(Mi accorgo ora che il topic su Alice c'era già, provvedo quindi a retitolare questo e cancellare l'altro)
Che Alice nel Paese delle Meraviglie non sia mai stato il film preferito da Walt è risaputo. Per realizzarlo adattando al meglio i numerosi nonsense dei due libri di Carrol, gli studios andarono incontro a parecchie difficoltà. Per giustificare lo scarso entusiasmo con cui il film fu accolto e la scarsa soddisfzione dei realizzatori, Walt incolpò la protagonista, imputandole una caratterizzazione scadente. La verità è che ciò che ne è venuto fuori è un film completamente al di fuori dai canoni estetici del periodo. E' un nonsense che ha del geniale, e come giusto è stato tardivamente riscoperto dalle generazioni successive ed elevato a cult.
Alice in Wonderland, uscito nel '52, presenta infatti una struttura episodica. Il film è strutturato a incontri, parecchio slegati tra loro, che hanno di volta in volta un diverso protagonista, che difficimente avrà un ruolo di peso nella vicenda. Non si può infatti parlare di una vera e propria vicenda, quanto di una sequela di avventure, di un viaggio onirico.
La colonna sonora, composta da Oliver Wallace esplica molto bene la struttura del film: poche sono le canzoni non legate a un preciso contesto facente parte della labile trama di fondo. La prima la si sente nei titoli di testa ed è il tema principale Alice in Wonderland, segue poi la trasognata In a World of My Own che fa da contraltare a Very Good Advice, la canzone della "crisi". Altro tema importante, anche se legato all'episodio con i fiori è All in the Golden Afternoon. Le restanti altro non sono che filastrocche delirose e del tutto appropriate a descrivere l'allegro e vasto cast di personaggi: abbiamo I'm Late, canzone scartata e di cui rimane una strofa sola, per il Bianconiglio, Capitan Libeccio ha la sua The Caucus Race, il Brucaliffo canta A-E-I-O-U, lo Stregatto Twas Brillig. Painting the Roses Red prelude alla March of the Cards, che hanno lo scopo di introdurere le carte nel finale. Una grande fortuna hano avuto poi The Unbirthday Song, che ha lanciato due fra i più famosi personaggi del film e soprattutto la geniale e cinica The Walrus and the Carpenter, piccolo film nel film , e per questo forse la sequenza più autonoma del lungometraggio.
C'è da dire che il gran numero di canzoni non appesantisce affatto il film, vista la loro brevità. E molto spesso aiutano lo spettatore a non sentirsi troppo sballottato attraverso gli svariati cambi di setting che avvengono nei 73 minuti di durata del film. Cotanta frenesia a suo tempo non fu considerata un punto di forza. Oltre a far assomigliare il classico a un film a episodi, recente passato da cui la disney stava cercando di allontanarsi, ne accellerava esageratamente il finale, nella sequenza, assolutamente delirante, dell'inseguimento.
Fortunatamente in Italia Alice ebbe un eccellente doppiaggio, che seppe rendere giustizia ai giochi di parole del film, contribuendo a renderlo il cult che oggi è.
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