Dopo le considerazioni di carattere generale, eccoci a quelle di tipo artistico, ovviamente influite dal gusto personale di chi scrive; scorrendo la classifica, saltano all’occhio diverse assenze importanti (almeno una, per il sottoscritto, è grave, e si tratta del disneyano Flowers And Trees), ma indubbiamente la maggior parte di quelli presenti è più che degna di essere entrata in classifica. La graduatoria finale, sia nel numero di presenze sia nell’assegnazione delle posizioni di testa, premia la Warner, e tutto sommato anche qui ci si può stare, visto che i cartoons di questo studio sono sempre stati più movimentati e meno convenzionali di quelli Disney, grazie soprattutto al genio di Chuck Jones, i cui shorts hanno sempre dei grandi momenti di inventiva e comicità, paragonabili solo a quelli di Tex Avery, altro grande maestro del cartooning specializzato in situazioni “fuori di testa”. Nel thread Nuovi Disney treasures ho accennato ad un progetto che stavo realizzando, ed a questo punto credo che sia chiaro a cosa alludessi: la ricerca di questi 50 cartoons; al momento in cui scrivo me ne mancano meno di dieci, dunque ho avuto modo di vederne la maggior parte e di farmi un’idea. Ovviamente conoscevo quasi tutti i Disney; l’unico che non avevo ancora mai visto era il già più volte nominato Toot, Whistle, Plunk & Boom, che racconta la storia dell’evoluzione delle quattro grandi famiglie di strumenti musicali; si tratta del primo cartone animato girato in CinemaScope, con uno stile soprattutto nel tratto diverso da quanto la Disney avesse mai prodotto in precedenza, e premiato con l’Oscar; a me è piaciuto molto, sia graficamente che nella sceneggiatura. Conoscevo anche molti Warner, ma diversi altri erano a me sconosciuti; quello che più mi ha colpito, paradossalmente, è proprio l’ultimo in classifica, ossia The Dover Boys, storia di tre fratelli che frequentano la stessa ragazza, alla quale è però interessato anche il cattivo di turno; la storia si sviluppa in maniera spassosissima, ed il finale è a sorpresa. Anche qui è stato lo stile grafico diverso dal solito standard Warner ad avermi colpito, stile funzionale alla vicenda, ma che allo stesso tempo rende ancora più evidenti i colpi di scena (ve la raccomando una indifesa ragazza intubata in un abito anni ’30 che non le impedisce alcun movimento, e che così indifesa non è…). Tra gli altri, un bellissimo cartoon è quello della MGM Peace On Earth; prodotto quando la seconda guerra mondiale era appena iniziata, narra la storia dell’umanità vista dagli animali di un bosco dopo la fine di una lunga e sanguinosa guerra tra i Vegetariani ed i Carnivori (Vegetarians vs. Meat Eaters), al termine della quale… non vince nessuno; tanto per dire l’effetto che ebbe alla sua uscita, oltre ad essere stato candidato all’Oscar, questo cartoon è stato anche tra i candidati alla vittoria del premio Nobel per la pace. Tra i cosiddetti “indipendenti” che sono riuscito ad ottenere (è proprio la maggior parte di questi che mi manca ancora, oltre a quasi tutti gli UPA), Bambi Meets Godzilla, oltre ad essere il più corto dei cartoni in classifica, durando un solo minuto e mezzo, è decisamente scontato (secondo voi cosa potrà mai accadere in un incontro del genere?), mentre The Cat Came Back è la divertente e triste storia di un poveraccio che commette l’errore di accogliere un micio in casa, e che cerca di sbarazzarsene in tutti i modi non appena l’animale inizia a fare ciò che è nella sua natura (non possiedo gatti, ma ho degli amici che ne hanno, e che ormai hanno rinunciato ad avere mobilia e tendaggi in buono stato). Come forse si è capito da quanto scritto in precedenza, Tex Avery mi piace moltissimo; ho sempre considerato Red Hot Riding Hood un capolavoro, ma dopo averlo visto per intero per la prima volta in questa occasione posso dire che Northwest Hounded Police è altrettanto bello. Infine il podio: secondo me il risultato è giusto (d’altro canto chi sono io per contraddire 1000 persone che dell’animazione ne sanno più di me?); What’s Opera Doc è riuscitissimo, solo Jones poteva riassumere il ciclo di Wagner in meno di 7 minuti in maniera assolutamente divertente (giusto qualche sera fa è stato ritrasmesso da Rai 2, e per una volta la traduzione italiana è risultata essere fedele all’originale); Duck Amuck è citato anche nel volume di Repubblica di Topolino come fonte di ispirazione per De Vita, ed è assolutamente originale nell’idea e nella sua realizzazione; The Band Concert è forse uno dei più movimentati ed originali shorts disneyani, con tutto quello che succede durante la tromba d’aria, e prima e dopo con quello che combina Paperino e come lo combina.
Si potrebbe continuare ad libitum affrontando altri argomenti (l’importanza della musica in gran parte dei cartoons indicati; la presenza in classifica di diversi shorts “politicamente scorretti”; ed altro ancora), ma credo di aver messo già abbastanza carne al fuoco; ora tocca a voi.