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Non son degno di Tex.

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MarioCX
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PolliceSu
    Non son degno di Tex.
    Venerdì 5 Giu 2009, 21:08:46

    Ogni tanto lo metto a mezzo e pensare che non è neppure il mio charater preferito.

    Sta di fatto che il suo successo editoriale non conosce crisi da sessanta (60) anni.
    Sergio Bonelli, che del Ranger texano è il fratellastro essendo questi una creatura di suo padre, spesso nelle interviste afferma di non sapere bene la ragione profonda di una pioggia di consensi e di letture appassionate plurigenerazionale.

    Eppure non è difficile capirne i motivi, ragion per cui credo che Bonelli figlio (aka Guido Nolitta) gigioneggi sornione glissando sull'argomento.

    Andiamo per esclusione.

    Le storie sono originali?
    No, al 90% si tratta del solito spaghetti western anche se con una certa frequenza spuntano elementi ad esso normalmente estranei come l'esoterismo (Mefiisto certo, ma anche le vicende che vedono El Morisco prezioso collaboratore dei quattro pards) oppure le vicende urbane, non di rado condite in salsa chinatown, ma anch'esse trappola di una certa (adorabile?) ripetitività.

    Le storie sono geniali?
    Non direi.
    E' sempre un prodotto di buon artigianato, ma quasi mai di un guizzo artistico.
    Le storie sono spesso (non sempre) appassionanti, ma raramente inducono alla commozione, raramente vanno a toccare certe profonde corde dell'animo, come accade leggendo Dylan Dog o, rimanendo nel campo dei Bonelli classici, con molte vicende di Zagor.

    Scene di sesso a buon mercato?
    Figuriamoci. All'epoca della nascita di Tex, se durante un wester cinematografico un uomo e una donna si baciavano partivano selve di fischi dalla sala.
    Il vouyerismo non era e non è mai stato contemplato. Per cui gli sbirciatori storici dei vari Blitz e Skorpio con procaci pin-ups in copertina, sul Tex restavano (e restano) a becco asciutto.

    A questo punto concludiamo che la ragione del successo di Tex non sono le storie o le scene.

    Fosse per questo, Tex sarebbe stato abbattuto nella seconda metà degli anni '70 da Ken Parker, quello si con le storie che lasciano attoniti, quello si che va a fondo, che fa commuovere, quello sì oggetto d'arte.  

    E allora?
    Perchè Ken Parker ha chiuso dopo poco più di 60 numeri e 6 anni di vita e Tex è la testata ammiraglia della Bonelli da 6 decenni?
    Perchè, come dice Berardi, si voleva mantere un livello eccelso delle storie?
    Non ci ho mai creduto. La Bonelli è un'azienda e come tale cerca il profitto; se Ken Parker avesse venduto, in un modo o nell'altro sarebbe andato avanti.

    Tex ha successo perchè è Tex.

    Voglio dire: non per le storie, non per le situazioni o le scene. Ma per la sua persona.

    Tex non è un ubriacone come Mister No, Tex non è politicamente corretto come Ken Parker, Tex non ha una sessualità quantomeno curiosa come Zagor che vive da 50 anni con un messicano in una capanna in mezzo a una solitaria foresta.
    Tex ha successo per lo stesso motivo che ha determinato la chiusura di Mister No un paio di anni fa.

    Abituati come siamo ad avere a che fare con orde di leccaculi, con ruffiani di ogni risma, con sorrisi di circostanza, con i "ma anche no" veltroniani, con i Luxuria, con i Berlusconi, con i mille compromessi puzzolenti e truffaldini, con genìe di esseri che si prodigano nell'arte della confutazione con il loro odore a metà tra la sacrestia e le scartoffie di stato, Tex è quello che vorremmo essere ed è quello che vorremmo fossero i nostri amici e i nostri avversari.

    Tex è chiaro, è diretto, è alla ricerca della verità, la snida, la stana, la svela e la racconta a tutti.

    Tex è un uomo, Tex col volto vitreo e disperato giura vendetta sulla tomba della moglie indiana, Tex stana gli assassini della moglie (e di altri poveri Navajo, vecchi e bambini) e gli uccide tutti e poi torna sulla tomba e sente risuonare nel vento la voce di lei.
    Tex è amico leale, fermo e virile, Tex dopo aver raccontato al figlio di sua madre, quando questi gli chiede "Pà perchè non dormi", lui si gira dall'altra parte e risponde "finisco la sigaretta".
    Si, la sigaretta.
    Con buona pace di chi fece, qualche anno fa, una raccolta di firme consegnata a Bonelli, per farlo smettere col tabacco e con il wiskey.

    Tex vive senza prudenze e senza compromessi fregandosene degli avvocaticchi che difendono i peggiori e che, ahimè, nel mondo reale fanno avere loro la meglio.
    Ma in quello di Tex no.
    Nel mondo di Tex gli avvocaticchi sudano freddo, si dileguano pavidi portando via i loro codici mentre gli odiosi aguzzini, gli assassini, i padreterno volano dalle finestre.

