Recensione Topolino 3616
Dopo il ritorno della
scorsa settimana,
Area 15 passa nelle mani di
Corrado Mastantuono, che sono ciò che ci vuole per non perdersi in noiose e problematiche vicissitudini “adolescesistenziali” e dare invece un po’ di brio e divertimento alle vicende del gruppo di ragazzini messo su da
Roberto Gagnor e
Claudio Sciarrone (presenti anche su questo numero con due autoconclusive).
Con
Sfida all’ultimo scoop, l’autore romano
riprende e aggiorna alla sua maniera l’eterno conflitto tra adulti e ragazzi, teorizzato e messo su carta già da Taliaferro e poi portato al giusto livello di perfidia da Barks, approfittando dell’occasione anche per allargare gli schieramenti, con Paperoga a spalleggiare lo zio e l’eterogeneo gruppo di amici a fianco dei nipoti.
Cambiano anche le motivazioni o, meglio, si aggiorna il contesto: da una rivalità primordiale, quasi tribale, che sfocia in un conflitto parentale che, a suo modo, è innato e non ha bisogno di reali motivazioni, si passa ad una rivalità “professionale” prima e generazionale poi, in quella continua rincorsa ad avvicinarsi alle tematiche giovanili che è il succo stesso della serie
Area 15.
Altro segno dei tempi attuali è il fatto che si gioca sporco, sì, ma solo da una parte (quella degli adulti) e, soprattutto, si lascia aperta la porta sul lato sentimentale, per poter chiudere con un ecumenico lieto fine ormai di prammatica.

In guerra (generazionale) ogni arma è lecita…[/size][/i]
Il risultato finale ci consegna una storia molto simpatica a cui danno un
quid aggiuntivo gli espressivi disegni dell’autore.
Menzione particolare per Paperone, in un ruolo apparentemente marginale ma che in realtà, da vera eminenza grigia, muove le fila di tutto senza quasi apparire, vigila e raccoglie i frutti.
Il resto del numero è ben poca cosa:
Rudy Salvagnini e
Marco Mazzarello realizzano
La minacciosa minaccia dello spazio esterno, ovvero un nuovo episodio de
I mercoledì di Pippo. Una storia, ahimè, azzoppata in partenza da un meccanismo logoro e incapace di rinnovarsi, che finisce per naufragare del tutto quando viene a mancare la comicità stralunata e surreale del protagonista, sostituita da una serie di
sketch abbastanza infantili.
Anche a
Enrico Faccini, ritrovato in questa occasione come autore completo per
Tecnologia… avanzata!,
sembra mancare qualcosa che permetta alla sua breve storia di sfociare in quel crescendo insieme folle e catastrofico tipico di molti suoi lavori simili: a ogni pagina sembra quasi di essere lì lì per decollare, di avvicinarsi ogni volta di più, ma poi non avviene mai. Un tappo di spumante che, anziché essere sparato in aria, viene trattenuto e soffocato in un triste “pfffffff!”.
A seguire,
Vito Stabile rivisita liberamente la classica
Zio paperone e il disturbatore invisibile, in un nuovo capitolo del suo personale tributo a Carl Barks racchiuso dalla serie
Pianeta Paperone.

