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Ambrogio Vergani

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alec
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    Re: Ambrogio Vergani
    Risposta #15: Martedì 12 Mag 2009, 13:01:40
    Lo stile dell'epoca lo puoi trovare, ad esempio, in"Paperino e la scavatrice" di Barks, proponibilissimo anche oggi.  Pur essendo coevo di Rubino, Vergani, Perego non ha nulla di impreciso o di strampalato.  Queste ingenuità, semmai, erano perdonabili vent'anni prima...nel 1930 (vedi alcuni Mickey disegnati per libri illustrati vecchi di settant'anni e più).  Alla Disney, attorno al '50, già si sperimentava lo stile modernista "alla Kimball".  Impossibile che in Italia non se ne sapesse nulla, anche perchè le storie di Gottfredson seguivano un po' questa grafica.  Mi dispiace dirlo, ma quella "Cleopatras extinta" (storia di Barks!) di M.Rubino fa torcere le budella: forse l'ha fatto apposta...non credo che un grafico di mestiere, pur mediocre, possa produrre un simile scaraboccho.
    « Ultima modifica: Martedì 12 Mag 2009, 13:12:09 da alec »

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      Re: Ambrogio Vergani
      Risposta #16: Martedì 12 Mag 2009, 14:10:16
      A me invece non dispiacciono affatto: sono figlie dello stile dell'epoca, vintage e pioneristico nel senso che era anche il primo fumetto tascabile italiano :)

      Quoto.
      Non si può giudicare a prescindere dall'epoca.
      Sarebbe come teorizzare che la 500A "Topolino" del 1936 è un aborto di utilitaria.
      Insomma: una discussione abbastanza inutile.
      ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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        Re: Ambrogio Vergani
        Risposta #17: Martedì 12 Mag 2009, 14:15:20

        Quoto.
        Non si può giudicare a prescindere dall'epoca.
        Sarebbe come teorizzare che la 500A "Topolino" del 1936 è un aborto di utilitaria.
        Insomma: una discussione abbastanza inutile.

        Ma al "Topolino" italiano del 1950 si andava in "500A" quando alla Disney d' oltreoceano marciavano, almeno, con una 127...

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        MarioCX
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          Re: Ambrogio Vergani
          Risposta #18: Martedì 12 Mag 2009, 16:17:07

          Ma al "Topolino" italiano del 1950 si andava in "500A" quando alla Disney d' oltreoceano marciavano, almeno, con una 127...

          Parte del fascino dei nostri disegnatori più remoti come Perego e Vergani, non è solo determinato dal tempo che fu.

          E' bellissimo percepire nei fondali di Perego elementi architettonici e di arredamento urbano tipico dell'Italia degli anni '50.

          E' questo che tu non riesci ad apprezzare focalizzandoti solo sull'aspetto puramente accademico del disegno.

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          alec
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            Re: Ambrogio Vergani
            Risposta #19: Martedì 12 Mag 2009, 19:52:32
            Se è per questo, basta leggere il buon Egidio Gherlizza ed il suo Serafino, una specie di Chaplin nostrano.  E' un fumetto un po'triste, ma essendo italiano l'operazione è più che legittima.  Paperino neorealista, invece, non ci sta proprio.  E'un personaggio universale, ma pur sempre legato alla realtà statunitense.  Allo stesso modo, un Mickey "rurale" come quello del primissimo Gottfredson (e sto parlando di un genio) se ne 1930 era perfettamente calato nell'attualità, vent'anni dopo non avrebbe avuto più senso.  Unica e non trascurabile differenza: mentre "Toplino e il gatto Nip" si legge ancora con piacere, il materiale di Perego, Vergani o, ancor peggio,M.Rubino è semplicemente inguardabile
            « Ultima modifica: Martedì 12 Mag 2009, 19:55:05 da alec »

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              Risposta #20: Martedì 12 Mag 2009, 21:44:09
              [omissis...]Paperino neorealista, invece, non ci sta proprio.

              Invece secondo me è un ruolo che interpreta benissimo.
              Per ovvi motivi che accomunano la sua personalità e la sua condizione a quella di molti italiani del dopoguerra.
              Non voglio dire: "è la morte sua", ma insomma quasi.

              Allo stesso modo, un Mickey "rurale" come quello del primissimo Gottfredson (e sto parlando di un genio) se ne 1930 era perfettamente calato nell'attualità, vent'anni dopo non avrebbe avuto più senso.

