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Gian Giacomo Dalmasso

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Papero del Mistero
PolliceSu

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PolliceSu
    Re: Gian Giacomo Dalmasso
    Risposta #30: Venerdì 4 Set 2009, 10:19:37
    Purtroppo io non tengo molte storie,ma devo dire che per alcune cose mi ricorda Martina,anche il Paperone di Dalmasso infatti era un avaro disposto a mettere in pericolo l'incolumità di paperino per salvare i suoi soldi e che per questo faceva sempre un pò la parte del cattivo

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    PolliceSu
      Re: Gian Giacomo Dalmasso
      Risposta #31: Venerdì 4 Set 2009, 10:58:52
      Purtroppo io non tengo molte storie,ma devo dire che per alcune cose mi ricorda Martina,anche il Paperone di Dalmasso infatti era un avaro disposto a mettere in pericolo l'incolumità di paperino per salvare i suoi soldi e che per questo faceva sempre un pò la parte del cattivo
      alludi a questa storia?io credo di sì
      per il resto non conosco bene Dalmasso,ho letto poche sue storie
      poi la tua affermazione mi sembra giusta non del tutto
      in questa storia Paperone avrebbe potuto strappargli con la forza il buono per la gita,ma non lo ha fatto e si è limitato a piagnucolare
      invece nella storia di De Vita Paperone corrisponde al 100% con la tua descrizione.


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        Re: Gian Giacomo Dalmasso
        Risposta #32: Domenica 27 Set 2009, 16:22:45
        Per non creare un OT nel Giochetto del "chi l'ha detto", continuo qui:

        Insisto a non capire che cosa non piaccia in questo autore. :-?
        Rispondo secondo la mia opinione:
        Dalmasso è un buon sceneggiatore, credo nessuno metta in dubbio la sua abilità di creare
        dialoghi complessi e con parole colte, soprattutto nel suo primo periodo (leggere ad esempio il prologo al "Miliardo") oppure la capacità di saper unire insieme trame del tutto differenti con, tutto sommato, abilità (i classici prologhi).
        Però, è innegabile che abbia qualche difettuccio: innanzi tutto, la lentezza della narrazione e la pesantezza nella lettura di alcune storie (ad esempio "Paperino e la foresta meravigliosa" o "Eta Beta” e... anf, faccio fatica solo a scriverlo, “il commando marziano"), a causa di tempi morti e a volte di troppe parole complesse nei dialoghi: certo il fatto di inserirle è apprezzabilissimo, però troppe possono "stancare il lettore".
        Poi, la psicologia dei personaggi: lui si è chiaramente ispirato a Martina, e non c'è nulla di male, però spesso estremizza ancor di più le psicologie. Vedere "Capodanno e la torta Papera", forse una delle sue peggiori: Topolino si comporta come un professore a cui tutti devono portare rispetto, addirittura si permette di comandare a bacchetta i suoi amici.
        Infine, penso che la carriera militare gli abbia impedito di far volare la fantasia, pensando al lato più materialistico e reale che fantasioso, basti pensare all'ormai famoso raccordo di Paperino che raccoglie il medaglione di Reginella.

        Poi, come ho scritto anche ad inizio messaggio, è indubbio che alcune abilità le aveva, e d’altronde se è rimasto il supervisore delle sceneggiature per oltre 20 anni, un motivo ci sarà. :)
        « Ultima modifica: Domenica 27 Set 2009, 16:51:14 da Duck_Fener »

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          Re: Gian Giacomo Dalmasso
          Risposta #33: Lunedì 1 Set 2014, 11:07:53
          Ho chiesto la riapertura della discussione per questo motivo: sto redigendo una lista delle storie italiane con attribuzione incerta (vedi topic omonimo) provando, insieme ad altri utenti, a fare ipotesi di attribuzione.
          I quattro autori che dànno più spesso problemi (ovvero, storie attribuite ad uno potrebbero più facilmente essere di un altro, oppure in mancanza di attribuzione non è facile decidersi per l'uno o per l'altro...) sono Abramo Barosso, Osvaldo Pavese, Michele Gazzarri e, appunto, Giangiacomo Dalmasso. L'idea era di scambiarsi qualche idea sullo stile di quest'ultimo in modo da avere qualche criterio in più.

          Ad esempio:
          • cosa si intende per "incisi sbagliati" di Dalmasso (espressione usata anche da Inducks)? Ho visto l'intervista a Massimo Marconi in cui il bravuomo lamenta la sovrabbondanza di incisi nelle sceneggiature del Colonnello, ma erano anche sbagliati?
          • la cosiddetta "cattiveria" dalmassiana: è corretto osservare un passaggio da un'accensione di toni fra i Paperi "à la Martina" (ma molto personale e spesso gustosa) ad un uso a volte risolutore della violenza fisica, soprattutto da parte di Topolino negli ultimi polizieschi? ("à la Missaglia" se vogliamo, ma a mio parere in maniera più "dura" e meno azzeccata)
          • sempre a questo proposito, si può parlare di affievolimento della vena comica in favore di storie più avventurose, fino ai polizieschi dell'ultima fase?
          Scusate la prolissità, ma la filologia vuole il suo spazio!  ;D

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            Re: Gian Giacomo Dalmasso
            Risposta #34: Lunedì 1 Set 2014, 12:27:57
            Tra i quattro che hai citato, direi che Gian Giacomo Dalmasso è quello che più facilmente si può riconoscere.

            Purtroppo ho poco tempo per risponderti punto per punto, voglio comunque indicare qualche tratto del suo stile che ho identificato nel corso di anni di lettura:

            - Le sue storie spesso sono "pesanti", con pochi avvenimenti e portate per le lunghe grazie ai famosi dialoghi che occupano pagine e pagine, spesso bruttine a mio giudizio (mi spiace dirlo di un autore storico), questo soprattutto negli anni '70 - "Paperino e le pillole d'assalto" è la prima che mi viene in mente;
            - I dialoghi prolissi, colti, quasi letterari, sono specifici dei primi tempi (anni '60), negli anni '70 si snelliscono molto;
            - C'è un insistente proposizione del tema della guerra, di strategie, di battaglie, di schemi, dell'"onore" ("Zio Paperone e la parola al cannone" ad es.), evidentemente l'esperienza militare deve averlo colpito molto;
            - Rapporti tra personaggi crudeli à la Martina, ma meno comici;
            - Una generale tendenza a poca vera comicità, le storie spesso hanno un andamento "serio", "austero", tanto da essere spesso noiose - quelle con Topolino ne sono il perfetto esempio.

            Non un bel quadro, posso dire in effetti che ben poche sue storie mi son piaciute veramente...

            Rileggendo il mio messaggio del 2009 qui sopra, può essere benissimo integrato nel discorso!
            « Ultima modifica: Lunedì 1 Set 2014, 12:31:17 da Duck_Fener »

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              Re: Gian Giacomo Dalmasso
              Risposta #35: Lunedì 1 Set 2014, 12:58:16
              Ti ringrazio! Concordo su tutto. È certamente il Dalmasso del primo periodo, che poi è il migliore e che personalmente apprezzo, a presentare qualche problema, e ciò per due motivi: primo, si attribuiscono a lui storie scritte dai "fratelli Bross" per via del fatto che era supervisore alle sceneggiature e i fratelli avevano da poco cominciato la loro collaborazione; secondo, il suo primo stile ha ancora qualche comicità di tipo puro e ben gestita: due esempi in proposito, che personalmente ho apprezzato molto, sono Paperino e il Ferragosto a ogni costo e Paperino e il doppio doping (se è davvero sua).

               

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