Auguri al Maestro.
E stavolta l'etichetta è letterale.
Quante cose mi ha insegnato!
Quante idee geniali, quante gag demenziali da antologia, quanto amore per la geografia e la Storia e la scienza.
Dovrei anche odiarlo, perché è anche colpa sua, delle sue invenzioni e previsioni brillanti, se ho finito per distinguere fin troppo bene la fantasia dalla realtà. Col risultato di detestare la seconda e cadere nello sconforto esistenziale. E purtroppo con un certo anticipo sui tempi fisiologici (alle medie ero già depresso).
Invece, nonostante io ami praticamente tutti gli autori, Pezzin è forse colui col quale percepisco maggiori affinità. (A seguire, De Vita e Scarpa, per la cronaca.)
La gran parte delle sue storie vorrei averle fatte io! Eppure non sarei (non sono) proprio in grado di concepire idee come le sue.
Ovviamente, non tutte le sue storie sono capolavori innovativi, epperò anche nelle storie minori ritrovo il suo piglio inimitabile e mi sento "a casa".
Lo ringrazio almeno per tre cose (le altre duecentonovantasette non ve le elenco adesso).
Una è il finale di Zio Paperone e la rivolta dei BOP. Dovrebbe essere il programma elettorale di ogni partito, invece è fantascienza.
La seconda è C'era una volta... In America, e in particolare Topolino e il grande cielo.
Se prima avessi letto la Storia del West di D'Antonio, magari mi avrebbe colpito di meno, chissà... Non ha senso chiederselo.
La terza è Topolino e gli enigmi del tempo. Da bambino ho fatto un sogno e incredibilmente ancora lo ricordo.