Continuo dopo un bel po' di tempo causa mancanza divisione di pc con mia sorella, e mancanza di tempo generale per poterne scrivere (devo fare il nottambulo
).
Fortunatamente stasera posso continuare, e ho deciso di commentare a gruppi di 3 così non mi impappino troppo.
Riprendo dall'episodio numero 21.
Episodio 21 (12 Ottobre 1987)
I VICHINGHI ALL'OPERA (Maid of the Myth)
Episodio con delle gradevolissime animazioni, che dona a Paperone e soci una buona dose di espressività.
Zio Paperone e nipoti sono ad uno spettacolo teatrale in cui a recitare è la signora Beakley, nei panni di una cantante lirica in ambito vichingo.
Inaspettatamente sono proprio dei veri e selvaggi vichinghi a irrompere a teatro saccheggiando gli spettatori e rapendo la Tata, attratti dal suo canto (per loro) soave.
Paperone e nipoti partono alla ricerca della Tata a bordo di un motoscafo diretto nei pressi della Groenlandia, e incappano in un villaggio dimenticato da Dio.
E' proprio questo uno degli esempi più classici della narrazione disneyana, sia fumettistica che animata. Quando si vuole narrare di un popolo di un altro tempo, che siano gli antichi egizi, primitivi o vichinghi, sbuca fuori il villaggio nascosto alla civiltà dove vive il popolo di turno non evoluto.
Non si sa se si trattano di persone primitive discendenti dai loro antenati dell'epoca, oppure se sono semplicemente persone emarginate dal resto del mondo, isolate da tutto e da tutti e facenti parte di qualche sorta di scelta di vita propria, fattostà che il narrarci avventure di ogni epoca non utilizzando prettamente una macchina del tempo è un buon metodo che non ha bisogno della razionalità storico-scentifica per non essere apprezzato (siamo nel fantasioso mondo Disney, dopotutto).
L'episodio è molto divertente nella parte iniziale, e diventa assai coinvolgente durante i complotti dei vichinghi per impedire ai paperi di vincere una gara che determinerà la loro libertà (molto emozionante e umoristico allo stesso tempo il discorso da duro che Zio Paperone pone al capo del villaggio, dopo essere stato definito da quest'ultimo una donnicciola, e il senso stesso della proposta di una sfida da uomo a uomo per la libertà è un tocco di classe e stile che rende una bella storia del buon Zio Paperone degna di ricevere sempre una buona gratificazione).
Da menzione il personaggio di Griselda, papera tanto bella e affascinante quanto malvagia ed inquietante, in contrapposizione con l'altra bella del villaggio, l'intelligente e gentile dal nome non definito.
Da vedere, uno dei migliori.
Episodio 22 (13 Ottobre 1987)
SU E GIU' PER PAPEROPOLI (Down & Out in Duckburg)
Questo episodio è l'unico della serie a essere stato animato da una divisione asiatica dello studio australiano
Burbank Films.
Adattamento abbastanza libero della storia di Barks
"Zio Paperone e la cassa di rafano", conosciuta anche come "Paperino e l'Oca d'Oro"), la puntata presenta un'animazione abbastanza differente dalle altre. Lo si nota dai colori più vivi degli sfondi, dalla pulizia del tratto e dai movimenti dei personaggi. Non si raggiungono i livelli qualitativi dei migliori episodi animati dallo studio giapponese TMS, come
Armstrong, il Robot o
Il Mistero del Fantasma, ma il risultato è comunque una buona prova.
Zio Paperone perde la sua fortuna a causa di un contratto stipulato tanto tempo fa da un suo antenato, e si trova a vivere sotto un ponte indossando vecchi cenci.
La puntata gira tutta intorno al messaggio "tratta il prossimo come te stesso", con un miserabile Paperone che prova vergogna nel chiedere asilo ad amici come Jet McQuack o Archimede a causa dei suoi vecchi comportamenti egoistici.
Buona movimentazione nella seconda parte dell'episodio, con Scrooge che da povero vagabondo passa a combattimenti sottomarini con squali poco raccomandabili per poter recuperare un carico di biglie che gli servirà a riavere tutta la sua fortuna.
Finale decisamente buonista con Paperone che ripaga le persone dei torti fattogli in passato, che ricorda (in maniera assai meno riuscita) la sua straordinaria interpretazione avvenuta quattro anni prima nel Canto di Natale di Topolino,
ma si tratta comunque di un episodio riuscito che vanta la particolarità di un'inedita animazione.
Episodio 23 (14 Ottobre 1987)
MOLTO RUMORE PER NULLA (Much Ado About Scrooge)
Quando la nobiltà può far parte di un cartone animato seriale targato Disney.
Non esiste forse episodio più colto di questo (forse a contendersi il podio c'è anche
Ritorno a Itaquack), e non parlo dell'attinenza fedele a questa o quella opera, quanto nelle intenzioni di incentrare un'avventura dei nostri paperi basata unicamente su un unico filo conduttore, William Shakespeare il poeta.
A cominciare dal titolo, ovvia citazione all'omonima commedia teatrale, per poi presentarci creature e citazioni provenienti dritte dritte dai racconti di Shaky (uno su tutti, "Sogno di una notte di mezza estate").
Zio Paperone riceve la visita di un piazzista (Spazzola Appiccicatutto, e qui una standing ovation ai traduttori italiani per l'adattamento di un nome che più Disney non si può) talmente insistente e capace da riuscire a vendere la sua mercanzia anche al più ricco avaro del pianeta. Paperone compra da lui quasi ipnotizzato, soltanto al termine si capacita della marea di cianfrusaglie acquistate, tra cui una carrellata di volumi del celebre scrittore William Drakespeare (l'inserimento di Drake, che significa anatra, è l'evidente storpiatura di Shakespeare). In uno di questi tomi trova una lettera del poeta indirizzata alla madre dove narra di una sua tragedia inedita, nei pressi di un castello situato nell'Isola della Grande Scrittura.
La lettera specifica che la tragedia non è un granché, ma Paperone ha comunque intenzione di recuperarla perché l'annuncio di un'opera inedita del drammaturgo gli avrebbe fruttato comunque enormi guadagni.
A Grande Scrittura i paperi sono seguiti anche da Spazzola, che saputo della lettera si è subito messo anch'esso alla ricerca.
La puntata si svolge tra misteri e strane apparizioni nell'isola, alla soluzione dell'enigma descritto nella lettera di Drakespeare per trovare l'opera.
Grande sorpresona nel finale che personalmente trovo molto divertente, e che donerà a Paperone una buona dose di perplessità.
Morale fine anche in questo caso, dove si spiega che non bisogna agire a scopo di lucro a danno delle persone, presentando merce scadente che equivarrebbe ad una truffa.
La sola frase finale fuori campo, ricca di poesia e presa pari pari da Shakespeare in persona, varrebbe tutto l'episodio: "Il mondo è un grande palcoscenico, e gli uomini sono solo semplici attori."
Un'unica nota di demerito ai tecnici audio che ci hanno privato di buona parte dei suoni cartooneschi presenti nell'episodio, intaccati nell'edizione USA (donando però d'altro canto ancora più serietà alla puntata, in netto contrasto con la grinta e la comicità di alcuni episodi della seconda stagione, con situazioni al limite dello slapstick).