Non avevo mai visto un film di Miyazaki sul grande schermo. Devo dire che mi ha lasciato abbastanza stordito.
Innanzitutto devo concordare con chi dice che questo film è un Miyazaki all'ennesima potenza. Prende ogni minima caratteristica dell'animazione Miyazakiana e la carica all'inverosimile.
Sono tante le tematiche già viste, c'è la guerra come in Nausicaa e Mononoke, l'obiezione di coscienza vista in Porco Rosso e soprattutto il volo, assente forse solo in Mononoke e Totoro.
Ritornano anche molti vezzi stilistici come le vecchie dalle teste gigantesche e gli uomini melma, che ricordano tanto gli spiriti che si aggiravano per le strade la città incantata.
L'ambientazione europea di Laputa e Kiki fa poi il paio con quella onirica di Spirited Away.
Un altra caratteristica, in questo caso un difetto, che questo film condivide coi suoi fratellini è il finale troppo rapido. Qui la cosa stona forse anche più che negli altri casi perchè la carne al fuoco è molta, forse troppa perchè possa risolversi con l'arrivo di un deus-ex-machina, ruolo giocato qui dallo spaventapasseri. Ma è un difetto che si fa perdonare di fronte alla quantità di meraviglie presenti nel film.
La trama presenta una struttura tutt'altro che geometrica. Gli elementi vengono distribuiti lungo le due ore di durata apparentemente senza alcun ordine. Ci sono delle allegorie d'accordo, ma molte di esse sono come indipendenti e non sembrano voler essere parte di un unico affresco. Questo provoca, come anche nella città incantata e in kiki, un senso di vuoto, una scarsa coesione tra la prima e la seconda metà che sembrano essere due segmenti divisibili.
Altra cosa che ho notato è che alcuni personaggi cambiano ruolo e il resto del cast sembra quasi non ricordarsi di chi erano prima. Mi riferisco soprattutto alla Strega delle Lande tramutata a metà film in una vecchina e accettata come tale fino alla fine. Mi ha ricordato molto la sorella di Jubaba in Spirited Away, e la sua trasformazione sul finale in personaggio rassicurante e positivo, una "nonnina" appunto. O anche il figlio di Jubaba accettato come topo senza che Chichiro battesse ciglio.
Anche Sophie e la sua reazione alla maledizione che l'ha colpita mi hanno fatto inarcare un sopracciglio. Mi aspettavo un maggior shock da parte sua, e invece l'accetta e si comporta da vecchia.
Capisco che questo voglia significare che Sophie anche da giovane era già mentalmente anziana e che quindi la trasformazione non ha fatto altro che assecondare la sua tendenza, però questa è una cosa che si capisce a film finito e non aiuta nella comprensione.
Nel finale la maledizione non si rompe, e nessuno se ne preoccupa. Al contrario Sophie trova il modo di gestirsela, segno che la sua maturazione come personaggio è giunta a compimento.
Howl è un personaggio enigmatico, un bambino nel corpo di adulto. Calcifer è un demone, la causa dei problemi di Howl, eppure viene dipinto come un esserino tenero e simpatico. Suliman, antagonista di Howl, ha invece per certi versi ragione nel suo volerlo ricondurre a corte. Non tutto è chiaro e intuitivo e l'unico modo per godersi il film è sedersi e accettare provvisoriamente tutto ciò che ci viene mostrato per poterlo poi interpretare davvero solo a film finito.
L'animazione questa volta è superlativa: la rigidità viene meno e i movimenti sono fluidi. I colori, come già in Spirited Away, sono molto accesi e l'appeal visivo ci guadagna.
Le musiche sono meravigliose e il motivetto principale, uno splendido walzer che si sente la prima volta quando Sophie e Howl danzano nel cielo, è letteralmente esaltante.
Un opera maestosa, senza dubbio. Tuttavia penso che dopo questa sbornia di temi forti a Miyazaki farebbe assai bene un secondo periodo disimpegnato...