Pur essendo circolato eccezionalmente in alcune sale UCI è finalmente uscito ufficialmente questo sequel di
Trilli, che porta avanti il progetto di Lasseter di rifondazione del brand Toon Studios. Rifondazione che procede molto bene, e lo si può dire dopo un'annata intera in cui siamo per la prima volta rimasti privi di qualsivoglia sequel imbarazzate: niente
Pinocchio 2, niente secondo dvd delle
Enchanted Tales, progetto ormai naufragato, è rimasta questa consuetudine novembrina del film di Trilli, un'abitudine deliziosa, posizionata strategicamente come una sorta di assaggio delle novità Disney di fine anno che invece vedremo al cinema.
Perché adesso la qualità è davvero salita: pur non raccontando chissà cosa, questi film di Trilli sono una boccata di genuinità e magia, nel senso meno lezioso del termine. E questo secondo film non fa eccezione: animato ancora una volta dai Prana Animation Studios, studio indiano che aveva già realizzato il primo
Trilli, si fa apprezzare per la cura maniacale infusa nella realizzazione di un mondo coerente per queste fatine. Il tutto è perfettamente in linea con quanto impostato l'anno scorso: il mondo delle fate, i richiami celtici, l'aspetto visivo dovuto alle atmosfere sognanti, agli scenari coloratissimi, alla natura che pervade ogni singolo fotogramma. Stavolta vengono messe da parte le amichette di Trilli, molto più presenti nel primo film, per far spazio a una sorta di piccola quest che vede Trilli andare a nord dell'Isola Che Non C'é: ci si focalizza più sul rapporto con Terence di amor/amicizia puramente adolescenziale, senza però cadere troppo nel teen drama, ma rimanendo nel più genuinamente infantile. In senso buono s'intende, visto che come nel primo film è la semplicità a farla da padrona: nessuno sbalzo di registro, nessuna esagerazione umoristica sfociante nel fiappume, come accadeva in titoli passati quali
La Sirenetta 3, tutto è perfettamente calibrato e si nota che dietro c'è la mano discreta e saggia di Lasseter. Tuttavia, ho personalmente preferito il primo film, dove la trama era praticamente inesistente e c'era più magia e intimismo, il tutto sinfonicamente amalgamato con pennellate celtiche, che pur essendo presenti anche qui ho trovato meno efficaci. La colonna sonora rimane ad ogni modo di ottima qualità, anche se meno brillante:
If You Believe, cantata in Italiano da L'Aura, apre (e chiude con un reprise) il film mostrando le fatine intente a creare l'autunno, in una scena che richiama un po'
Fantasia, un po' il finale del primo film, dove invece toccava alla primavera. In questo caso la canzone è meno esaltante ma delicata quanto basta a immergere nelle bellissime atmosfere del film e L'Aura fa un buon lavoro adattandosi in pieno allo stile.
Fairy Tale Theatre è invece il gioiello del film, ascoltabile quando Trilli viene accidentalmente a conoscenza dell'obiettivo del suo viaggio, è forse la più evocativa e solenne di tutte, e rimane ben impressa anche se composta da pochissimi versi cantati.
The Gift of a Friend e
Where the Sunbeams Play sono invece presenti nei titoli di coda, e quindi più tendenti al pop, pur non tradendo l'impronta stilistica raffinatissima del film, e apparendo piacevoli all'ascolto e sicuramente non Disneychannelliane.
Il comparto grafico, pur trattandosi di un direct to video, è assai curato: su fondali, textures, animazioni, luci e colori neanche mi esprimo, tanto alta è la qualità. I modelli rimangono invece un po' bambolettosi, specialmente nelle figure maschili non caricaturali come Terence, ma le fatine sono piacevoli a vedersi e anche alcuni personaggi più comici come ad esempio i Troll. Ecco, i Troll. Quelli doppiati dai Fichi d'India. Che trovano il modo di inserirci pure un
ahrahrahra a tradimento. Sorvolando sul fatto che graficamente sono due modelli molto buoni (molto meglio della banalerrima spalla puccettosa che affianca Trilli nel viaggio), che in inglese la resa è diversa e che hanno in tutto un paio di minuti di battute, trovo che si sia mancato di rispetto enormemente allo stile raffinato del film chiamando quei due dementi a doppiare due personaggi, sebbene comici. Che lo si sia fatto perché sotto sotto ci somigliano, che potesse venir fuori molto peggio sono cose indubbie, questo non toglie che il film perda sia pur in piccola parte prestigio, e trattandosi di un direct to video, categoria in fase di redenzione, non penso che fosse il caso. Per il resto va detto che sono stati chiamati, in continuità col primo film, nuovamente Luca e Paolo per dar la voce a Clunk e Bloblò, pur avendo i due personaggi pochissime battute, e la cosa è stata molto gradita e coerente. Quanto agli extra sono stati l'ennesima gradita sorpresa: niente giochetti puerili, a parte forse una clip in cui si fa il punto sul mondo delle fate, un filmato che mostra come il mondo di Trilli ha contaminato Walt Disney World, alcuni contenuti creati appositamente per l'edizione italiana con Luca e Paolo (spassoso) L'Aura (buono) e i Fichi d'India (no comment), le scene eliminate e soprattutto i fuoriscena, animati appositamente, come non si vedevano dai tempi di
Monster & Co.
Per i puristi che continuano a veder di cattivo occhio questa raffinata operazione in quanto figlia del marketing e snaturante viene dato un contentino mostrando come il carattere di Trilli si sia parecchio evoluto verso l'irascibilità, la fatina infatti ha poca pazienza, non è maturissima e spesso e volentieri diventa tutta rossa, la qual cosa viste anche le premesse del terzo film, in cui verrà rapita e avrà a che fare con Vidia, potrebbe preludere a una maturazione del carattere in senso "negativo" con conseguente abbandono della Radura per andare a star con Peter. Qualsiasi cosa abbiano intenzione di fare con questo brand direi che non c'è troppo da preoccuparsi, l'uomo grasso con la camicia hawaiiana è lì che vigila.
da
La Tana del Sollazzo