Per non creare un OT nel Giochetto del "chi l'ha detto", continuo qui:
Insisto a non capire che cosa non piaccia in questo autore.
Rispondo secondo la mia opinione:
Dalmasso è un buon sceneggiatore, credo nessuno metta in dubbio la sua abilità di creare
dialoghi complessi e con parole colte, soprattutto nel suo primo periodo (leggere ad esempio il prologo al "Miliardo") oppure la capacità di saper unire insieme trame del tutto differenti con, tutto sommato, abilità (i classici prologhi).
Però, è innegabile che abbia qualche difettuccio: innanzi tutto, la lentezza della narrazione e la pesantezza nella lettura di alcune storie (ad esempio "Paperino e la foresta meravigliosa" o "Eta Beta” e... anf, faccio fatica solo a scriverlo, “il commando marziano"), a causa di tempi morti e a volte di troppe parole complesse nei dialoghi: certo il fatto di inserirle è apprezzabilissimo, però troppe possono "stancare il lettore".
Poi, la psicologia dei personaggi: lui si è chiaramente ispirato a Martina, e non c'è nulla di male, però spesso estremizza ancor di più le psicologie. Vedere "Capodanno e la torta Papera", forse una delle sue peggiori: Topolino si comporta come un professore a cui tutti devono portare rispetto, addirittura si permette di comandare a bacchetta i suoi amici.
Infine, penso che la carriera militare gli abbia impedito di far volare la fantasia, pensando al lato più materialistico e reale che fantasioso, basti pensare all'ormai famoso raccordo di Paperino che raccoglie il medaglione di Reginella.
Poi, come ho scritto anche ad inizio messaggio, è indubbio che alcune abilità le aveva, e d’altronde se è rimasto il supervisore delle sceneggiature per oltre 20 anni, un motivo ci sarà.