

            Le due brevi non mi sono dispiaciute ma ho trovato sempre qualcosa 'di troppo': nel "Baule dei Malandati" una eccessiva concatenazione esplosiva di avvenimenti (ma siamo in una storia con Newton e Paperoga, non dimentichiamolo) mentre nel "Maggiordomo Felino" una serie di azioni un po' sadiche (con relativa rassegnazione quasi masochista di Malachia, un po' 'out of character' secondo me) che se avesse riempito 2 o 3 vignette poteva anche andare ma 4 tavole consecutive è forse un po' troppo.

            Più interessante del previsto la solita storia in costume dei paperi che parla di un tubero (la patata) che sapevo essere arrivata in Europa dopo la scoperta dell'America ma mi era ignoto che per almeno 3 secoli fosse stata considerata cibo-spazzatura, valido solo per gli animali e le classi sociali più basse. Il fatto di nascere sotto terra era considerata cosa 'impura' e tanto curiosi quanto funzionali furono gli stratagemmi usati all'epoca dal filantropo Parmentier per convincere il popolo ad 'adottare' questo cibo 'reietto'. Tutto ciò ben raccontato sia nella storia di Sergio Cabella (I tuberi di Papermentier) che nel successivo servizio di Francesca Agrati (La riscossa dei tuberi)
            « Ultima modifica: Domenica 9 Feb 2025, 20:47:17 da Cornelius »

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            Samu
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              Re:Topolino 3611
              Risposta #20: Domenica 9 Feb 2025, 20:41:23
              Non credete che la prossima storia delle isole della sia l’ultima, il “flight” nel titolo ha sempre tre cifre, dunque raggiungerà almeno 100 episodi
              Ah, ah, ci ho pensato anch'io!
              Saranno minimo 102 episodi con 17 stagioni totali, ciascuna da sei puntate!  :laugh:

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              maryano21
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                Re:Topolino 3611
                Risposta #21: Lunedì 10 Feb 2025, 00:01:20
                Non credete che la prossima storia delle isole della sia l’ultima, il “flight” nel titolo ha sempre tre cifre, dunque raggiungerà almeno 100 episodi

                Topolino avrà un lettore in meno.
                Mariano

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                  Re:Topolino 3611
                  Risposta #22: Lunedì 10 Feb 2025, 00:07:52
                  Graziosa la lunga notte dello sghignazzatore (anche se avrei preferito mi avesse fatto sghignazzare un po' di più) ma non ho capito una cosa  :-? :james:
                  Spoiler: mostra
                  se il fantasma inizia a farsi sentire a mezzanotte...e in due secondi Topolino risolve il mistero ..il tempo di due giri nel castello..due parole con Minni e Clarabella..come ha fatto ad arrivare l'alba..come minimo dovrebbero essere passate 6 ore...

                  È un aspetto della storia che ho notato anch'io.
                  Penso si sia velocizzato di molto lo scorrere del tempo per rientrare nella lunghezza delle 24 tavole concessa al racconto.

                  Stona un po' ma non inficia più di tanto la godibilità della vicenda.
                  A me invece ha dato piuttosto "fastidio" questo dettaglio perché
                  Spoiler: mostra
                  o Minnie e Clarabella sono arrivate alle 5 di mattina e mi sembra alquanto improbabile,dato che hanno lasciato Orazio nel momento in cui guardava la partita mangiando una pizza, o sono arrivate comunque oltre la mezzanotte ma rimangono lì fino all'alba ma difficile da credere questo stando alla storia, perché quella fa capire che arrivano al maniero e che dopo poco sia l'ora di ripartire..capisco che le tavole a disposizione siano un tot ..ma bastava un piccolo dettaglio,un solo ballon,per fare capire che in poche vignette sarebbero passate delle ore..che poi sembra un discorso un po' folle questo perché in questo racconto non si mette in dubbio l'esistenza di un antenato fantasma bensì un'incomprensione temporale  :james: ma purtroppo questo sbalzo temporale ha un po' modificato il mio giudizio sulla storia

