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Zio Paperone e il nipote ideale" è una storia meravigliosa.
Amo le storie di Romano (e non ne ho mai fatto mistero!
) per il suo modo così vivo e appassionante di fare fumetto, di ideare dei racconti che sappiano coinvolgere il lettore per tutta la loro lunghezza e che riescono a presentare delle dinamiche interpersonali tra i personaggi (gli "attori" in prima linea della vicenda) tutt'altro che banali o appena abbozzati.
Da storie come "Il nipote ideale" si percepisce appieno l'amore profuso dal Maestro nell'animare, con una umanità tale da renderli tridimensionali e a tutti gli effetti "veri", gli interpreti dei suoi racconti disneyani: i suoi personaggi sono ricolmi di sentimento, di vita, di realismo nel modo di comportarsi, di agire, per le emozioni che provano e che proiettano al di fuori dell'intimo dei loro animi.
Basta prendere Paperino, il protagonista di questa splendida storia: quanto risulta magistralmente sfaccettato e vivo più che mai in questa vicenda?
Pasticcione, avventato, insicuro, messo in ombra dall'arrivo del brillante e saccente cugino Baldo, deluso da sé stesso nell'avvertire la poca fiducia nei suoi confronti che i nipotini si confidano confabulando tra loro senza avere il coraggio di parlargliene apertamente per paura di ferirlo.
Ma Paperino è molto più di tutto questo e la rivincita che si prende per mano di Scarpa in questa storia scalda il cuore ed entusiasma al tempo stesso: Paperino si dimostra innanzitutto scrupoloso nei confronti di uno Zione troppo obnubilato dalla polvere di promessa grandiosità e fantastici futuri ricavi in termini di guadagno economico e prestigio che il "più" dei manager, Baldo de' Paperi, gli getta sugli occhi.
Paperino ha a cuore l'Impero finanziario dello zio perché sa con quanta fatica il ricco parente ha raggranellato la sua colossale fortuna e poco gli importa della sufficienza che gli viene riservata dallo "scaltro" cugino e dal tentativo di zittirlo degli emissari ecualombiani.
Ed è a dir poco splendida la scena in cui si vede il papero vestito da marinaretto provato più che mai nel volto che, scampato per miracolo ad una situazione di estremo pericolo vissuto in carne ed ossa nell'inospitale Ecualombia, si premura di farsi passare in linea telefonica lo zio per avvertirlo immediatamente della realtà dei fatti, fermandolo in tempo dal firmare un contratto rovinoso e suscitando l'ammirazione e la sorpresa dei nativi che lo sostengono: "Usted tiene fiato per conversar?"
E poi come hanno scritto Winston, Paper_Butler e Dippy Dawg prima di me c'è la consacrazione finale del valore di un Paperino incoronato
nipote ideale per mano dello zio Paperon de' Paperoni che, da uomo giusto e saggio qual è, sa ammettere i suoi errori di valutazione e rimettere le cose a posto dando a ciascuno (ed anche a quel "cappello honoris causa" donatogli dall'Accademia dei manager) il riconoscimento più appropriato che gli spetta.
In tutto questo, tuttavia, non va dimenticata né messa da parte la consueta ammirevole abilità tipicamente scarpiana di animare la storia con la sua verve e il suo umorismo genuino e impagabile.
Basta citare la sequenza iniziale con l'emiro che vola letteralmente dallo skateboard , i camion comandati da Paperino che si scontrano rovinosamente tra loro, la svegliona che rende il giovane papero sì puntuale al lavoro ma che al contempo fa sussultare tutto il suo quartiere...
Tutto ciò risulta meravigliosamente inquadrato e bilanciato all'interno di una storia che sprizza sentimento e potenza narrativa da tutti i pori, che regala coinvolgimento e intrigo e che prima del giusto pareggiamento del conti finale presenta una sequenza di palpabile tensione dalla forte potenza distruttiva che la natura della terra di Ecualombia sprigiona dinnanzi agli occhi terrorizzati di un Paperino sbalordito e preso alla sprovvista.
Sì, credo che di fronte a perle come "Zio Paperone e il nipote ideale" ci sia solo da applaudire e ammirare colui che ha dato vita a cotanta bellezza nell'arco di 38 tavole di fumetto: l'immortale Maestro
Romano Scarpa!