Papersera.net

semplicemente alla mancanza di giovani autori che abbiano interesse nel campo della sceneggiatura o idee veramente valide ???

Direi che il problema è proprio questo.
Senza sceneggiatori, i disegnatori trascorrerebbero il loro tempo in altre faccende affaccendati, non avendo "regie"* da disegnare.
E' quindi evidente che gli editori avrebbero tutto l'interesse di questo mondo a non fermare il meccanismo produttivo assoldando sceneggiatori a decine... se solo ce ne fossero!

Guarda, dopo anni che insegno sceneggiatura (diciamo che mi sono passati per le mani ben più di un centinaio di allievi) mi sono reso conto che i problemi sono fondamentalmente tre:
- le enormi carenze a livello grammaticale (che comprendono, oltre agli errori di ortografia anche la povertà di linguaggio e l'incapacità di sviluppare logicamente e in un buon italiano un discorso)
- la scarsa se non nulla conoscenza della psicologia dei personaggi Disney (un solo esempio: sono solo palle che Paperino sia sfortunato, come comunemente sento dire! Paperino è uno come noi, con alti e bassi che - certo - se paragonato o abbinato a Gastone è iellato forte, ma se preso da solo non ha certo bisogno di cornetti o di toccatine in zona pubica per arrivare salvo a fine giornata)
- l'incapacità di sviluppare con qualche tocco di originalità uno straccio di trama (ciò deriva in primis da un appiattimento culturale: leggere, leggere, leggere! Sempre, ovunque e qualsiasi cosa! Non basta andare al cinema o comperare il best seller che va di moda) per carenza di fantasia, di cultura, di curiosità o di conoscenza dei meccanismi narrativi.

Dopo anni di sforzi, posso contare sulle dita di UNA mano gli allievi che si sono rivelati buoni sceneggiatori (e che quindi sono subito entrati nel meccanismo produttivo). E ciò perché questi pochi sono NATI sceneggiatori, e avevano solo bisogno di scoprirlo e di impossessarsi dei pochi strumenti necessari a questo mestiere.

*regia = la parte di sceneggiatura presente in ogni vignetta che "descrive" al disegnatore la scena, permettendogli così di disegnarla.

Sembrerebbe carino assistere a una tua lezione sul lavoro di sceneggiatore...  

Io però, leggendo il Topo, ho notato una cosa. Ci sono certi sceneggiatori che fanno sepre storie brutte (spesso MOLTO brutte) e che lavorano un casino. Mentre ce ne sono altri, come te p. es., che compaiono molto meno e fanno storie quasi sempre belle. Come si spiega? Che anche nel vostro campo ci sono i raccomandati?
j.

Ciao a tutti!

Credo che Savini abbia perfettamente ragione: E' UN RITMO PAZZESCO. Troppe, troppe storie, e la qualità ne fa le spese. Quindi ritorniamo al solito discorso, se il target di riferimento di Topolino sono i bambini allora è giusto che le storie siano tante e la qualità ci perda, altrimenti bisognerebbe cambiare totalmente sistema e rischiare un compromesso o altro, di modi di rischiare ce ne sarebbero tanti, però non possiamo dimenticare che (già detto e ridetto)  dietro a Topolino e Disney in  generale ci sono grossi interessi econimici. E' dunque meglio mantenere la sicurezza del numero di copie attuali o rischiare? per noi la risposta è scontata, ma mettiti nei panni della redazione

Per quanto riguarda gli sceneggiatori ed il fatto che si accontentano spesso di scrivere storie carine ma non memorabili, credo (forse sto dicendo una cavolata) che il problema economico non sia da sottovalutare; non ho la minima idea di come, ma soprattutto di quanto venga pagato un'autore, ma non mi pare che guadagnino cifre enormi, dunque bisogna pensare anche a questo. Topolino richiede molte storie, gli sceneggiatori devono pur vivere ed ecco che si ritorna al discorso precedente

Ci sono certi sceneggiatori che fanno sepre storie brutte (spesso MOLTO brutte) e che lavorano un casino.Che anche nel vostro campo ci sono i raccomandati?

MMMh...
io credo che qui si entri nei gusti personali!
Quali sceneggiatori secondo te avrebbero sfornato SOLO storie brutte ???

Sì, è senz'altro questione di gusto, non così "personale" però. Cioè, se una storia è davvero bella (o davvero brutta)credo che lo sia per tutti, no? Gli sceneggatori che non mi piacciono li tengo per me perchè non voglio offendere nessuno (io poi non saprei nemmeno fare le storie molto brutte, quindi ...). Posso dirti, Warren, quelli che mi piacciono: così come mi vengono, Savini appunto, Artibani, faraci, Macchetto, Arrighini, Bosco/Valentini, Secchi, Salvagini, Mastantuono e ... basta, credo che siano tutti qui.
j.

Cioè, se una storia è davvero bella (o davvero brutta)credo che lo sia per tutti, no?

Questo è vero (ma non del tutto ;) ), però non si parlava di singole storie, ma di sceneggiatori che scrivono solo e solamente storie brutte...

Sembrerebbe carino assistere a una tua lezione sul lavoro di sceneggiatore...  

E' solo maieutica, di tecnico non c'è molto da dire: le quattro regolette si trovano su qualsiasi manuale di scrittura creativa o di sceneggiatura. Quello che conta è capire i ritmi degli stacchi e, soprattutto, dei dialoghi. Ed è lì che bisogna scrivere, scrivere e ancora scrivere.
Cmq passo da Buster Keaton alla scrittura in versi, dallo scrivere con un brano musicale di sottofondo in loop alle tecniche enigmistiche (facevo io i giochi del Rompk), dall'editing alla grammatica, da Ortolani alla Slapstick anni '20, eccetera.

