Recensione Topolino 3617
Topolino 3617
si caratterizza per un taglio particolarmente didattico rispetto alla media del libretto. Personalmente, nel valutare i contenuti di un numero, pongo raramente attenzione agli articoli a corredo delle avventure: ma in questo caso,
mi sento di fare i complimenti per l’ottimo connubio storie/approfondimenti, che ho trovato molto azzeccato.
La colorata copertina ci introduce ad un nuovo episodio della serie
Circus, avviata nelle scorse settimane. Il circo Shadow prosegue il suo viaggio nelle zone più desolate d’America spostandosi questa volta nella poco ridente cittadina di New Golden City. Un paese sorto dalle ceneri della precedente e limitrofa Golden City, un esempio fumettistico di quello che sono state le
mine towns all’epoca della frontiera americana, quando
la corsa all’oro spingeva migliaia di cercatori verso un sogno di ricchezza che, però, era spesso destinato a rimanere disatteso e lasciava così morire rapidamente l’intero insediamento venutosi a creare.
Restano così le
ghost towns, o città fantasma, alle quali è dedicato il primo redazionale del numero. Un articolo molto interessante che non si limita ad illustrare i tipici villaggi western abbandonati, ma che ci presenta anche alcune località italiane oggi disabitate, o prossime ad esserlo, per motivi diversi fra loro, ma che riescono ancora a richiamare la nostra attenzione.

Solo polvere e fantasmi[/size][/i]
Tornando invece alla parte narrativa,
Spettri a Golden City vede i personaggi conosciuti nelle scorse puntate chiamati ad affrontare varie situazioni di difficoltà: dalla desolazione e rassegnazione presenti nella cittadina raggiunta, alla mancanza di un luogo adeguato per proporre il loro spettacolo, dalla minaccia rappresentata da alcune voci “fantasma”, ad un pericolo ben più concreto che metterà a rischio la sopravvivenza stessa dei circensi.
Giovanni Di Gregorio crea un’atmosfera misteriosa credibile senza eccedere nei colpi di scena, ben accompagnato alle matite da
Ivan Bigarella, eccellente nella raffigurazione del paesaggio e capace di impreziosire il racconto con
alcune tavole introspettive realizzate con uno stile “dipinto” che si rivela molto efficace nel mostrare le emozioni dei protagonisti, mettendo in pausa la trama principale.

Un automezzo dal fascino intramontabile
Rilanciata nelle
scorse settimane, troviamo a seguire una nuova storia dedicata ad
Area 15. Un’avventura per certi versi anomala rispetto al tipico svolgimento della serie, dal momento che
In punta di Pennino vede protagonista, come dichiarato dal titolo, il nipote di Paperoga.
Tuttavia, al centro della vicenda abbiamo una volta di più la forza trascinante delle passioni, la volontà travolgente del gruppo, il genuino entusiasmo della gioventù.
Francesco Pelosi dimostra di sapere quindi padroneggiare gli elementi che hanno caratterizzato in questi
cinque anni le giornate e le attività dei paperotti, inserendo in più un
flashback dedicato al passato di Paperoga che, in tutta onestà, mi lascia un po’ perplesso, pur potendo riconoscere in fondo un collegamento con l’animo
beat originale di questo personaggio nato negli anni Sessanta.
Interessante, in ogni caso, l’idea di aprire una finestra sulle biblioteche itineranti, un servizio offerto in molte città ma al quale forse viene riservata meno pubblicità di quanto sarebbe lecito aspettarsi. E molto puntuale è il redazionale collegato, che ci illustra la diversa applicazione di questa attività nelle varie parti del mondo, dove viene realizzata non solo attraverso pulmini e motocarri, ma anche via nave per raggiungere i luoghi più remoti e portare ai loro abitanti quegli importantissimi tesori che hanno forma di libri.

Citazioni pop
In
Orazio, Clarabella e la serata a tema,
Marco Bosco parte da un canovaccio ampiamente sfruttato – il personaggio maschile a disagio in una cerimonia di gala – ma, anche grazie alle espressioni di
Lucio Leoni, riesce a portare a casa una breve simpatica seppure non originale.
Il libretto si chiude con
Zio Paperone e la memoria ghiottona.
Roberto Gagnor muove un atipico terzetto composto da Paperone, nonna Papera e Ciccio, impegnandoli in una
caccia al tesoro che li porterà a girovagare per la Lombardia, fra camei attoriali e ritornelli musicali: il risultato finale non sarà, tuttavia, quello sperato dal papero più ricco del mondo. Per
Giampaolo Soldati è l’occasione di regalarci alcune cartoline da Mantova, Milano, Pavia e Sondrio, mentre per il lettore sarà l’opportunità di (ri)scoprire le specialità tipiche di queste città, come i tortelli di zucca, il panettone, il risotto e la polenta. Una lettura leggera che farà venire un po’ di appetito!
In conclusione, doverosa segnalazione per l’articolo dedicato all’uscita nelle sale del
live action Biancaneve.
Un rifacimento del primo Classico Disney di cui si è molto parlato in queste settimane, sottolineandone i punti critici. Non resta che stare a vedere se questa nuova versione riuscirà a reggere il confronto con una pietra miliare della cinematografia intera: sarà molto difficile, ma il mito che ammanta la favola potrebbe comunque garantire un buon successo anche questa operazione.
Voto del recensore:
3.5/5Per accedere alla pagina originale della recensione e mettere il tuo voto:
https://www.papersera.net/wp/2025/03/24/topolino-3617/Ora è possibile votare anche le singole storie del fascicolo, non fate mancare il vostro contributo!