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Rodolfo Cimino

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Claudia8
Sceriffo di Valmitraglia
PolliceSu   (2)

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PolliceSu   (2)
    Re:Rodolfo Cimino
    Risposta #1050: Lunedì 31 Mar 2025, 16:54:34
    La mia prima formazione "storica" sui fumetti è stata con una serie di Classici seconda serie degli anni '70 e '80 trovati a casa di mia nonna. Quei numeri erano pieni di storie di Bottaro, Scarpa, Martina e tutti i grandi Maestri italiani, che sono rimasti nel mio cuore. Tra loro, pure Cimino.
    Ricordo due avventure, "Paperino e l'errore del Paperzucum" e "Zio Paperone e la confisca dei beni", che mi inquietavano e mi divertivano al tempo stesso (avrò avuto al massimo 7 anni). Queste sono forse le ciminiane che mi hanno più colpita da piccola, insieme ad altre lette sparse tra varie testate.

    Poi sono cresciuta e ho iniziato ad acquistare i Grandi Classici in edicola. Lì ho scoperto altre due perle, "Zio Paperone e i guanti di Cagliostro" e "Zio Paperone e lo specchio nero"; quest'ultima è una delle poche storie con messaggio morale educativo non stucchevoli, veramente poetica e significativa.

    Come Scarpa, con le sue storie poliziesche, ha influenzato enormemente la mia passione per i gialli, credo che Cimino abbia contribuito molto a far nascere un gusto poetico in me, prendendo la grande fantasia pre-poetica dei bambini e facendola evolvere in sensibilità poetica vera e propria; gli anni passano ma quella sensibilità rimane.

    Grazie Maestro Cimino :heart:

    P.S. non sarebbe male avere una raccolta completa o quasi di storie di Cimino.

    *

    MarioCX
    Diabolico Vendicatore
    PolliceSu   (1)

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      Re:Rodolfo Cimino
      Risposta #1051: Lunedì 31 Mar 2025, 23:27:17
      ....ho scoperto altre due perle, "Zio Paperone e i guanti di Cagliostro"....

      I guanti di Cagliostro è forse la storia che meglio definisce il genere Ciminiano.
      Il viaggio, l'avventura, l'affetto parentale.
      Non la più bella, ma sicuramente la più esplicativa.
      Comunque splendida.



      P.S. non sarebbe male avere una raccolta completa o quasi di storie di Cimino.

      Già.
      Tagliando via solo le (per fortuna poche) storie disegnate da Giancarlo Gatti e da Pier Lorenzo De Vita.
      ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

      *

      Tuta_
      Evroniano
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      PolliceSu   (3)
        Re:Rodolfo Cimino
        Risposta #1052: Martedì 1 Apr 2025, 21:05:13
        Oltre a un'immensa ammirazione verso il genio e la delicatezza di un vero poeta qual era Rodolfo Cimino, ho un preciso ricordo che mi lega a lui, pur non avendolo mai potuto conoscere di persona.

        La prima storia ciminiana che mi capitò di leggere fu Zio Paperone e il Veliero d'argento, l'ultima che il Maestro ebbe tempo di scrivere su questa terra. Ma io non lo sapevo.

        All'epoca, novello lettore, divoravo le storie saltando a piè pari tutte le pagine di redazionali e ancor più i nomi degli autori: l'importante erano le storie e basta (e il Che aria tira, in questo caso dedicato al Veliero e inusualmente poetico, il che mi lasciò perplesso). Per questo ignoravo l'importanza di quella storia, ma... avevo intuito che qualcosa mi sfuggiva, e non erano solo i paroloni astrusi.
        Difficile a spiegarsi, ma quella storia era diversa dalle altre. Anche il me di 10 anni capì che nelle strane parole di Paperone (ad esempio "Quante volte ho doppiato Capo Horn da ragazzo." Ma in che senso?), in Carliseppe, nell'atmosfera dell'isola... c'era qualche significato più profondo. Qualche metafora forse, che a 10 anni non potevo cogliere ma che magari avrei capito in futuro.
        Perché tale era il talento di Cimino, capace di suggerire qualcosa, un sentimento, una riflessione, anche quando non lo si poteva (ancora) veramente capire.