                  *

                  Cornelius
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                    Re:Topolino 3611
                    Risposta #23: Lunedì 10 Feb 2025, 18:46:35
                    Secondo me questa non è una storia disneyana: i personaggi non sono quelli che conosciamo, neanche nella versione riveduta e corretta che ogni tanto ci viene offerta, e di cui lo stesso numero ci dà un esempio con la storia sulle patate. Questi personaggi hanno dei nomi e un aspetto che ricordano quelli di Topolino, Pippo, Minni, ma non sono loro: sono "altri", personaggi di una storia adulta, seria, non disneyana, con veri cattivi, veri intrighi, veri drammi, veri pericoli. Lo spirito disneyano è totalmente assente e nonostante una sceneggiatura di buon livello, basata su una idea interessante e portata avanti con studiata lentezza e una forte introspezione dei personaggi... non è questo che vuole e si aspetta il lettore. Non è un'avventura di Topolino, ma di qualcuno che gli assomiglia fisicamente.
                    Sono d'accordo con te anche se ci sono diverse tipologie di storie adulte e se questa può non piacere ad alcuni
                    (me compreso) non significa che non si vogliano avere storie con cattivi veri, veri drammi e veri pericoli (come scrivi).
                    La lentezza di una sceneggiatura e l'introspezione di alcuni personaggi le abbiamo già conosciute in storie che hanno maggiormente incontrato il favore del pubblico perché scritte e sceneggiate in maniera più lineare, comprensibile.

                    Le Isole della Cometa non mi sarebbero piaciute se anche ad interpretarle fossero stati personaggi umani. Non è che veda topi e pippidi 'incoerenti' con quanto sceneggiato (sebbene non siano veramente i personaggi originali, come hai fatto bene a sottolineare): è proprio il racconto in sé che trovo troppo ingarbugliato, tortuoso, contorto. Oltretutto diviso in più episodi e più serie. Forse una lettura unica, consecutiva di tutta la storia potrebbe farmi in parte cambiare idea ma ne dubito.

                    Spero che altre storie adulte e serie, non necessariamente 'disneyane', vengano pubblicate in futuro ma spero anche che possano essere più 'comprensibili'. E non intendo ciò rivolto ai bambini o a chi vuole cose 'semplici': si possono scrivere bellissime storie anche 'complicate' ma non necessariamente macchinose o intricate, dove si perde facilmente la bussola con la seria possibilità di non ritrovarla.
                    « Ultima modifica: Lunedì 10 Feb 2025, 18:55:20 da Cornelius »

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                    Tenebroga
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                      Re:Topolino 3611
                      Risposta #24: Mercoledì 12 Feb 2025, 08:31:10
                      Io ho discretamente apprezzato le storie della cometa ma, arrivato a questa puntata, ammetto di essere un po' in difficoltà perché è davvero complesso ricordare tutti i passaggi e le interazioni tra i personaggi.
                      Prima di affrontare la seconda stagione mi ero pure riletto la prima per fare mente locale, ma in questi 5 episodi è stata aggiunta così tanta carne al fuoco che mi sono disorientato comunque.
                      Vediamo cosa ne penserò dopo l'ultima puntata ma credo che farne un'altra stagione sarebbe un po' troppo, almeno per me.
                      Il resto del numero è stato una lettura piacevole ma nulla di memorabile.

