Erano i primi anni 2000, anni di sperimentazione, anni di crisi, anni in cui era possibile che ai WDAS accadessero cose improbabili come ad esempio il realizzare due film d'avventura, fare un seguito di
Fantasia, annunciare la morte dell'animazione tradizionale, mettere in cantiere un film sui viaggi nel tempo. Senza una guida precisa e con tante idee più o meno valide ma sempre confuse, non fu un caso che uscisse fuori il progetto di un film sui nani da giardino, ispirato al dramma shakespeariano, e per giunta con le canzoni di Elton John. A dire il vero si erano anche fatti i nomi di Tim Rice per i testi, e di Ewan McGregor al doppiaggio, nomi che a lungo andare si persero per strada. E il motivo è che lo stesso film si perse per strada, specialmente quando agli studios arrivò John Lasseter e scartò totalmente il progetto, reputandolo non all'altezza delle nuove politiche qualitative che aveva in mente per lo studio. Finì in questo modo la carriera di
Gnomeo & Juliet nel Canone Disneyano, e sarebbe potuto essere davvero la morte sua, se il progetto non fosse passato nelle mani della Miramax.
La MIramax era una società di produzione indipendente che era stata comprata dalla Disney, la quale in modo piuttosto indiretto ne possedeva quindi i film. Di certo non era uno studio d'animazione, però il progetto le interessava, e interessava molto anche a Elton John, sicché si misero in moto per portarlo a termine. Venne creata una società di produzione, la Rocket Pictures dallo stesso Elton John, che diventò quindi produttore esecutivo del film, e affidarono l'animazione del film alla canadese Starz Animation, che aveva fatto già un lavoro egregio su
9. Tutto sembrava procedere, se non fosse che proprio in quel periodo la Miramax venne venduta e cessò di essere Disney.
Le produzioni avviate fino a quel momento però rimanevano di proprietà della Disney, sicché la casa del Topo si ritrovò quindi questa sorta di figlio illegittimo, non voluto da John Lasseter e di cui non si sapeva bene cosa fare. Ormai la produzione del film era avviata e non si poteva più tornare indietro, per cui pur senza supportare più di tanto Elton John e il suo staff, si scelse di permettergli di andare avanti, senza mostrare particolari entusiasmi per ciò che stava producendo. Fosse stato un live action sarebbe stato perfettamente gestibile, ma qui si trattava di un film d'animazione, che la gente avrebbe potuto benissimo scambiare per un Classico o per un Pixar, causando un danno d'immagine quasi pari a quello che creò l'orribilmente spurio
The Wild, che tuttora in alcuni paesi europei viene creduto un Classico. Non si poteva cancellarlo, ma lo si poteva ancora nascondere, passandolo sotto falso nome. In mancanza di una realtà indirettamente Disney come lo era la Miramax si scelse così di andare a utilizzare l'alias Disneyano più celebre, che già in passato aveva malcelato alcune produzioni innegabilmente Disney come
Chi Ha Incastrato Roger Rabbit? o
Nightmare Before Christmas, ovvero il marchio Touchstone.
Sotto marchio Touchstone è quindi uscito questo
Gnomeo & Giulietta, di cui tutto si può dire tranne che sia un lavoro memorabile. Si tratta di un filmetto, prodotto sicuramente con un gusto più raffinato rispetto al terribile
The Wild, ma che di base resta sempre un prodotto abbastanza mediocre, che non fa certamente troppo per innalzarsi rispetto allo standard delle dozzinali commediole in CGI che andavano qualche anno fa, e che sembrano ormai passate di moda pure in Dreamworks. La faida tra le due famiglie viene qui trasposta in una rivalità tra nani di gesso di due giardini adiacenti, e ovviamente poi il tutto prosegue come da copione, senza però andare fino in fondo, ma mantenendo chiaramente il lieto fine, il tutto portato avanti in modo molto formulaico. Non che i veri film DIsney non lo siano, intendiamoci, ma lì la formula narrativa serve come pretesto per offrire uno spettacolo di ben altro tipo, mentre in produzioni come queste, piene di humor modernista e ammiccanti, ritrovarsi certi schemi narrativi fa solo pensare che si sia scelta la strada più facile, in barba alla tanto sbandierata trasgressione. E il fatto che il regista sia lo stesso di
Shrek 2, Kelly Asbury, dovrebbe rendere l'idea di questo procedimento creativo.