              Anche adesso non ha più senso un Paperino pereghiano "neorealista".
              Definizione quest'ultima sulla quale siamo completamente d'accordo.
              Ciò non mi impedisce di apprezzare quelle storie lontane così come il Topolino rurale dei '30s"

              Unica e non trascurabile differenza: mentre "Toplino e il gatto Nip" si legge ancora con piacere, il materiale di Perego, Vergani o, ancor peggio,M.Rubino è semplicemente inguardabile

              Questa è una tua opinione.
              « Ultima modifica: Martedì 12 Mag 2009, 21:45:23 da MarioCX »
              ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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                Re: Ambrogio Vergani
                Risposta #21: Martedì 12 Mag 2009, 22:59:54

                Invece secondo me è un ruolo che interpreta benissimo.
                Per ovvi motivi che accomunano la sua personalità e la sua condizione a quella di molti italiani del dopoguerra.
                Non voglio dire: "è la morte sua", ma insomma quasi.


                Anche adesso non ha più senso un Paperino pereghiano "neorealista".
                Definizione quest'ultima sulla quale siamo completamente d'accordo.
                Ciò non mi impedisce di apprezzare quelle storie lontane così come il Topolino rurale dei '30s"


                Questa è una tua opinione.
                L'idea di un Paperino neorealista è molto tirata per i capelli, perchè trattasi di un personaggio statunitense, che abita in una città che, per quanto immaginaria, è situata sulla west coast americana.  Per rappresentare quella realtà è assai più coerente usare personaggi italiani (ho portato ad esempio il Serafino di Gherlizza).  Col tuo metro, ciascun Paese si fa il Paperino (o il Paperone, o il Topolino) che vuole ed il character perde ogni identità.  Per quanto riguarda Gottfredson, mi risulta che abbia molti più ammiratori NOSTRANI di Perego.

                  Re: Ambrogio Vergani
                  Risposta #22: Martedì 12 Mag 2009, 23:17:59
                  L'idea di un Paperino neorealista è molto tirata per i capelli, perchè trattasi di un personaggio statunitense, che abita in una città che, per quanto immaginaria, è situata sulla west coast americana.  Per rappresentare quella realtà è assai più coerente usare personaggi italiani (ho portato ad esempio il Serafino di Gherlizza).  Col tuo metro, ciascun Paese si fa il Paperino (o il Paperone, o il Topolino) che vuole ed il character perde ogni identità.  Per quanto riguarda Gottfredson, mi risulta che abbia molti più ammiratori NOSTRANI di Perego.
                  Esattamente!! E' così che funziona!! [smiley=thumbsup.gif]I fumetti Disney non sono fatti da un solo autore, e perdipiù un disegnatore  - tra l'altro neanche terra-terra (non era mio cugino di 4 anni, va'!) - non può stravolgere l'identità dei character; l'importante è che si creino belle storie e che i personaggi non cambino in peggio, come invece succede ne "La banana antimerenda" di Ambrosio o nelle vuote celebrazioni di Casty.Perego può anche non piacerti, ma siamo sinceri: come si fa a definire i suoi disegni la completa spersonalizzazione dei Paperi? Semmai sono gli sceneggiatori a spersonalizzare o meno un character. E poi, non vedevamo mica Paperino andare a letto con Paperina o progettare seriamente qualche omicidio :P

                  Tanto per non aprire un altro topic su Michele Rubino: qualcuno conosce per caso i disegni di "Topolino e il Dottor Orridus", che non ho mai visto?
                  « Ultima modifica: Martedì 12 Mag 2009, 23:21:25 da Flo »

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                    Re: Ambrogio Vergani
                    Risposta #23: Martedì 12 Mag 2009, 23:28:04
                    Ma non era ridicolo il fatto di pagare in dollari il conto del droghiere e poi correre a vedere "Lascia o raddoppia" in tv? ::) ::)