Insomma, tento di ricollegare i neuroni in disuso.  

Io però, leggendo il Topo, ho notato una cosa. Ci sono certi sceneggiatori che fanno sepre storie brutte (spesso MOLTO brutte) e che lavorano un casino. Mentre ce ne sono altri, come te p. es., che compaiono molto meno e fanno storie quasi sempre belle. Come si spiega? Che anche nel vostro campo ci sono i raccomandati?
j.

Non esiste sceneggiatore che faccia sempre e solo storie brutte. Non lavorerebbe, soprattutto con l'attuale gestione.
Claretta è la prima fan del Topo e se una storia è bella è la prima a lodarti anche telefonandoti al volo (appena letta la copia staffetta), ma se la storia è brutta sta tranquillo che ti fa un c**o così. Certo, ci sono storie più o meno riuscite (vedi post precedenti, lo sceneggiatore è umano), ma la qualità ha in assoluto la  priorità nelle esigenze degli editor della redazione.
Il bello di questo lavoro è proprio che non esistono raccomandati: se non vali qualcosa, non pubblichi.
Tutto lì.
Topolino non può correre il rischio di spu....narsi per fare un favore al figlio dell'amico della sorella della cognata della custode....
C'è una tradizione da rispettare, un profondo rispetto dei lettori e delle aspettative di qualità che il marchio Disney deve soddisfare.

Per quanto riguarda i miei ritmi, be', ho già scritto altrove che sono lento e che preferisco gettare via piuttosto che consegnare qualcosa che non mi soddisfa pienamente. Ma ci sono validissimi sceneggiatori che, beati loro, sono molto più veloci di me e probabilmente anche più bravi.

Infine storie che possono non piacere a un pubblico adulto, magari piacciono ai bambini, la qualità è sempre, solo ed esclusivamente soggettiva.
A me non piace il Trash Metal, preferisco i buoni vecchi Deep Purple, ma non posso affermare che il trash sia solo... da cestinare.
Esiste perché qualcuno lo acquista e non penso che quel qualcuno lo usi solo per tenere la suocera lontana da casa.

;D

E' dunque meglio mantenere la sicurezza del numero di copie attuali o rischiare? per noi la risposta è scontata, ma mettiti nei panni della redazione

Approvo in pieno, ma aggiungo che a Claretta piace sperimentare e quindi rischiare. La prima storia a bivi, per esempio, era stata rifiutata dal direttore precedente.
Arrivata lei sono cominciati gli esperimenti sia a livello di tematiche (vedi per esempio le splendide storie poetiche di Macchetto, soprattutto la prima di Ciccio cammina cammina o l'ultima degli elefanti che volano), sia di personaggi (le Storie della Baia, la ripresa della Storia e Gloria, i cicli di Pezzin), sia strutturali (per esempio le nuove Storie a Bivi, le storie in inglese, le copertine gioco, eccetera). Sono rischi, possono non piacere perché si allontanano dalla tradizione più pura. Ma Claretta è alla costante ricerca del miglioramento e non teme di sperimentare.

Per quanto riguarda gli sceneggiatori ed il fatto che si accontentano spesso di scrivere storie carine ma non memorabili, credo (forse sto dicendo una cavolata) che il problema economico non sia da sottovalutare; non ho la minima idea di come, ma soprattutto di quanto venga pagato un'autore, ma non mi pare che guadagnino cifre enormi, dunque bisogna pensare anche a questo. Topolino richiede molte storie, gli sceneggiatori devono pur vivere ed ecco che si ritorna al discorso precedente

Quoto in pieno. Non avevo affrontato il discorso economico (e non ci tornerò più), ma tutti noi abbiamo famiglia e se non consegnamo non mangiamo.

Posso dirti, Warren, quelli che mi piacciono: così come mi vengono, Savini appunto, Artibani, faraci, Macchetto, Arrighini, Bosco/Valentini, Secchi, Salvagini, Mastantuono e ... basta, credo che siano tutti qui.
j.

aggiungici anche Pezzin e.... De Vita,che,se anche non compare nei crediti,ha di sicuro messo mano alla storie che disegna   :)

Beh, qui parliamo di preferiti (de gustibus ...). Se vuoi aggiungerci pezzin, aggiungilo pure tu  :-)
j.

Sì, è senz'altro questione di gusto, non così "personale" però. Cioè, se una storia è davvero bella (o davvero brutta)credo che lo sia per tutti, no? Gli sceneggatori che non mi piacciono li tengo per me perchè non voglio offendere nessuno (io poi non saprei nemmeno fare le storie molto brutte, quindi ...).

Tu stai citando Rodolfo Cimino, vero?
Se si ti capisco... Cimino e' un grandissimo autore che va capito... bisogna entrare nel suo circolo vizioso e poi non ti molla piu' :)
Leggiti ad esempio le storie di Reginella e quelle degli anni 70. Sicuramente cambierai idea.
:)

Ciao.

Dai, nomi non ne voglio fare. Il Cimino anni 70 poi, per me è un monumento sacro.
j.

prendetemi per ritardato

vi dirò che a me piaceva quella dei cristalli, anzi: aspettavo con impazienza il numero dopo per scoprire con quale trucco i nanerottoli riuscivano ad avere il cristallo, sfruttando le varie debolezze dei charatchers.
quella saghina dei cristalli l' ho vissuta tranquillamente, senza essere accanito sui disegni o sulla trama.
sarà ma io ci sono molto affezzionato a quelle storie ( forse perchè erano le uniche, assieme alle storie della baia, che riuscivano a tirarmi su di morale in un momento non certo bello della mia vita ... ma di questo non voglio parlare...).

Faccio i complimenti ad Alberto.

ciao a tutti, raga
ema