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                        Re:Topolino 3611
                        Risposta #25: Mercoledì 12 Feb 2025, 10:58:23
                        Permettetemi di dire la mia (leggevo Topolino dal 1983, poi una pausa anni novanta e 2000 e infine sono tornato lettore nel 2012): la prima storia è abbastanza sconclusionata (Topolino ha fatto ben altro con i gialli e comunque con storie avventurose), anche se il vero protagonista è Pippo, anche lui sconclusionato ma simpatico, la storia di Newton anche sé simpatica e ben disegnata (Leoni e’ un bravo disegnatore), l’ho trovata a livello di ragazzini (anche se il fumetto è destinato a loro), ben altro le storie che coinvolgevano lo zio con Paperone o in solitaria contro la banda Bassotti o Spennacchiotto, genio malvagio che era il rivale di Archimede. Le storie di Malachia e zio Paperone settecentesco sono collegati ai servizi sui gatti e sulle patate (io adoro i gatti ma vedere dei micetti sulle zampe posteriori quasi sugli attenti mi sembra inverosimile anche per un soggetto Disney, l’altra simpatica ma al sevizio di una conoscenza sui tuberi portati dagli Stati Uniti). Ora veniamo alle Comete: non ho mai visto una storia così pesante e priva di azione su un numero di Topolino (al confronto il Dalai Lama sembra Mick Jagger), con personaggi con espressioni da statua di cera del museo, e pure incomprensibile. Spero che in futuro facciano qualcosa di meglio, anche se in versione adulta.

                          Topolino 3611
                          Risposta #26: Venerdì 14 Feb 2025, 12:08:06
                          Recensione Topolino 3611


                           Nel recensire Topolino 3611, sento di dover andare un po’ controcorrente rispetto ad alcuni commenti che mi è capitato di leggere su Internet.

                           Partiamo dalla storia di apertura: Topolino, Pippo e la lunga notte dello sghignazzatore, per i testi di Marco Nucci e Niccolò… Testi (sì, gioco di parole abusato, perdonatemi) e i disegni di Andrea Maccarini. Mi soffermerei innanzitutto proprio su Testi. Questo nuovo e giovane sceneggiatore, pur avendo esordito da poco, ha già fornito alcune buone prove. Sono ancora troppo poche per poterlo inquadrare appieno, ma credo che nel giudicare questa storia non vada fatto l’errore di considerarla come esclusivamente di Nucci.

                           Certamente, leggendola, è legittimo pensare che fra i due autori la parte del leone l’abbia fatta il più esperto, visti i numerosi caratteri distintivi del suo stile, ormai abbastanza riconoscibili. Proprio per questa confidenza che ormai i lettori sentono di avere con l’opera di Nucci, credo che si sia parlato per questa storia come di un episodio mancato del ciclo Lord Hatequack presenta: L’ora del terrore.

                           Io mi trovo però in disaccordo, avendo sentito in questa avventura un sapore diverso. Le storie del ciclo di Lord Hatequack hanno un sapore molto simile a quello di classiche serie televisive antologiche come Alfred Hitchcock presenta o Ai confini della realtà, per limitarsi alle ispirazioni più mainstream ed evidenti (ma è chiaro che lo sceneggiatore si è nutrito anche di molto altro). E mi sembra che quando vuole ricreare quel tipo di atmosfera, Nucci conosca perfettamente la ricetta: da come “dosare gli ingredienti” a come “impiattare”.

                           Per questo credo che qui ci fosse proprio un’intenzione diversa alla base: un esperimento, un divertissement. E azzarderei che i riferimenti fossero anche molto disneyani: non sono riuscito a metterli perfettamente a fuoco, ma li ho trovati molto familiari, sin dall’inizio così “surreale”, con Topolino che “in una notte buia e tempestosa” arriva in un castello mai nominato prima, di proprietà di Pippo, dove trova quest’ultimo ad aspettarlo tranquillamente come fosse nel salotto di casa sua, senza antefatti o particolari giustificazioni (anche se poi in realtà qualche spiegazione arriva).

                           
                          “Sorprendere il lettore è compito dello scrittore! Yuk, yuk!”

                           È innegabile che avventure di questo tipo, nella tradizione disneyana, se ne sono viste molte; e molti sono gli autori che potrei citare, ma fra tutte le possibili ispirazioni, questa storia mi ha ricordato alla lontana Topolino e il segreto del Castello (la prima storia a bivi) o la classica Topolino e la casa misteriosa. Fate un esperimento: provate a immaginare questa storia disegnata da Sergio Asteriti o da Giulio Chierchini e avrete la sensazione di averla già letta su una raccolta di ristampe come I Grandi Classici o Le imperdibili. In conclusione, credo che questa storia sia da ascrivere più a un altro filone di Nucci, quello in cui riflette in maniera spesso metanarrativa sul mestiere dello scrittore, e sui generi a lui più cari come lettore.

