Qui c'è tanto da ricostruire in termini di cultura disneyana, troppo mi sa.
Disney ha creato l'intrattenimento "ad ampio raggio" come oggi lo conosciamo.
Tanto per cominciare, ebbene sì, l'animazione. Disney la portò allo stato dell'Arte, mediante l'introduzione del sonoro, del colore e infine del lungometraggio.
Non è poco e non la si può ricondurre al "de gustibus", perché è stato attraverso l'animazione che venne finalmente dimostrato che con il disegno era possibile suscitare ben di più delle classiche "quattro risate". Si poteva emozionare, commuovere, spaventare, affascinare il pubblico. Si potevano utilizzare diversi registri e dunque "raccontare". E prima di Biancaneve questo non era ritenuto minimamente possibile.
Questioni di registro a parte, c'è anche quella del target. Disney aveva sempre pensato che targettizzare un prodotto sarebbe stato come limitarlo. Per tutta la sua vita con le sue opere puntò, non ai bambini, ma alle famiglie, creando difatto materiale universale e fruibile su più livelli e inaugurando quindi un "linguaggio" che viene impiegato ancora oggi.
Se oggi negli stessi fumetti troviamo materiale narrativo sostanzioso, che va oltre il puerile, lo dobbiamo alla filosofia artistica di Disney.
Ma ovviamente questa non è che una piccolissima parte del totale. Disney fu un pioniere a 360°. Ridefinì i canoni dell'intrattenimento avventurandosi nel cinema live action, realizzando documentari naturalistici e persino scientifici, affrontando anche lo "spauracchio" della televisione. Poi ci sono i parchi. Disneyland fu il suo punto d'arrivo, il luogo dove questa filosofia trovò compimento. Di progetti così prima del suo non ne erano mai stati realizzati, e fu la prova che aveva ragione lui e che era possibile riuscire a conquistare in un colpo solo persone di ogni età.
E se Disney non fosse morto così presto, avrebbe avuto un ruolo importante anche in altri campi, come l'urbanistica e la scienza. Mi riferisco al futuristico progetto EPCOT, l'ideale città "degli scienziati", su cui lui puntò tutto, pochi mesi prima di morire.
Infine l'eredità. In America c'è una scuola, il CalArts, fondata da Disney. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere un accademia artistica multidisciplinare, in cui i giovani talenti avrebbero potuto influenzarsi tra loro coltivando diverse arti in uno stesso ambiente. Non andò esattamente così, ma oggi quella scuola ha dato i natali artistici ad alcuni dei più importanti animatori, registi e fumettisti di sempre.
Perdonami se una manciata di strisce su un quotidiano mi fanno sorridere di fronte alla portata di tutto questo.
D'altra parte non saprei nemmeno se una tanto scarsa conoscenza di un genio come Disney sia oggi da considerare così strana. Molto, troppo si è perso in un presente nel quale Disney è sinonimo di "messaggi subliminali" o nel migliore dei casi di frasette da Baci Perugina tipo "se puoi sognarlo, puoi farlo".
http://www.ilsollazzo.com/c/disney/percheUn progetto del genere l'ho varato proprio per mettere una toppa a tutto questo, ma temo che lo strappo sia ormai fuori da ogni controllo.