La Disney Italia di oggi lascia fare ad Ambrosio le stesse cose che l'Arnoldo Mondadori Editore lasciava fare agli autori di ieri.
Io non sono mai stato per la continuity nelle storie Disney (una sovrastruttura limitante per questo genere di fumetto), ma le condizioni di lavoro di Ambrosio sono molto diverse.
Tutti gli autori che citi hanno dato una loro versione di un fatto, creando nuovi personaggi e nuovi presupposti (Molly Mc Gold, il diverso Klondyke, ma anche mille parenti di cui non è possibile spiegare la provenienza). Quando ci si trova però a utilizzare personaggi altrui, però, la tendenza è di non contraddire nulla di ciò che già è stato scritto pur inserendoli magari in contesti differenti, come fanno la Doretta Doremì di Scarpa o la Nocciola di Chendi e Bottaro.
Ambrosio prende personaggi già esistenti e li snatura, presentandoli come personaggi nuovi, originali. Forse per carità hai ragione ed è assolutamente la stessa cosa, o forse è addirittura meglio così, per presentare a nuove generazioni di lettori personaggi che loro non hanno conosciuto.
Eppure io non mi sono mai stupito di incontrare il Pirata Orango, la Spia Poeta, Giuseppe Tubi, Eli Squick, Gancio il Dritto, Sfrizzo De' Pippis, gli stessi Paperoidi (che ho conosciuto prima sulle Paperolimpiadi) e altri personaggi che arrivavano a interagire con quel mondo che fino ad allora (per me) non li aveva mai visti in azione e ora li trattava come veri e propri
habitué (perlomeno in quella storia).
Per me era ovvio che questi personaggi avevano avuto già a che fare con i nostri eroi in un'altra storia (o addirittura nel tempo fra una storia e un'altra) e non necessitavo quasi mai di nuove introduzioni (per quanto due vignette di spiegazione non le disdegnassi), ma solo aggiungevo un nuovo "tassello" mentale a quello che è un gigantesco e variegato mosaico.