Omaggio all’Uomo dei Paperi[/size][/i]
Sogni nel cassetto è una gradevole avventura che regala più di un sorriso; peccato constatare tuttavia una volta di più l’invecchiamento del tratto di un
Marco Rota oggi lontano dai giorni migliori della sua carriera.
Capovolgendo il libretto, ci si può immergere nella lettura del
mash-up Marvel-Disney, con i personaggi di Paperopoli e Topolinia alla prese con il quinto episodio del ciclo
What if…? Topolino e i suoi amici diventano The Avengers.
Certo, Stefano Petruccelli, nel suo “editoriale al contrario”, dice che si tratta di una storia che parla di ingiustizie subite, di torti da riparare, della forza necessaria per rimettere le cose a posto, ma non fidatevi:
è una avventura poco incisiva e piuttosto dimenticabile.
In realtà, l’idea di per sé non sarebbe male e comunque è un’operazione non dissimile da altre che pure si sono viste su
Topolino (e che a volte sono incappate nello stesso problema… chi ha detto
Dylan Top?): un
remake di una storia a suo modo emblematica di un altro universo fumettistico, interpretata dai personaggi Disney.
Le due splash page iniziali a confronto Il problema è che non si capisce a chi ci si vuole rivolgere:
la storia di esordio dei Vendicatori risale a oltre 60 anni fa, quale ragazzino può conoscerla o anche solo avere l’interesse (la reperibilità, oggigiorno, è l’ultimo dei problemi) a leggerla? Soprattutto, quanto potrebbe piacergli un qualcosa scritto in una maniera che oggi farebbe, nel migliore dei casi, sorridere? Per di più, con dei personaggi che avevano una caratterizzazione profondamente diversa da quella odierna, Hulk e Iron man su tutti, alla luce anche dei film del
Marvel Cinematic Universe?
Forse potrebbe piacere ai vecchi lettori, quelli che magari ai tempi della Corno scrivevano alla casa editrice per chiedere se fosse più forte Hulk o la Cosa, ma si spera che nel frattempo questi lettori abbiano fatto qualche passo avanti a livello di sviluppo intellettivo e trovino quindi ridicola una torta rubata come pretesto per una vendetta che attraversa dimensioni terrene e ultraterrene.
Vero che anche la storia originale è a dir poco
naif ma, appunto è una roba di sessant’anni fa, nata tra l’altro in un contesto “fumoso” e in ogni caso rivolta a un pubblico enormemente diverso, seppur anagraficamente compatibile. Poteva essere l’occasione per una vera riscrittura, salvaguardando l’importanza ma rendendola un lavoro in linea coi tempi, anziché limitarsi ad un adattamento semi-pedissequo, senza originalità.

L’accurato lavoro di rielaborazione di Alessandro Pastrovicchio[/size][/i]
Rimangono di buono i disegni di
Alessandro Pastrovicchio, decisamente a suo agio in questi ambiti e che fa ciò che non è stato fatto in sceneggiatura, cioè mantenere dei riferimenti alla storia di Lee-Kirby, riproducendone alcune vignette-chiave, ma
adottando anche soluzioni e un “montaggio” affine ai moderni comics.
Buona anche una parte del casting ideato da
Steve Behling e
Luca Barbieri, con Gastone-Loki e Paperino-Thor, e tutto sommato anche Pippo-Hulk, che potrebbe essere sfruttato in futuro per storie con un po’ più di mordente, mentre il ruolo degli altri è abbastanza irrilevante: Pluto resta ciò che è, un animale di compagnia, mentre il contributo di Topolino-Ironman è accorgersi, nel momento in cui avrebbe potuto essere utile, che la sua strumentazione non funziona.
Uno squilibrio totale nella gestione dei personaggi con più di metà di loro relegata sullo sfondo, segno di una sceneggiatura insufficiente e senza idee (che dire di Paperina-Lady Sif introdotta a forza in una storia in cui non avrebbe dovuto esserci per poi lasciarla indietro, come un cavallo zoppo a cui non si ha avuto nemmeno il cuore di sparare?).

La nascita degli Avengers, nel 1963 e nel 2025[/size][/i]
Quanto al comparto redazionale, è molto lo spazio dedicato a storie ed autori: utile il compendio su
Area 15, sia per i nuovi, sia per chi già conosce la serie, visti i tre anni di distanza dall’ultima avventura. Lunga intervista poi agli autori degli Avengers, con approfondimenti sulla creazione della storia. Infine, ricche anticipazioni su due lavori in uscita sul prossimo numero: un nuovo capitolo sia per
Area 15 che per Il circo Shadow.
Voto del recensore:
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