In attesa che qualcun'altro si lanci a raccontarci una storia di Rebuffi, visto che c'ho preso gusto, continuo io questa sorta di soliloquio, passando a commentare una storia delle "famigerate" S-Coded" prodotte in Italia: da oltreoceano arrivavano sceneggiature talmente sintetiche (o talmente traballanti, per usare un eufemismo) che spesso i disegnatori cui venivano assegnate si industriavano a farne qualcosa di più vicino agli standard qualitativi di allora.
Rebuffi infatti per "
Topolino e gli adoratori di Panzaal" (
The Case Of The Addled Innkeeper nell'originale) mette mano in maniera decisa alla sceneggiatura, donando all'ennesima storia del filone
Topolino detective dei momenti di comicità tali da sollevarla dall'anonimato delle moltissime storie del genere.
Topolino e Pippo, in vacanza grazie ad un viaggio-premio ed accompagnati rispettivamente da Minni e Clarabella, si scontrano con una setta di adoratori del dio Panzaal (il nome mi ha sempre fatto ridere, peccato che nelle versioni estere - a quanto leggo sull'Inducks - credo si sia perso il riferimento alla "trippa", in originale era addirittura il molto più minaccioso
Haal, lord of the thunder, father of rains!) che si rivelerà invece essere il "solito" Pietro Gambadilegno. Memorabile al proposito la vignetta dove, scoperto l'inganno, i suoi (ex) adoratori esclamano indignati "
Orrore! Panzaal non è Panzaal!".
Impagabili anche le espressioni di Pippo e soprattutto di Minni nella gag in cui l'amico di Topolino dà ragione al complice di Gambadilegno sulle scarse capacità culinarie di Minni.
Un paio di altre curiosità sono l'abbigliamento di Topolino, un po' più moderno, che appare speso in cravatta o - durante il viaggio - con un'inedita camicia nera. Anche Minni e Clarabella indossano addirittura dei pantaloni a zampa di elefante, senza che questo sia in alcun modo funzionale allo svolgimento della trama, ma solo per il gusto grafico di Rebuffi.
Infine nella vignetta quadrupla in ultima pagina c'è Pippo che, requisita la maschera di Panzaal a Gambadilegno, racconta agli ospiti dell'hotel che lui è
Pippal, cugino fraterno di Panzaal, quasi otto anni prima di millantare la stessa parentela con Alf.
Ristampata solo altre due volte oltre all'edizione originale sull'Almanacco, la storia sconta forse il fatto di essere stata realizzata su quattro righe di vignette, e di non avere ad oggi una testata adatta a riproporla al pubblico, dopo quasi 15 anni dall'ultima volta.
- Paolo