Recensione Topolino 3580
Tito, delizia del genere umano. Di resurrezione dell’umorismo faraciano abbiamo già parlato, e perciò rilanciamo con le parole di Svetonio. Ci si lasci, con questa
boutade, esprimere il nostro apprezzamento per
Gli allegri mestieri di Paperino – Incarico finale (
Faraci/Faccini), una storia
dallo spunto piuttosto etereo ma dall’umorismo riuscito e articolato in gag spesso ben piazzate. I disegni di Enrico Faccini, sempre adatti a questo tipo di narrazione, incontrano forse qualche momento storto in più dell’usuale. Ben rappresentativa di questo momento di transizione faraciano l’ultima sequenza, in cui Paperone è costretto ad allenarsi per riuscire a pronunciare una parola di elogio nei confronti di Paperino.
Uno spunto abbastanza tipico del “penultimo” Faraci, che proprio perché inserito in coda a una storia dall’umorismo più tradizionale nel formato, anziché piazzato sotto i riflettori, rende al meglio.
Radicalmente diversa
Picologia – La determinazione di ferro di Madame Paperie (
Gualtieri/Vian), storia dall’impianto didattico e incentrata sulla figura di
Marie Curie. Il comparto divulgativo è di fatto quello meglio riuscito della storia, a livello di
integrazione fra narrato e informazione scientifica trasmessa. La narrazione in sé è incentrata sulle difficoltà da parte di una regista di convincere Paperone che una trasmissione televisiva di divulgazione scientifica può fare ascolti, se ben fatta.
Singolare la conclusione, in cui scopriamo che
“gli ascolti non sono stati altissimi… ma neanche bassissimi”. Singolare perché realistica: e in genere, nelle storie del libretto, un realismo del genere viene evitato. Si tratta, a parere di chi scrive, di una scelta tutt’altro che banale, pur nella sua apparente accessorietà, e che non appare troppo disgiunta da una linea editoriale di uno sguardo più in presa diretta, e più schietto, sulla realtà, per quanto nei limiti di un fumetto come
Topolino.
Buoni i disegni di Vian (ma chi scrive ha una specie di
guilty pleasure per questo disegnatore non molto amato) ben a suo agio soprattutto nell’ambientazione primonovecentesca.

Non solo gli anziani Presidenti[/size][/i]
Seguono
Pippo e la giungla, dolce giungla (
Korhonen/
Fernández Martinez), sulla quale si sorvola facilmente complici anche disegni un po’ sotto tono, e
Zio Paperone, Rockerduck e gli affari in condivisione (
D’Antona/
Lomurno), più articolata ma forse non abbastanza vivace nelle
gag e nelle battute (una, notiamo
en passant, cita alla lettera
The Office – US) rispetto a quanto i personaggi coinvolti, e la loro prolungata e monopolistica interazione, avrebbero suggerito. Bella la gestione delle tavole, con un
continuo sfondamento della gabbia, eccezionalmente non nel quadro di una storia d’azione.
Per concludere, arriva alla puntata conclusiva, intitolata
La resa dei conti, la storia a puntate
Topolino e l’isola che non c’è (
Salati/Soldati). Nella resa dei conti che segue a un mistero, appunto, forse la cosa più difficile è calibrare il ritmo delle rivelazioni per non perdere l’attenzione del lettore ma allo stesso tempo non consumare tutto in una fiammata confusionaria.
La storia cerca appunto di tenersi in equilibrio fra questi due pericoli, ma in ultima analisi il
peso di aver esaurito l’azione vera e propria e dover rendere conto di tutti i nodi un po’ affonda, se non la
Miranda II, quest’ultima puntata. Forse mettere in scena nelle puntate precedenti una parte più sostanziosa della parte della trama ambientata nel passato, sempre tramite
flashback ma mascherando l’identità di alcuni personaggi, avrebbe potuto aiutare in questo senso. Ma non siamo certo nella posizione di dare lezioni di sceneggiatura. La storia nel complesso rimane ben apprezzabile,
specie tenendo conto dell’impostazione piuttosto ambiziosa architettata da Salati, specialmente considerando l’incastro dei personaggi e la non facile interazione fra personaggi usuali (Topolino, Minni, Clarabella, Pippo) e
cast aggiunto.
In conclusione, un numero che si barcamena come può nell’intervallo fra la storia di apertura e quella di chiusura, ma a parere di chi scrive senza l’unità e l’uniformità per convincere, sia a livello narrativo che grafico.
Voto del recensore:
2/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2024/07/23/topolino-3580/Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!