E venne il 2001 e con esso il desiderio di Pixar di riconfermarsi con uno scenario diverso da quello di Toy Story, pur mettendo in scena una realtà ugualmente convincente. Ad essere indagato questa volta non è un minimondo, come poteva esserlo quello degli insetti o dei giocattoli, ma un'autentica realtà parallela, della stessa taglia della nostra. E' l'idea di base a rendere Monsters & Co. il capolavoro che è, e cioè quella di prendere uno dei tanti luoghi comuni che van per la maggiore in America - la paura dei bambini che un mostro esca dall'armadio - e razionalizzarlo, spiegandone le concretissime cause. Rendere credibile l'incredibile, banalizzandolo se necessario, sembra quindi essere la specialità della Pixar, che proprio di questo concetto ha fatto la chiave del suo umorismo. E mai come in questo film la cosa viene portata all'estremo, fino al punto di raffigurare dei mostri regolarmente impiegati in un'azienda, costretti a spaventare i bambini per fronteggiare una crisi energetica. E fa infatti un certo effetto vedere queste creature muoversi per degli uffici, come se fosse la cosa più normale del mondo. Sulley e Mike sono la coppia comica di protagonisti su cui il film è incentrato; ricordano non poco Timon & Pumbaa (il doppiatore italiano di Mike, Tonino Accolla, aveva doppiato Timon a suo tempo) e pur seguendo lo schema del grosso/bonaccione, piccoletto/pepato riescono a non cadere nella trappola sbilanciatrice che prevede che sia il piccoletto a portare avanti la situazione, prevaricando il partner. Non sono solo i dialoghi e lo humor a mantenersi costantemente alti, ma anche la sceneggiatura, mai così fortemente ricca di gustosissime trovate, come l'esilio con lo Yeti e la battaglia finale ambientata tra le porte. Una regia sopraffina che fa perdonare quel vago senso di claustrofobia dato dall'ambientazione aziendale su cui verte l'intera parte centrale, sorta di commedia degli equivoci ambientata tra gli uffici, e che soprattutto fa dimenticare quella piccola incongruenza secondo cui rimane immotivato il timore che i mostri nutrono per i bambini, ritenuti tossici. Il citazionismo pixariano si spinge qui verso l'infinito e oltre con citazioni a Luxo Jr, Toy Story 1 e 2, e con una piccola preview di Finding Nemo. E' presente pure un rarissimo caso di citazione nella citazione, dal momento che viene riciclato uno scenario già visto in A Bug's Life, in cui a sua volta si intravedeva il furgoncino del Pizza Planet. Oltre a vantare uno dei finali più completi e soddisfacenti, della storia della Pixar, Monsters & co. si conclude con la consueta carrellata di finti fuori-scena, già visti in Toy Story 2 e A Bug's Life, ma sarà l'ultimo ad annoverare tra i suoi titoli di coda questo tratto distintivo degli studi Pixar. Da Nemo in poi infatti la tradizione sarà annullata. I fuori scena non sono però l'unica cosa che accompagna i titoli di coda: successivamente è presente infatti la scenetta della recita aziendale, il musical Put That Thing Back Where It Came From, Or So Help Me. Se escludiamo questo intermezzo, l'unica canzone presente nel film è If I Did'nt Have You, un duetto dei due protagonisti, ascoltabile però solo durante i credits. La canzone è di Randy Newman, come il resto delle musiche del film e ha vinto l'Oscar 2001 come miglior canzone originale. Primo film della storia della Disney a gareggiare nella nuova categoria di Oscar per l'animazione, il film perse il confronto col rivale Shrek, i cui sberleffi al mondo dell'aniamzione furono assai più graditi alla giuria degli Oscar. Il film fu un grande successo però, che fece da preludio al film record Alla Ricerca di Nemo, e i personaggi infatti tornarono nel cortometraggio La Nuova Macchina di Mike, uscito insieme al dvd di Monsers & Co, uno degli ultimi film Disney ad essere editati in una prestigiosa confezione cartonata.
da
La Tana del Sollazzo