Vorrei dire la mia su questo autore curiosamente (ed ingiustamente) poco celebrato, che addirittura a tutt'oggi non ha potuto vedere nemmeno una uscita dedicata esclusivamente a lui (a meno che non venga considerata come tale il numero di Topolino Più con Papermsoca e i lanzichenotti). Sappiamo bene, inoltre, che può vantare la più lunga carriera ininterrotta come autore disneyano, iniziata nel 1953 e forse, ma non sembrano esserci conferme ufficiali, conclusa nel 2016 o 2017, sebbene continuino ad uscire su Topolino delle sue storie. Personalmente considero poco degna di nota la prima parte della sua produzione grafica (dagli anni '50 ai '70) mentre, a partire dagli anni '80, ha luogo la "maturità" del suo tratto con una notevole personalizzazione degli sfondi, arricchimento dei dettagli e maggiore padronanza della rappresentazione dei personaggi, periodo che coincide anche con la sua opera da autore completo. La "sua" Paperopoli (universo con il quale sembra trovarsi più a suo agio, giudicando dalla prevalenza numerica delle sue storie ivi ambientate negli ultimi decenni, rispetto a Topolinia, che pure rappresenta con le stesse caratteristiche) è una città in perenne disordine, assai trascurata e pertanto piena di cartacce, lattine ed altri rifiuti che invadono le sue strade, oltre agli intonaci perennemente scrostati qua e là che lasciano vedere i sottostanti mattoni: un'ambientazione "underground" che è stata portata ai massimi livelli da Massimo Bonfatti per Cattivik e che forse non è stata particolarmente gradita dalla Disney, che potrebbe aver limitato questa sua caratterizzazione delle ambientazioni, nel timore di snaturarle. Per quanto riguarda i soggetti (sviluppati fino a metà anni '90 circa, quando torna a dedicarsi esclusivamente ai disegni per storie scritte da altri) sembrano essere preferite da Chierchini le storie di vita quotidiana (tipicamente, con i bisticci col vicino Anacleto ispirati da quelli con Mr. Jones di Barks) oppure in costume, con una predilezione per le ambientazioni medievali, molto riuscite, od ancora di brevi ma simpatiche vicende in cui si entra a contatto con la fantascienza o con l'occulto. Particolarmente ricordate sono le sue storie "dipinte" realizzate in collaborazione con Moreno Chisté, anche queste forse interrotte dalla Disney per diversi motivi. Purtroppo non è possibile conoscere con certezza diversi aspetti della carriera di questo autore, a causa della possibilità di basarsi solo sulle poche informazioni fornite dalla Disney e sulle rare testimonianze di appassionati con cui è in contatto; una intervista mirata su un volume monografico che mi auguro esca il prima possibile potrebbe soddisfare molte curiosità, nel frattempo chi vuole potrebbe riportare qualche informazione od aneddoto rivelati nelle occasioni in cui Chierchini ha partecipato alle iniziative del Papersera. Per concludere, non considero questo autore un Maestro con la M maiuscola come i noti Scarpa, Carpi, Bottaro, Cavazzano e De Vita ma non per mancanza di talento e potenzialità, bensì perché il suo mi sembra uno stile che, contrariamente a quanto hanno avuto la fortuna di poter fare gli altri autori citati, non è stato spinto al massimo della propria capacità creativa in completa libertà di espressione, e, credo, non per sua scelta. Ritengo si sia trattato davvero di un gran peccato, unitamente agli scarsi riconoscimenti e celebrazioni, specialmente in volumi dedicati, per il lavoro di un artista notevole il cui valore verrà forse riconosciuto solo ancora più in là nel tempo.