    Ho capito il successo di Tex quando per l'ennesima volta in televisione ho visto un padre al quale avevano appena ucciso il figlio dichiarare la trita formuletta: "non voglio vendetta, chiedo solo giustizia".
    Allora ho capito in che abisso di ipocrisia e di malessere profondissimo ci troviamo, allora ho capito perchè Tex.

    No, la vendetta è un diritto di chi si trova un figlio morto ammazzato.
    Un figlio, una moglie vanno vendicati.
    Qui l'odio è un sentimento nobile e non, come ci vorebbero far credere, un ritorno allo stato primitivo.

    E vi dico che sono io per primo un coglione anestetizzato da un sistema che esprime violenza e che della violenza si serve e ne detiene il monopolio.

    Sono io, il primo a non esser degno di Tex.


    « Ultima modifica: Venerdì 5 Giu 2009, 22:04:48 da MarioCX »
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      Re: Non son degno di Tex.
      Risposta #1: Venerdì 5 Giu 2009, 22:30:10
      Tex come la maggior parte dei fumetti può essere bello o brutto.Dipende da chi lo scrive.
      E' stato per anni in mano a Nizzi che scriveva effettivamente delle storie come le descrivi tu.Ma quelle volte che arrivava Boselli la musica cambiava.
      Ora che Nizzi se ne è andato la serie sta passando uno dei suoi momenti più felici.
      E comunque quando è nato era un personaggio originalissimo :P .

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      MarioCX
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        Re: Non son degno di Tex.
        Risposta #2: Venerdì 5 Giu 2009, 22:45:59
        Non amo troppo Boselli.
        Le sue storie, è vero, sono state talvolta memorabili ma ultimamente tende a sbatter giù accozzaglie di situazioni e personaggi nella stessa storia da rendere la medesima una torta multistrato francamente ben poco digeribile...
        Preferisco gli altri autori che si alternano in questi ultimi anni.

        Bellissima la penultima storia, racchiusa negli albi "Lo Sceriffo Indiano" e "La Preda Umana".

        Una storia ben congeniata, senza prolissità né cadute di ritmo, ben ambientata in una sperduta landa invernale.
        Può essere che il finale un po' buonista desti qualche fastidio, ma a volte è bello credere alle favole.
        A volte.
        Un nuovo piccolo classico da cartonato.  
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          Re: Non son degno di Tex.
          Risposta #3: Venerdì 5 Giu 2009, 23:06:08
          Mario CX, quoto ogni tua parola.  Premetto che non sono un vero e proprio fan di Tex, ma lo leggo ogni tanto, perchè mio fratello lo compra spesso.  Sono convinto che, con qualche Tex Willer in più e qualche Platinette in meno, il mondo sarebbe migliore. ;) ;) ;) ;)

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            Re: Non son degno di Tex.
            Risposta #4: Venerdì 5 Giu 2009, 23:28:40
             Sono convinto che, con qualche Tex Willer in più e qualche Platinette in meno, il mondo sarebbe migliore. ;) ;) ;) ;)
            Lol, certo che ne fai di paragoni, tu... XD

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              Risposta #5: Sabato 6 Giu 2009, 13:03:41
              Mario CX, quoto ogni tua parola.  Premetto che non sono un vero e proprio fan di Tex, ma lo leggo ogni tanto, perchè mio fratello lo compra spesso.  Sono convinto che, con qualche Tex Willer in più e qualche Platinette in meno, il mondo sarebbe migliore. ;) ;) ;) ;)

              Tu quoti me e io quoto te!
               ;)
              « Ultima modifica: Sabato 6 Giu 2009, 13:03:56 da MarioCX »
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                Re: Non son degno di Tex.
                Risposta #6: Sabato 6 Giu 2009, 23:41:38
                Gran bell'intervento, Mario. Non sono un fedele lettore di Tex, ne avro' circa 200 pezzi, letti ad accumulati nella maniera piu' varie, e non penso nemmeno di essere in possesso dei giusti strumeti critici per affrontare un commento a questo fumetto, pero' da persuntuoso voglio lo stesso dire la mia! ;-)

                Credo che una delle cause del successo del personaggio di Bonelli padre risiede nella "sicurezza" che da' la lettura di un suo albo: e' quello che ti aspetti, non mette in discussione le tue certezze e non ti mette nemmeno di fronte al male e ai problemi del mondo: e' una sorta di isola felice, dove - come fai notare - chi sbaglia viene punito, la giustizia "di pancia" riesce a prevalere, senza tanti moralismi e dietrologie. E' un messaggio semplice, immediato e facilmente comprensibile, e poi, soprattutto, e' quello che uno - sotto sotto - vorrebbe sentirsi dire, e quindi e' piu' facile che venga recepito ed apprezzato.
                A differenza di Martin Mystere, ad esempio, che spesso vede la fine dell'albo con la rinuncia forzata da parte del protagonista a svelare un mistero perche' le prove sono state distrutte dagli uomini in nero (quindi i "cattivi" prevalgono) o con l'amara considerazione che determinate cose non possono essere cambiate/conosciute/divulgate... insomma e' "destabilizzante".

                Pero' alla fine MM lo compro tutti i bimestri, Tex ora lo compro pochissimo... dovro' rimediare.

