Quando nel 2000 la Disney Television decise di regalare un seguito pure a
In Viaggio con Pippo, trattò il film originale con un tale ossequio da equipararlo a un classico. E infatti il rapporto che c'è tra l'originale cinematografico e il sequel direct-to-video è lo stesso visto nei sequel dei classici, con quella dedica a fine titoli di coda che omaggia gli ispiratori del film originale
senza la cui arte questo film non sarebbe mai stato possibile.
Del resto gli studi Movietoons, che avevano prodotto (con la collaborazione della Feature) il film, erano da poco stati "inglobati" degli studios adibiti alla produzione dei classici, e quindi ogni loro prodotto aveva adesso una certa dignità, anche retroattiva.
Quando gli artisti della Disney Television si trovarono a mettere mano al sequel di
A Goofy Movie decisero di non modificare l'approccio al personaggio di Pippo, e continuarono ad ignorare bellamente stili e caratteristiche provenienti della serie televisiva, mantenendone solo i personaggi apparsi nel lungometraggio. E non solo quelli, visto che affianco a Pippo, Max, Pietro e P.J, appare anche quel Bobbie, eccentrico ed esperto di elettronica che nel primo film aveva aiutato Max a far colpo su Roxanne esibendosi sul palco della scuola. Per il resto ci sono solo ed esclusivamente personaggi nuovi, anche perchè il setting di questo film lo rende profondamente e strutturalmente diverso dal road-movie del 1995. Qui si parla di college, o meglio di campus universitario, dal momento che sono passati molti anni e Max ora è cresciuto e per lui è giunto il momento di andarsene di casa. Un giovanilistico ambiente universitario fa quindi da sfondo alle vicende del lungometraggio, almeno fino a quando Pippo non si ritrova a dover riprendere in mano gli studi interrotti per ottenere un diploma che lo aiuterà a trovare lavoro. Col trasferimento di Pippo al campus si ripresenta la situazione di fastidio/vergogna vista nel primo film con Max che fa di tutto per vivere la sua vita senza l'oppressione paterna, e con Pippo impegnato in mille attività che finiscono per convergere spesso con gli interessi del figlio. Un film più statico quindi, per sua stessa natura, e che abbraccia un periodo più lungo, quello di un anno scolastico.
Non era la prima volta che questo team si occupava del personaggio di Max, però. Già in
Topolino e la Magia del Natale un Max molto giovane ci era stato mostrato, toccava adesso mostrarlo invecchiato a sufficenza per giustificare il cambiamento: Max adesso è alto quanto il padre, e non è il solo ad essere cresciuto: P.J. è grasso come una balena mentre Bobby, oltre ad essere più alto, non ha più la cresta di capelli vista in
A Goofy Movie, ma è rapato a zero. Pippo invece mostra un abbigliamento vicino alla tradizione con pantaloni blu e maglia con gilet, anche se di colore diverso. Un elemento molto presente nel film è lo sport, o meglio lo sport estremo. La passione di Max per lo skate soltanto accennata nel primo film, viene qui sviluppata e trasformata in elemento costituente della storia. I contest tra gruppi universitari infatti dureranno per tutto l'anno scolastico per concludersi con un torneo finale, e gli antagonisti del film, il gruppo Gamma, col suo leader Bradley Uppercrust III, saranno proprio i rivali del team di Max in questa competizione. Ci sono poi i nuovi amori: benchè Roxanne non sia presente e neanche minimamente accennata, non viene data una nuova fidanzata a Max, ma paradossalmente a Pippo sì. L'attempato Goofy fa colpo su Sylvia una bibliotecaria che con lui condivide una certa passione per tutto ciò che riguarda gli anni 70, periodo in cui Pippo frequentò l'università senza però portarne a termine gli studi. Anche P.J. trova un amore, la spettacolare Beret Girl, la ragazza col berrettino, eccentrica, esoterica e animata in modo veramente strepitoso.
L'animazione di
An Extremely Goofy Movie è infatti incantevole, anche se stilisticamente differente da quella dei Movietoons. Lo stile dei futuri Toon Studios si vede tutto, sia nei colori spesso sfumati, che nelle animazioni tendenti spesso al gommoso e all'iperespressivo. Ma è un particolare che non dà fastidio quando a venir deformati sono animali antropomorfi. Nel film in questione poi la gommosità riguarda poco i protagonisti e si concentra essenzialmente su Bradley, il cui fare schizzato ben si addice al personaggio. Complessivamente un comparto grafico più che buono, con l'impronta personalissima del team australiano.
Ci sono anche alcune citazioni nascoste, tra cui il gong che Pippo suona prima dell'inizio vero e proprio, che riporta il logo con la sua faccia che si vedeva nei cartoni classici, ma soprattutto l'orsacchiotto di Max che ne rappresenta l'infazia, già visto nell'episodio di Pippo in
Topolino e la Magia del Natale (proseguendo la catena di citazioni iniziata lì dall'apparizione tra gli addobbi di Angelique, direttamente da
La Bella e la Bestia - Un Magico Natale).
Estremamente Pippo ha una ricchissima colonna sonora, priva però di brani originali. Sono invece presenti molte canzoni anni 90, e una massiccia dose di dance anni 70 che suggeriscono il conflitto tra antico e moderno impersonato da Pippo e Max.
Future's So Bright Gotta Wear Shades accompagna il viaggio spericolato di Max, P.J. e Bobby verso il college, mentre
Don't Give Up si sente in sottofondo quando il trio di amici scorazza per le strade del campus in skate. Un ruolo un po' più di spicco ha
Nowhere to Run, che descrive il passare del tempo in cui Pippo è al campus ad invadere la privacy di Max, e svolge un po' il ruolo delle "canzoni della crescita" dei classici Disney. C'è poi la tripletta di canzoni che si sente nella sequenza della discoteca, forse la migliore del film:
Pressure Drop la apre, per poi venir sostituita da
Shake Your Groove Thing, che Pippo e consorte ballano in puro stile
Febbre del Sabato Sera, prima della pausa in cui si sentirà
You Make Me Feel Like Dancing. La psichedelica e delirante
Come On Get Happy accompagna la sequenza onirica in cui Pippo esterna i suoi desideri e angosce, mentre
Knock on Wood segna la ripresa, con una seconda "canzone della crescita".
Right Back Where We Started From, cantata dalle Cleopatra e unico brano scritto per il film, è invece il balletto che i protagonisti, al massimo della forma grafica, fanno durante i titoli di coda, anticipando per certi versi la tendenza degli ultimi anni a concludere in questo modo ogni lungometraggio d'animazione.