        Ricordo bene che pensai questo. Mi riproposi di rileggere quella vicenda dopo qualche anno, per provare a capirla.

        Nel frattempo ricevevo montagne di fumetti anche d'epoca da tutti i parenti, che si erano assicurati idee regalo efficaci per anni, e leggevo e leggevo. Iniziai a distinguere alcuni stili di disegno unici e quindi imparare i nomi dei disegnatori (lo ammetto, il primo che imparai a riconoscere era "quello bravo", prima di apprendere che si chiamava Giorgio Cavazzano).
        Poi i nomi degli sceneggiatori, anche se, a differenza dei disegnatori, erano quasi impossibili da riconoscere, se non per la firma a piè di pagina.

        Ce n'era però uno che si distingueva, nei giornalini degli anni passati.
        Non disegnava, dunque non aveva uno stile grafico riconoscibile, eppure già dal titolo nel sommario, quando leggevo cose come "Zio Paperone e il Maxisombrero dei Sombreritos" o "Zio Paperone, il cuore del mondo e la perfetta letizia" si capiva che l'aveva scritta lui. Guardando la quadrupla d'apertura e leggendo i surreali dialoghi, poi, se ne aveva la piena conferma. Questo lo raccontano tutti.
        Nei giornalini di mio fratello, di pochi anni antecedenti i miei, il nome sotto queste storie era sempre "Rodolfo Cimino". In quelli più datati il nome non c'era, ma si riconosceva lo stesso.

        Ma Rodolfo Cimino non era solo i suoi stilemi "esteriori", era un vero cantastorie, capace come nessun altro di farmi volare con la fantasia, di farmi sognare terre immaginifiche, creature incredibili e mezzi di locomozione... quantomeno improbabili.
        Capace di incantarmi con un Paperone irresistibile e umano come nessun altro (Barks lo conoscevo poco).
        Capace di farmi sbellicare, ma anche riflettere. Adesso sì.
        E iniziai a reputarlo il mio sceneggiatore del cuore.

        E dopo qualche anno mi decisi.
        Continuavano ad accumularsi Topolini nuovi, troppi per mettersi a rileggere quelli già letti, ma mi ricordai sempre di quella storia strana che non avevo capito e che volevo riprendere.
        Ora non so che anno fosse. Era passata una manciata di anni, non molti, ma avevo deciso che ero abbastanza grande.

        Di certo avevo già imparato il suo nome, perché ricordo bene cosa pensai.
        "Toh, ma pensa, è scritta da Cimino. Non ci avevo fatto caso. Ed è pure disegnata da Cavazzano".
        Poi la lettura, dalla quale effettivamente ci capii due cosine in più (ma neanche tante. La rilessi comunque più volte in seguito).
        E arrivato a fine lettura, quel redazionale che la prima volta non avevo notato.

        Ci restai veramente male. Lui era stato morto per tutti questi anni ed io, senza saperlo, mi ci ero appassionato. E ironicamente la sua ultima opera, il suo lascito, fu la prima che lessi, senza nemmeno curarmi di chi l'avesse scritta.
        Ero fuori tempo massimo, ma in qualche modo era come se l'avessi conosciuto comunque.

        E alla fine tutti quelli che l'hanno incontrato di persona raccontano che era esattamente la persona che traspare dalle sue storie. Proprio come lo immaginavo io: un nonno ideale, gentile, umile e molto saggio, esattamente come la Nonna Papera dei suoi Racconti, capace di incantare lettori (o ascoltatori) di ogni età, in ogni tempo, con le sue storie dalla trama spesso semplice, ma pregne di sentimento e, lo ripeto, di saggezza.