                  - Paolo


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                  Re: Non son degno di Tex.
                  Risposta #7: Mercoledì 1 Lug 2009, 13:17:18
                  Gran bell'intervento, Mario. Non sono un fedele lettore di Tex, ne avro' circa 200 pezzi, letti ad accumulati nella maniera piu' varie, e non penso nemmeno di essere in possesso dei giusti strumeti critici per affrontare un commento a questo fumetto, pero' da persuntuoso voglio lo stesso dire la mia! ;-)

                  Credo che una delle cause del successo del personaggio di Bonelli padre risiede nella "sicurezza" che da' la lettura di un suo albo: e' quello che ti aspetti, non mette in discussione le tue certezze e non ti mette nemmeno di fronte al male e ai problemi del mondo: e' una sorta di isola felice, dove - come fai notare - chi sbaglia viene punito, la giustizia "di pancia" riesce a prevalere, senza tanti moralismi e dietrologie. E' un messaggio semplice, immediato e facilmente comprensibile, e poi, soprattutto, e' quello che uno - sotto sotto - vorrebbe sentirsi dire, e quindi e' piu' facile che venga recepito ed apprezzato.
                  A differenza di Martin Mystere, ad esempio, che spesso vede la fine dell'albo con la rinuncia forzata da parte del protagonista a svelare un mistero perche' le prove sono state distrutte dagli uomini in nero (quindi i "cattivi" prevalgono) o con l'amara considerazione che determinate cose non possono essere cambiate/conosciute/divulgate... insomma e' "destabilizzante".

                  Pero' alla fine MM lo compro tutti i bimestri, Tex ora lo compro pochissimo... dovro' rimediare.

                    - Paolo



                  Da lettore di MM e Tex non posso che condividere. Sul ranger aggiungo che il suo successo, a mio parere, deriva anche dal fatto che certe figure sono ormai geneticamnete innestate nlla nostra scoietà. Il mito del cowboy alla John Wayne è insito nel nostro immaginario, Tex fa scattare qualcosa dentro di noi.
                  W i Supereroi Disney!

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                    Re: Non son degno di Tex.
                    Risposta #8: Lunedì 6 Lug 2009, 00:40:53
                    Tex è un personaggio rassicurante, proprio come John Wayne. In una società come quella odierna, priva di punti di riferimento stabili, il ranger di Bonelli può essere una sorta di ancora di salvezza. Uno dei pochi terrestri (anche se disegnato) ad avere solidi principi. Non lo conosco benissimo, ma di gente come lui si sente tremendamente il bisogno, a cominciare dalla politica (che è tutta marcia, in Italia e all'estero...) :(
                    PS: ma esisteranno esseri umani "puliti", al di fuori del mondo dei "baloons"?
                    « Ultima modifica: Lunedì 6 Lug 2009, 00:43:23 da alec »

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                      Re: Non son degno di Tex.
                      Risposta #9: Mercoledì 19 Ago 2009, 00:23:43
                      Tex è un personaggio rassicurante, proprio come John Wayne. In una società come quella odierna, priva di punti di riferimento stabili, il ranger di Bonelli può essere una sorta di ancora di salvezza. Uno dei pochi terrestri (anche se disegnato) ad avere solidi principi. Non lo conosco benissimo, ma di gente come lui si sente tremendamente il bisogno, a cominciare dalla politica (che è tutta marcia, in Italia e all'estero...) :(
                      PS: ma esisteranno esseri umani "puliti", al di fuori del mondo dei "baloons"?

                      Si.
                      Sono quelli ritratti ne "Mio Fratello E' Figlio Unico" grande pezzo di Rino Gaetano.
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                        Risposta #10: Mercoledì 19 Ago 2009, 01:51:40

                        Si.
                        Sono quelli ritratti ne "Mio Fratello E' Figlio Unico" grande pezzo di Rino Gaetano.
                        Se ti riferisci al film, un certo paragone con Accio nel finale può essere calzante (rifiuto delle lotte politiche e ritorno alla purezza delle origini).
                         ;)

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                          Risposta #11: Mercoledì 19 Ago 2009, 09:53:38
                          Se ti riferisci al film, un certo paragone con Accio nel finale può essere calzante (rifiuto delle lotte politiche e ritorno alla purezza delle origini).
                           ;)
                          Più che altro credo si riferisse proprio alla canzone bellissima di rino gaetano dove è immaginato un personaggio per così dire "puro" (e per questo improbabile come un fratello-figlio unico) e cioè chi:
                          - non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato
                          - non ha mai pagato per fare l'amore
                          - non ha mai vinto un premio aziendale
                          - non ha mai criticato un film senza prima prima vederlo
                          - e' convinto che Chinaglia non puo' passare al Frosinone
                          - e' convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati
                          etc...
                          « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ago 2009, 09:54:41 da piccolobush »

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                            Risposta #12: Mercoledì 19 Ago 2009, 12:59:33
                            Mi riferisco alla canzone.

                            Chiamarsi fuori dalla lotta politica, in linea di principio, significa lasciare decidere agli altri del proprio destino.
                            Non mi sembra quindi cosa onorevole.
                            ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

                             

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