Notavo qualche giorno fa che nel lotto di storie del duo Milton-Jippes apparse tra la seconda metà dei ’70 e l'inizio anni ’80 che ho avuto occasione di leggere (non molte, in realtà), quelle che mi piacciono di più sono scritte dal solo Milton (Jippes interviene come disegnatore). Sarà un puro caso, ma la riflessione mi ha fatto venire voglia di parlare di un paio di queste storie. Scopro però che non c’è un topic su Milton, quindi quale miglior occasione per aprirne uno. Inizio a pensare che sia il mio sceneggiatore di paperi preferito dopo Barks e Rosa. Diciamo il primo tra i normodotati.
Freddy Milton, classe 1948, è un autore danese che mi pare abbia sempre e solo lavorato per l’editore olandese. In effetti, è da considerarsi come il capostipite della scuola olandese. Barksologo, fondatore e animatore di una celebre fanzine sul
good artist, ha iniziato la sua carriera fumettistica nei primi anni ’70, e quella disneyana nel 1976. Dal 1976 alla metà degli anni ’80 ha sceneggiato e disegnato storie di paperi sul modello delle ten-pagers di Barks, la gran parte per corrispondenza assieme all'amico Daan Jippes. Dalla metà degli anni ’80 ha smesso di scrivere storie di Paperino, per concentrarsi sulla sceneggiatura di altri fumetti che gli permettessero di sviluppare le sue idee con maggiore libertà. Secondo l'analisi che lui stesso fa della sua carriera, e che trovate
qui (in inglese), consciamente o inconsciamente Freddy Milton ha sempre usato i funny animals per raccontare storie distropiche con un qualche contenuto di critica sociale. Cosa che in Donald Duck si può fare se uno ha la mano raffinata, ma sempre entro certi limiti. Comunque Milton è rimasto disegnatore per il Donald Duck olandese fino all’anno scorso, quando ha appeso il pennino al chiodo per andare in pensione.
La prima storia con Jippes, del 1976, inspiegabilmente inedita in Italia (credevo che
Zio Paperone avesse pubblicato tutto del duo Jippes-Milton!), si chiama
Trailer for rent, ed è un piccolo capolavoretto. Forse qui Jippes disegna molto più del danese, perché il tratto è morbido, mentre Milton adottava coi paperi disneyani un segno dilettantistico assai spigoloso. In questa 10-pager Milton gioca a prendere in giro il vocabolario e l'atteggiamento militaristico dei nipotini/giovani marmotte, assegnando palesemente a Donald il suo punto di vista, specie quando gli fa dire « un po’ di
sabotaggio non farà male a quei piccoli soldati!». Nel corso della storia i nipotini si mostreranno misogini e violenti, ma in una maniera simpaticamente infantile. E in ogni caso alla fine sapranno mostrarsi umani. Il vero vincitore della partita è però Donald, che mostrerà loro che la "fibra morale" la si può avere anche senza prove di coraggio alla giovani marmotte, ma con l'amore paterno.
Un altro esempio di storia del duo scritta dal solo Milton e che trovo gradevole è
Paperino e il test del successo (1977). Qui siamo proprio nel barksismo spinto. Questa avrebbe potuto scriverla pari pari lo zio Carl. Non sarebbe passata alla storia come una delle sue migliori, perché non è che Milton abbia granché di genio comico, ma narrativamente parlando siamo da quelle parti lì, sia per tematica (battaglia tra Gastone e Paperino a chi sa far più soldi con una vecchia imbarcazione) sia per la messa in scena (cadenzatissima e ironica).
La mia storia preferita di Milton è una misconosciuta di cui è autore unico, pubblicata in Italia col titolo
Paperino in: c’è trucco e trucco (1983). Storia sfacciatamente snobbata dalla Egmont a giudicare dall’inducks, forse per il suo stile grafico davvero ai limiti del dilettantismo, a metà tra il disegno "finto infantile" e la fanzine alternativa. In questa storia tutti imbrogliano tutti. Paperone sottrae i soldi del gelato ai nipotini per insegnare loro una lezione severa sulla vita. I nipotini, anzicché imparare la lezione di vita, imparano a fregare il prossimo. Paperino, combattuto tra l'istinto di vendetta e il desiderio di fare della beneficenza, ingegna un modo per imbrogliare e mortificare lo zione. Un lupo imbroglione tenta senza riuscirci di fregare Scrooge, ma poi riesce a fregare Donald che ha fregato Scrooge, salvo poi finire stra-fregato dai nipoti. Il tutto in un clima di rapina generale, con i passanti che tentano di fregare Donald. Ma non è una storia di imbroglioni amorali. Tutti hanno un loro motivo tutto sommato legittimo per rubare agli altri, tutti si muovono nel solco dell’ambiguità morale dei nostri tempi. La storia è profonda ma anche leggerissima. L’ironica vignetta finale è un capolavoro.
Milton ha scritto una sola storia più lunga di dieci pagine. Era la sua primissima storia disneyana. La produsse nel 1976, ma non fu accettata. Milton fu autorizzato a pubblicarla sostituendo Donald e nipoti con altri paperi antropomorfi non disneyani. Salvo poi ritrovarsi lo stesso nei guai con i legali della Disney. Nel 1980 fu pubblicata in Olanda la versione disneyana. Ma misteriosamente la storia non fu tradotta in nessun paese fino al 2015 (in Finlandia e Germania). Questo mese è stata pubblicata negli Stati Uniti, su
Donald Duck. Purtroppo quando me ne sono accorto era tardi, lo spacciatore di comics americani più vicino a casa lo aveva già esaurito. Se qualcuno di voi sta seguendo le nuove pubblicazioni della IDW e l’ha letta passi a farci sapere se vale la pena recuperarla.