                           Sul comparto grafico, mi sembra che Maccarini svolga egregiamente il proprio lavoro, imbastendo delle tavole che rendono un buon servizio alla trama e alle sue atmosfere.

                           Terminata la lettura, troviamo un’interessante intervista al veterano Rudy Salvagnini che presenta il volume de I Classici di prossima pubblicazione, con una selezione dal ciclo delle PippoParodie. E non credo sia un caso che l’articolo arrivi subito dopo la storia di cui abbiamo appena parlato, nella quale sono presenti dei rimandi al ciclo de I mercoledì di Pippo.

                           A seguire, Newton Pitagorico e il baule dei Malandati ci propone nuovamente Niccolò Testi che si cimenta con un altro ciclo “ereditato” dal più esperto Marco Nucci, ovvero quello delle disastrose invenzioni del nipotino di Archimede Pitagorico. Storia briosa e scorrevole, l’abbinamento di Testi con questo personaggio si conferma riuscito; i disegni di Lucio Leoni sono come sempre di alto livello.

                           Nel redazionale successivo incontriamo Giuseppe Zironi (che ha recentemente “preso in gestione” Orazio nella serie Cavezza) che ci parla della sua visione del personaggio, di quale procedimento segue nel disegnarlo, e fornisce anche qualche interessante aneddoto sugli inizi della sua carriera.

                           La breve centrale del libretto, Malachia e il maggiordomo felino, è una storia tipica di Enrico Faccini. Stravagante, divertente, con qualche tratto forse un po’ troppo bizzarro e disegni molto personali.

                           
                          E sono anche molto buone!

                           Il numero prosegue con Paperoine de Paperoux e i tuberi di Papermentier, scritta da Sergio Cabella e disegnata da Ottavio Panaro. Anche questa vicenda, sebbene in maniera diversa dalla prima, sembra provenire da una tradizione disneyana più antica rispetto allo stile recente del libretto. Mi ha ricordato alcuni cicli in costume di stampo didattico in voga tra gli anni ’90 e 2000. Siccome quelle storie mi piacevano, lo considero un bene; e poi, nonostante la mia veneranda età e molti studi alle spalle, mi ha fatto imparare qualcosa di nuovo e interessante. Per cui, missione riuscita. Inoltre, il finale sembra suggerire un prossimo episodio di questo ciclo ambientato in Piemonte.

                           Il racconto è corredato da un articolo di approfondimento sulla figura di Parmentier e di come abbia introdotto le patate nella dieta occidentale, parimenti interessante. Segue un altro contenuto redazionale, questa volta utile per presentare delle card collezionabili appartenenti alle serie di Topolino e Paperino Story.

                           Infine ecco quello che, a seconda dei gusti, può risultare il tasto dolente come il piatto forte del numero: Flight 011, il penultimo episodio de Le isole della cometa. Fortunatamente, in questa sede è mio compito parlare esclusivamente dell’episodio di questa settimana e non dell’intera serie, perché sarebbe indubbiamente un compito molto difficile (in bocca al lupo al recensore del prossimo numero!). Devo confessare che, per una ragione o per l’altra, avevo evitato finora di leggere le storie della serie e le ho recuperate tutte insieme in vista di questa recensione. Spendo due parole per dire che mi è parso indubbiamente un prodotto atipico rispetto alla tradizione Disney, sebbene in linea con l’impronta che l’attuale direzione sta imprimendo alle storie del settimanale, e all’introspezione psicologica dei personaggi.

