Ci sono, per forza di cose, alcuni "prodotti culturali", chiamiamoli così, che fin dall'infanzia ci colpiscono e ci marchiano, guadagnandosi un posto indelebile nella memoria, ma soprattutto in quel luogo misterioso in cui conserviamo le suggestioni e i sentimenti di una vita intera, specie quelli che ci hanno fatto crescere.
"Brisbie", per quanto riguarda la mia storia personale, è forse uno dei più notevoli e struggenti di questi "prodotti sedimentati dentro di noi" (sì, lo so che suona malissimo, ma fatico a trovare le parole per esprimere quel che voglio dire, spero possiate capirmi.) E' un cartone che mi colpì in profondità sin dalla prima volta che lo vidi, da piccino, evocando in me una serie di emozioni intensissime, dalla pelle d'oca quando Brisbie dà luce alla propria anima, alla paura nei momenti più cupi. Emozioni che puntualmente ritornavano ad ogni visione.
Non lo rivedo da una vita, ormai. Un po' perchè la videocassetta si è rovinata, ma soprattutto perché non sono certo di essere pronto, di fronte alla prospettiva di liberare, dopo così tanto tempo, tutte quelle sensazioni che mi legavano a questa storia bellissima, ai suoi doppiatori eccezionali, ai suoi personaggi così vivi e veri, alla forza dei loro cuori.
Prima o poi lo riguarderò. Sarò un inguaribile sentimentalone, ma sarà il cartone che più di ogni altro vorrò vedere insieme a mio figlio, se e quando ne avrò uno.