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                      Re: Ambrogio Vergani
                      Risposta #24: Mercoledì 13 Mag 2009, 00:46:18
                      Ma non era ridicolo il fatto di pagare in dollari il conto del droghiere e poi correre a vedere "Lascia o raddoppia" in tv? ::) ::)
                      Scusate, ma io non vi capisco.
                      Perchè alcuni di voi si ostinano a criticare gli aspetti della società italiana presenti nelle storie Disney?
                      E' vero, vi sono dei canoni da rispettare (ad esempio, il dollaro come moneta utilizzata, o la California come ipotetico territorio geografico di appartenenza), ma non esageriamo.
                      Ciò che ha reso celebri i personaggi Disney in tutto il mondo è proprio la loro "internazionalità", la loro appartenenza ad un mondo parallelo in cui il tempo e lo spazio hanno un valore relativo.
                      Non si possono giudicare le storie a seconda della presenza o meno del "fattore" italiano.
                      Ogni Paese ha sempre prodotto storie a fumetti mettendoci del suo, per coinvolgere maggiormente i lettori, ma questo, a mio parere, non ha mai influito sulla qualità.
                      Insomma, non mi interesserebbe affatto se qualcuno scrivesse una storia in cui Paperino va allo stadio oppure mangia maccheroni o si metta a parlare dell'ultima puntata del Grande Fardello.
                      L'importante è che il prodotto sia di qualità, che la trama abbia un senso e racconti qualcosa in maniera coerente e simpatica e/o intrigante e che i disegni siano fatti bene da qualcuno che il proprio lavoro lo sappia fare.
                      In fondo, senza il "made in Italy", il grande Giorgio Pezzin (che ci apprestiamo a premiare in quel di Reggio) non sarebbe divenuto quel Maestro quale è, autore di tante storie a dir poco memorabili.
                      Insomma, non bisogna assolutamente scadere nelle citazioni o in personaggi forzati, creati a scopo promozionale, ma nemmeno si può pretendere che uno sceneggiatore non debba metterci un po' della propria terra in quel che scrive.

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                      alec
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                        Re: Ambrogio Vergani
                        Risposta #25: Mercoledì 13 Mag 2009, 00:56:26
                        Ma se i riferimenti fossero un po' più "velati", e non così espliciti (si potrebbero fare, ad esempio, allusioni all'attuale recessione, senza parodiare politici o imprenditori italiani) nessuno troverebbe da ridire. I personaggi Disney rispecchiano pregi e difetti di tutti noi umani: cerchiamo di mantenerli più "universali".
                        « Ultima modifica: Mercoledì 13 Mag 2009, 00:56:59 da alec »

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                          Re: Ambrogio Vergani
                          Risposta #26: Mercoledì 13 Mag 2009, 09:21:31
                          Ma non era ridicolo il fatto di pagare in dollari il conto del droghiere e poi correre a vedere "Lascia o raddoppia" in tv? ::) ::)
                          Col tuo modo di vedere (a mio parere molto limitante) i personaggi disney allora dovresti cestinare anche una buona parte della produzione di pezzin (per dirne solo uno) e poi mi semba anche che stia sbagliando bersaglio, non era certo perego ad inserire "lascia o raddoppia" o il giro d'italia nelle storie

                            Re: Ambrogio Vergani
                            Risposta #27: Mercoledì 13 Mag 2009, 10:24:47
                            Ma poi, tornando a parlare seriamente del disegno, il peggio lo davano alcuni grafici free-lance o passeggeri della redazione, che corollavano le pubblicità all'interno del Topo con immagini di Topolino e Paperino decisamente infantili e raffazzonate (si possono vedere nelle raccolte Top 1949 e 1959). Perego, Vergani, Anzi, Rubino e Bioletto erano sicuramente più esperti di questi qui.
                            Mario Gentilini, i talenti sapeva sceglierli.

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                              Re: Ambrogio Vergani
                              Risposta #28: Mercoledì 13 Mag 2009, 10:26:27
                              Pensate a storie come Paperino al Tour, di Perego e Martina, anche se calata nella realtà italiana, è sublime e per molti aspetti attuale.
                              E comunque, la scuola italiana di fumetto disney è stata la più prolifica e la migliore, ed è nonostante tutto l'ultimo baluardo del fumetto, ammirato da tutti e portato ad esempio di originalità, al contrario dei Danesi che fanno storie sì valide ma che non si discostano dal modello barksiano e gottfredsoniano.

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                                Re: Ambrogio Vergani
                                Risposta #29: Mercoledì 13 Mag 2009, 12:08:23
                                Col tuo modo di vedere (a mio parere molto limitante) i personaggi disney allora dovresti cestinare anche una buona parte della produzione di pezzin (per dirne solo uno) e poi mi semba anche che stia sbagliando bersaglio, non era certo perego ad inserire "lascia o raddoppia" o il giro d'italia nelle storie
                                Esiste una storia di Perego proprio legata a "Lascia o raddoppia": la sceneggiatura era opera del vincitore di un concorso indetto da "Topolino".  Gli anni sono naturalmente i 50, ma il titolo preciso non lo ricordo.

                                 

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