So che qualcuno nell'antichità (Cicerone, forse?) una volta ha scritto un'invettiva contro i giovani della sua epoca... come dire che non c'è dubbio che i "conflitti generazionali" ci sono sempre stati e ci saranno sempre!

In fondo, è normale: i "vecchi" vedono le cose dal loro punto di vista, senza pensare però che il loro punto di vista è condizionato da qualche decennio in più di esperienza, di errori fatti, e di lezioni imparate, cose che i "giovani" devono ancora necessariamente fare!
Comunque, a me danno fastidio le generalizzazioni, tra cui anche questa divisione quasi matematica delle generazioni, come se cambiasse veramente qualcosa tra una e l'altra, e gli uomini non fossero in fondo sempre gli stessi...
Alla fine, quello che conta sono le singole persone: conta quanto sono elastiche, quanto sono disposte a comunicare, quanto sono disposte ad empatizzare con gli altri, e quanto rimangono giovani dentro! Uno come Piero Angela, per dire, è rimasto giovane fino all'ultimo istante, e infatti era ascoltato da persone (intelligenti!) di tutte le età!
In effetti, il problema è un altro:
Purtroppo l'apertura mentale sembra essere sempre più rara, al mondo piacciono gli estremismi, il bianco e il nero.
Questa è una frase che potrei firmare con il sangue! Eppure, è stata scritta da uno molto più giovane di me, a prova che le generazioni in fondo contano relativamente...