                           Tenendo conto di questo aspetto, non condivido molte critiche che sono state rivolte alla serie. Forse la lettura tutta d’un fiato ha giovato al mio apprezzamento della saga sceneggiata da Pietro B. Zemelo, ma addentrandomi nell’Arcipelago Rodent ho respirato un’aria di mare, di libertà, di avventura che finora mi era capitato solo con pochi altri prodotti narrativi, e non mi è pesata l’indubbia lentezza della narrazione perché, al contrario di Mick, non avevo fretta di andarmene. Credo infatti, anche alla luce dell’ultima intervista del Direttore Alex Bertani al The Fisbio Show, che fossero proprio questi i presupposti sui quali la serie è stata concepita.

                           
                          E non sono gli unici a dirlo…[/size][/i]

                           Devo ammettere comunque che nella seconda stagione qualche lungaggine si inizia a sentire, e forse anche un po’ di stanchezza nel portare avanti una trama senza dubbio molto intricata e che, nonostante qualche rivelazione importante proprio in questo episodio, sembra ancora lungi dal volersi sciogliere. Anche i personaggi sembrano iniziare un po’ a risentire della lunghezza delle vicende, con comportamenti a volte contrastanti.

                           Bisognerebbe però avere l’onestà di ammettere che gli standard del libretto non sono poi così alti rispetto alla storia di cui stiamo parlando, anzi: molti fan non fanno altro che invocare avventure più profonde, con toni più “adulti”, e più lunghe. E mi sembra che, per una volta che sono stati accontentati su tutta la linea, lo si stia ingenerosamente respingendo. Comunque, sarà al termine dell’episodio conclusivo di questa seconda stagione, in uscita la prossima settimana, che potremo capire definitivamente se avremo letto un prodotto che sarà riuscito a soddisfare le richieste della maggior parte dei lettori, o se invece il gradimento rimarrà basso come è stato finora.

                           Come già detto da altri, il tratto di Nico Picone è irriconoscibile rispetto a qualche anno fa e, in generale, mi domando se l’aspetto grafico delle storie non risenta un po’ troppo di una certa standardizzazione degli stili. Tuttavia, in questo caso, posso solo dire che ne Le isole della cometa sta facendo un grandissimo lavoro, del quale può andare davvero molto fiero. Se mi sono immedesimato così tanto nella storia, riuscendo a immaginarmi sulle spiagge dell’Arcipelago e a solcare i mari con Mick, Dippo e gli altri personaggi, il merito è stato soprattutto dei disegni dell’artista molisano.



                          Voto del recensore: 4/5
                          Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
                          https://www.papersera.net/wp/2025/02/14/topolino-3611/


                          Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!


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                            Re:Topolino 3611
                            Risposta #27: Giovedì 27 Feb 2025, 01:34:19
                            Un merito di Newton Pitagorico e il baule dei malandati, che mi sembra nessuno abbia esplicitamente notato, e' il richiamo alla statua della liberta' nella prima vignetta. E' un tratto tipico delle vedute paperopolesi di Leoni e personalmente lo apprezzo tantissimo: a differenza delle citazioni che usano altri autori, che percepisco spesso come fin troppo usate, manieristiche e quasi false nel volersi ingraziare un certo tipo di lettori, questa mi appare assai piu' sincera nel rivolgersi a quei pochi che la sanno apprezzare (ho usato espressioni  eccessive, per tacere il fatto che, facendo presente la cosa in pubblico, finisco, secondo il mio stesso ragionamento, con lo svilire  la citazione di cui parlo; ma e' un po' che ho nel cuore quest'osservazione e mi son preso un piccolo sfogo).
                            Piu' seriamente, questa statua della liberta' fa parte della coerente costruzione, da parte di Leoni, di un suo mondo paperopolese (un altro dettaglio che mi viene in mente e' il capo della polizia nelle sue vecchie storie di Paperinik, sempre lo stesso; e sono abbastanza sicuro che ce ne siano ancora, ma dovrei rileggere con cura un po' delle sue storie per ritrovarli).
                            « Ultima modifica: Giovedì 27 Feb 2025, 01:35:53 da ML-IHJCM »

                             

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