Ma che bella la copertina del nuovo volume! Sembra che sia stata sperimentata una nuova colorazione, meno piatta e più d'atmosfera, che rende l'albo (e ciò che viene raffigurato sulla cover) veramente appetibile ad una prima occhiata. Peccato che coi contenuti non ci siamo proprio, visto, che - come ben si sapeva - questo volume contiene le ultime cinque storie brevi della selezione tratta dal mensile. E se, differentemente dallo scorso numero, stavolta la storiella scelta per titolare l'albo è davvero la migliore del quintetto, non si può certo dire che le altre quattro siano gran cosa. Molto meglio, a mio parere, le brevi del numero scorso.
Lo Strano Risveglio del Puffo Pigrone (Peyo): Rip Van Winkle in versione puffosa. Simpatica come cosa, specie per quelli che ricorderanno la relativa storia di Barks. Tutto sommato però non è che si discosti troppo dal solito schema gargamelloso, è la variante a renderla decisamente sopra la media. Carino inoltre il riferimento all'ipotetico Baby Puffo adulto e il comportamento del Grande Puffo che diplomaticamente sta al gioco ma non eccessivamente.
Il Trenino dei Puffi (Peyo): La solita, solitissima, storiella. Un corrispettivo su binari dell'Aeropuffo, con un andamento che più classico non si può. L'unica cosa che strappa un sorriso ad un lettore sopra i cinque anni è la vignetta finale con Gargamella che corre in cerchio senza rendersene nemmeno conto.
Il Puffo e il suo Drago (Peyo): Non è certo l'ultimo ritrovato della narrazione una trama su un essere mostruoso e reietto che nel finale salva la comunità ricevendone gli onori. Carino solo il fatto che venga introdotto un nuovo personaggio, il Puffo Timido, e che in tutta la storia si faccia sentire la presenza di una continuity, visto che appare Baby Puffo, Cucciolo e la famosa diga che era stata a suo tempo dipinta di rosa per un capriccio di Puffetta. Che poi la continuity sia invalidata dal fatto che adesso sembra che ogni puffo abbia un animaletto di compagnia, è un altro discorso, ma si perdona, esigenze narrative.
I Puffi Pompieri (Peyo): Gradevole l'introduzione del corpo dei puffi pompieri, belle le vignette con la foresta incendiata, puramente strumentale come sempre la presenza di Gargamella. Si distingue dal resto la quarta tavola della storia dove ci sono le gag surreali con gli interventi superflui dei pompieri, unica cosa che faccia davvero ridere della storia.
Una Talpa tra i Puffi (Peyo): Ennesima breve di poche pretese con un Gargamella di poche pretese. C'è inoltre un elemento del tutto superfluo e poco brillante, che è appunto la talpa. L'unica cosa carina è la gag (abusata invero) di Burlone che frega gli occhiali a Quattrocchi e che poi lo imita.
E con questo secondo numero si conclude questa parentesi dedita all'esplorazione delle storielle apparse sul fanciullesco mensile dei Puffi. E se da un lato c'è da tirare un sospiro di sollievo visto che col prossimo numero inizierà il post-peyo con le ottime storie lunghe dei suoi eredi, dall'altro un po' dispiace che in questo modo non siano potute apparire altre storie brevi di fattura anche migliore, in cui figuravano personaggi interessanti come Madre Natura o Omnibus.
Next: Il Puffo Finanziere, dove con una bella storia verrà introdotto il vil denaro nell'idilliaco mondo dei Puffi. E stavolta sì, si tratterà di una signora storia.
E con questo volume entriamo ufficialmente nell'ultima, ottima, fase della produzione: la grande rinascita della narrativa Puffa ad opera del figlio di Peyo, Thierry Culliford, di Alain Maury e Luc Parthoens. Da questo volume, che vede collaborare Peyo per l'ultima volta e solo in minima parte, le storie vengono realizzate direttamente per i cartonati, la loro lunghezza aumenta di conseguenza e con essa anche il respiro delle storie. Insomma, ci troviamo davanti alle graphic novel dei Puffi! Ed è un peccato che questo decollo qualitativo si abbia proprio con la scomparsa della testata dalle edicole.
Il Puffo Finanziere (Peyo-T.Culliford/Maury-Parthoens): Wow. Tutto quello che si può desiderare da una storia dei Puffi è presente. Viene infatti ripreso il leit motiv delle primissime storie con la società utopica per la prima volta alle prese con questo o quell'elemento del mondo reale pronto a renderla distopica, solo che stavolta non è la tirannide o la sessualità a causare tutto questo, ma l'economia. i Puffi conoscono il denaro e la cosa viene raccontata passo passo con approfondimenti e rapporti causa effetto mica da poco, che oltre a fornire all'adulto un interessantissimo spunto satirico potranno insegnare al bimbetto un sacco di cose sul funzionamento dell'economia. E come sappiamo riuscire a raggiungere questa universalità è appannaggio solo di fumetti davvero belli. Per mettere in moto tutto questo è necessaria una visitina da parte del futuro Puffo Finanziere nel mondo umano: la temporanea uscita di scena del Grande Puffo per malattia fornisce il pretesto per il ritorno di Omnibus e Oliver assenti dalle storie lunghe dai tempi de
Il Flauto a sei Puffi. Bellissima la sequenza ambientata nel villaggio umano e ancor più bello il modo in cui viene successivamente descritto lo stile di vita dei Puffi. Questo perchè prima di stravolgerlo completamente va analizzato e raccontato nel dettaglio, cosa che non era mai stata fatta con una tale specificità né in tempi antichi quando i Puffi erano tutti identici né in tempi moderni in cui a farla da padrone erano le scaramucce con l'infimo Gargamella. Per mostrare le disparità che il denaro contribuisce a creare tra individuo e individuo serve differenziare per benino i Puffi la cui connotazione è puramente caratteriale da quelli che invece possiedono un nome che descrive la loro professione: ecco quindi saltare fuori un'infinità di Puffi nuovi, mestieranti e artigiani come Minatore, Panettiere, Mugnaio, Falegname, Scultore che nel loro adattarsi bene alla nuova situazione si contrappongono a quelli socialmente inutili come Burlone, Pigrone o Vanitoso. Ed è solo l'inizio dell'analisi che smonterà il sistema pezzo per pezzo mostrandocelo alle prese persino con l'inutilissimo Gargamella, che pur non discostandosi troppo dal consueto ruolo, stavolta è utile per completare il quadro di una routine completamente stravolta. E in tutto questo a farci la figura del signore è proprio il Grande Puffo che pur non approvando affatto, una volta rimessosi in piedi si adatta alla cosa in attesa di tempi più propizi. Insomma questa megastoria rappresenta il modo migliore per iniziare questo nuovo corso, ristrutturando e elevando al quadrato un fumetto che ormai aveva dato segni di stanchezza: l'unico problema sarà riuscire a mantenere nei prossimi numeri un tale livello.