        Una saggezza che deborda e riesce a toccare anche un bambino di 10 anni che non sa a cogliere la profondità di quelle metafore.
        Una potenza espressiva a stento contenuta nell'estrema delicatezza con cui solo lui sapeva trattare la morte dei marinai compagni di Martin, o i drammi interiori di Reginella...

        E allo stesso modo ancora anni dopo, già ventenne, quando mi capita finalmente di leggere la meravigliosa Il tamburino e i 3 Soldi del Destino, al vedere la vignetta in cui Tom abbraccia la mamma, non riesco a trattenere le lacrime. Piango.
        Una delle rarissime volte in cui mi commuovo veramente per una storia a fumetti.
        Non so perché, non è una scena drammatica, anzi è un lieto fine. Semplicemente la potenza e la delicatezza sono tali da farmi piangere.

        E questo, ancora una volta, prima di leggere il redazionale (adesso non saltato, solo rimandato a fine storia) in cui il disegnatore della storia, Cavazzano, racconta di aver cercato d'infondere su carta la stessa emozione di Cimino, al telefono, che commosso fino alle lacrime gli aveva raccontato di quando la stessa cosa era accaduta a lui e alla sua mamma.

        A trasmettere queste emozioni, a me e a chissà quanti altri prima e ancora in futuro, certo non è soltanto il grande talento del disegnatore, ma qualcosa di più.
        Qualcosa di suo. Di unico e inimitabile.
        Da cercare a Sombrerolandia o più lontano, come su Pacificus. Magari proprio a bordo di un Veliero d'argento.

        *

        Samu
        Dittatore di Saturno
        PolliceSu

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        PolliceSu
          Re:Rodolfo Cimino
          Risposta #1053: Martedì 1 Apr 2025, 21:31:26
          "Il Veliero d'Argento" colpì molto anche me.
          Nel 2012, anno della sua uscita, compravo il Topo solo di tanto in tanto e senza badare alle storie presenti.
          Men che meno davo importanza agli autori dei racconti, mi bastava solo leggere delle belle storie a fumetti.

          Tornando al "Veliero", già la copertina col Paperone con il berretto da marinaio mi ispirava simpatia e dolcezza, così come il Che Aria Tira delicato e sognante di Silvia Ziche del quale percepivo una qualche aura sensibile ma che non potevo collegare a qualcosa di specifico.

          Poi mi immersi nella lettura della storia e... ne restai affascinato.

          Era un racconto potente, significativo, simpatico, dinamico...

          Di quelli che avrei ripreso a leggere più spesso e volentieri.
          Poi, tempo dopo, ripresi in mano quel numero, lessi l'articolo di approfondimento che ne seguiva e realizzai il valore aggiunto di quel racconto.

          Ma per me quella storia era già speciale in sé e credo che non avrebbe potuto esserci miglior commiato di Cimino dai suoi affezionati lettori di Topolino.

          Tutt'oggi mi ricapita di ripensare a quanto quel racconto mi abbia preso e deliziato, intriso di una sensibilità e di un fascino unici che, già nel corso della prima lettura (scevro da qualsiasi informazione esterna alla storia), mi restituivamo una emozione che mi ricordava potentemente la mia storia fondativa delle avventure di Zio Paperone & co, che ho avuto modo di ricordare nel mio commento precedente.

          "Zio Paperone e le Perle Rosse di Capitan Coccus", TL 2336 del Settembre 2000 (il mio anno di nascita).
          Autori: Cimino ai testi e Cavazzano ai disegni.
          E il cerchio si chiude.

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          Fidelfranz
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          PolliceSu   (2)

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          PolliceSu   (2)
            Re:Rodolfo Cimino
            Risposta #1054: Domenica 6 Apr 2025, 17:48:55
            Sempre amato tantissimo Mastro Cimino per originalità, inventiva e freschezza, anche nelle storie diciamo un po' meno perfette. Sì aggiungo che era ed è ancora oggi terapeutico. Leggerlo mi fa perdere venti o trent'anni di mio personale vecchiume. Grazie Mastro Cimino, ovunque tu sia ora.  :heart:

             

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