Graficamente parlando bisogna proprio dire che la Starz ha fatto un buon lavoro. Certo, molti personaggi secondari sono proprio volgarotti a vedersi, ma visto che si parla di comuni nani di gesso, una delle cose più volgari che offra la società americana, direi che la cosa è appropriata. In realtà poi i personaggi veramente in primo piano sono molto ben fatti, i due protagonisti in primis che hanno veramente un ottimo appeal. Giulietta in particolare sembra portare avanti molto bene la strada scelta ai WDAS nella caratterizzazione volumetrica delle figure femminili, e anche Gnomeo non è male, va detto. Gli sfondi sono idilliaci, visto che si tratta di giardini, serre, piante, e l'atmosfera è davvero ottima.
Musicalmente parlando il tanto sbandierato film di Elton John non offre niente di diverso dalle solite commediole CGI che sfruttano canzoni preesistenti, mettendole in sottofondo in alcune scene particolari. Solo che qui le canzoni sfruttate sono quasi tutte del vecchio Elton, che però firma anche un paio di brani originali, che guarda caso diventano anche le due scene più belle del film, in cui il registro improvvisamente si alza:
Hello, Hello che accompagna il primo incontro tra i due protagonisti sul tetto di una serra, scena animata e diretta meravigliosamente con forte dinamicità e trasporto, e
Love Builds a Garden scena malinconica ed emozionante in cui i due scoprono un giardino abbandonato e in rovina che un tempo era appartenuto ad una coppia che poi ha divorziato. C'è poi il grande James Newton Howard alle strumentali, che però non si è certo saputo distinguere come aveva fatto nelle ottime colonne sonore di
Dinosauri,
Atlantis e
Il Pianeta del Tesoro.
Il resto è molto dozzinale, i brani di Elton vengono inseriti alla buona per fare la gag, e non può mancare il deludentissimo finale musicale con una versione di
Crocodile Rock eseguita da Nelly Furtado, che mostra la banalissima conclusione di tutte le sottotrame. Il finale poi è forse una delle cose più deludenti del film, visto che fino a poco prima sembra promettere qualcosa di veramente carino, complice la partecipazione del monumento di William Shakespeare: le reazioni dei rispettivi proprietari dei giardini al battaglione scatenato delle due fazioni sono nulle, quando potevano essere sfruttate per portare la cosa su un piano umano, Tebaldo viene ricostruito in modo semplicione quando non ce n'era davvero bisogno, e tutto va allegramente in vacca.
Una nota a parte merita il doppiaggio italiano, che sembra più un ridoppiaggio fatto per il web. Trattandosi di una faida, si è ben pensato di far parlare i personaggi con dialetti diversi, dando agli gnomi rossi accenti napoletani, siciliani, pugliesi e via dicendo, e a quelli blu accenti milanesi o veneti, per scherzare un po' sul divario tra nord e sud. Bé, l'effetto non è decisamente riuscito e siamo ben lontani dalla deliziosa resa di film come
Gli Aristogatti, la confusione qui regna sovrana, apparendo anche poco credibile che ogni personaggio debba parlare forzatamente in modo diverso dall'altro. Fosse stata una vaga sfumatura d'accento, magari data in modo uniforme a tutti gli esponenti di una fazione magari l'effetto sarebbe stato credibile e pure divertente, ma dopo due secondi di film in cui sembra di star vedendo un frenetico cinepanettone l'attenzione si scollega e non si assiste più a ciò che il film vuole effettivamente mostrare, penalizzando ulteriormente un film già di per sé non eccelso.
Non male però gli incassi, che hanno reso il film per la Disney una sorta di ancora di salvezza per la prima metà di questo 2011, che ha visto il flop enorme di
Mars Needs Moms. Non che sia uscito in un periodo particolarmente pieno di concorrenza, ma i risultati dignitosi pare che abbiano spinto Elton a fare le sue rivendicazioni contro Lasseter e altri Disneyani colpevoli di aver boicottato e sabotato il film, disconoscendolo a torto. La verità è che ad avere torto è proprio Elton John, per quanto dal suo punto di vista la cosa possa essere molto frustrante: una delle prove che la Disney è rinata è che un tempo film molto peggiori di questo si sarebbero potuti fregiare del marchio, mentre adesso si tende a vergognarsi di tutto ciò che sia sotto un certo standard qualitativo. Per cui lunga vita alle nuove politiche, anche se questo significa condannare all'oblio questo tipo di filmetti senza infamia né lode.
da
La Tana del Sollazzo