Papersera.net

Oggi stavo leggendo questo volumetto, e, controllando gli autori delle storie sull'INDUCKS, ho scoperto che ben 3 storie su 5 sono di Roberto Renzi: autore misconosciuto di solo 9 storie, ma a cui ho ritenuto doveroso aprire un topic.
Ma non per la sua bravura, al contrario! Le uniche che ho letto sono appunto queste tre, dunque non so come si comporta coi paperi, ma sono alquanto noiose e soprattutto pesanti da leggere... se poi si aggiunge che due sono disegnate da Pierlorenzo de Vita, che a me piace, ma che ha uno stile, almeno in quegli anni, davvero duro da digerire e che da alle storie una atmosfera pesante, potete immaginare quanto siano interessanti.
Inoltre, non capisco come mai, fa parlare Eta Beta normalmente, se non fosse che in una pagina su quattro mette due "p" davanti alla parola, gli da strani poteri come il condurre l'energia elettrica, allungarsi a piacimento, passare per i tubi e soprattutto non gli fa mangiare solo naftalina!
Ed infine, rende Topolino il solito perfetto con Pippo idiota al seguito.
Sia chiaro, so bene che non è bello aprire un topic con una posizione negativa come la mia, perciò spero che qualcuno possa contraddirmi, del resto non ho letto tutte le sue storie.
A voi la parola!

Per quello che di suo ho letto, e cioè 5 su 9, di cui solo una con i paperi, è un autore più che Martinano alla Missaglia o alla Dalmasso, e cioè la parte estremista della scuola italiana. Reinterpreta Eta Beta un po' a modo suo, a mio parere sbagliando, ma inculcando negli italiani che scriveranno in seguito questa visione un po' italiana del personaggio, contribuendone quindi da grande artefice al decadimento.
La migliore (di quelle da me lette) è Paperino e i predoni del deserto, davvero molto dalmassiana nella caratterizzazione dei personaggi.

Ricordo poco e male il Renzi disneyano, e credo che il suo meglio l'abbia dato in coppia con Rebuffi e Manfrin con il mitico "Tiramolla", uno dei migliori fumetti comici italiani d'ogni tempo.

Conosco molto poco di lui cioè 3 su 9 di cui di Eta Beta che mi sono piaciute davvero poco e come diceva Einmug contribuiscono ad un certo snaturamento del personaggio. Invece ho riletto proprio ieri sera (ma avendola letta la prima volta a sei anni) Paperino e i predoni del deserto su GC 272 e diciamo che l'ho trovata una storia niente male, persino carina e interessante come valoro filologico. E' un autore molto verboso che riempie moltissimo le didascalie e spesso pesantuccio. Ciò che ho pensato soprattutto è la grande vicinanza ad una tendenza martiniana di realizzare storie, con violenza, rapporto Paperino-Zio Paperone di schiavitù che come al solito mi ha fatto ribrezzo. Ma immagino che l'influenza di questo autore fosse notevole all'epoca, perciò lascio correre.

E' un autore molto verboso che riempie moltissimo le didascalie e spesso pesantuccio.

Questa è una cosa che mi sono scordato di scrivere, la sua verbosità è simile a quella di Dalmasso di quegli anni.

Ciò che ho pensato soprattutto è la grande vicinanza ad una tendenza martiniana di realizzare storie, con violenza, rapporto Paperino-Zio Paperone di schiavitù che come al solito mi ha fatto ribrezzo. Ma immagino che l'influenza di questo autore fosse notevole all'epoca, perciò lascio correre.

Anche io non amo particolarmente questo tipo di rapporto tra Paperone e Paperino, ma almeno Martina lo aveva creato lui, era qualcosa di suo, e inoltre condiva le storie con fatti interessanti ed espressioni "colte", in fondo non erano altro che siparietti comici in mezzo alla vera storia, Renzi, invece, non faceva altro che copiare questo modello, senza aggiungere niente di proprio.

Anche io non amo particolarmente questo tipo di rapporto tra Paperone e Paperino, ma almeno Martina lo aveva creato lui, era qualcosa di suo, e inoltre condiva le storie con fatti interessanti ed espressioni "colte", in fondo non erano altro che siparietti comici in mezzo alla vera storia, Renzi, invece, non faceva altro che copiare questo modello, senza aggiungere niente di proprio.

Infatti da semplice emulo non ha mai realizzato qualcosa di veramente memorabile, copiando senza giungere da nessuna parte in particolare.