Numero che mi ha soddisfatto in parte.
Comincio dalle due storie che non ho apprezzato; il nuovo capitolo dei Mercoledì di Pippo e quella degli Avengers.
Per quanto concerne la prima, devo dire che la serie in generale – con il suo canovaccio, i suoi stilemi, la sua linea di sviluppo – non riesce a scaldarmi e neanche questo episodio ha saputo interessarmi.
Qualche battuta graziosa c'è, l'umorismo non manca ma dopo un paio di pagine mi ha annoiato con il suo ripetersi delle dinamiche tra Topolino e Pippo e tra quest'ultimo e le altre comparse della storia.
Quanto al nuovo prodotto della collaborazione tra Disney e Marvel, io non sono un appassionato della Casa delle Idee e non so quanta fedeltà ci sia con il racconto originale né quanta necessità ci sia, da parte di Barbieri, di attenersi alla storica vicenda marvelliana, per cui mi limito a giudicare la storia disneyana che ho letto.
E circa questa, purtroppo, non posso confessarmi soddisfatto.
Lo spunto di base che muove la scesa in capo dei supereroi è molto alla buona, sia per il motivo dietro l'astio di Gastone-Loki nei confronti del cugino che per la “minaccia” rappresentata da Pippo-Hulk, autore di una malefatta che si tinge di un carattere più infantile che pericoloso.
Manca dell'azione vera e propria, gli eroi si limitano a vestire i panni delle loro identità segrete pronti ad un coinvolgimento che rimane solo nella carta, ventilato ma senza uno sviluppo concreto.
E al di fuori dell'esiguità della consistenza della trama, il racconto ha una rapidità di sviluppo che lo fa procedere a spron battuto e troppo, troppo velocemente!
Capisco bene che ciò sia dovuto all'esigenza di rientrare nel numero di tavole prestabilito ma, forse, per un progetto ambizioso come questo avrei gradito di più che ciascuna storia avesse due tempi in cui svilupparsi, dove mettere più carne al fuoco, in maniera più intriganti e munita di un ritmo più equo e meno forsennato.
Le storie che ho apprezzato di questo numero, invece, sono la nuova incursione del Papersera sul libretto e il ritorno del ciclo “Pianeta Paperone”.
La storia di copertina rappresenta una prova valida di Mastantuono sia per la sceneggiatura che per i disegni, laddove l'autore romano coniuga bene umorismo e momenti di tensione, sostenendo il tutto con un ritmo adeguato e che marca il dipanarsi di un racconto che mette a confronto due generazioni diverse e due modi differenti di dedicarsi al giornalismo.
I rapporti tra Paperoga e – soprattutto – Paperino con i ragazzini di Area 15 (e in particolare i nipotini) sono interessanti nella loro vivacità, permettendo di donare brio e “pepe” ad una storia che ricorderò con piacere e gusto, anche per l'azzeccato e piacevolissimo finalino concentrato sul mega-direttore galattico del giornale, alias Paperone!
Sempre lo Zione è protagonista della storia di chiusura del numero (senza considerare la sua parte “rovesciata”), la quale costituisce anche la mia preferita del lotto.
A partire dalla rievocazione di una classica breve disegnata da Barks, Vito Stabile costruisce un racconto intriso di amore genuino per il personaggio del Vecchio Cilindro, centrando in pieno la sua personalità e descrivendo molto bene l'importanza che un mobile – quale il suo storico comò – riveste per lui.
Si tratta di una vicenda che mi ha fatto molta tenerezza, sia per il problema che afflige il protagonista che per il legame cui ho accennato, elemento cardine di questo nuovo, gustoso, frutto della collaborazione tra il bravo sceneggiatore campano con Marco e Stefano Rota.
Infine, in mezzo al giornale si colloca la breve di Faccini: simpatica ma dimenticabile.