Asteriti... il suo gommoso Gambadilegno era un temibile bonaccione, molteplice e capace di recitare nei più intriganti gialli come nelle più brevi commedie cittadine; il suo Pippo era uno svampito intelligente, degno di Murry e di Gottfredson; il suo Orazio, un ragazzone assennato e sbarazzino, che gli ricordava suo zio; e il suo Topolino, che personaggio era il suo Topolino, investigatore, fidanzato, amico... uomo!
Col suo tratto dettagliato e gommoso, spesso cupo per via del tenore delle storie che illustrava, ma limpido, Asteriti da bambino mi ha insegnato i contrasti e mi ha intrattenuto facendosi riconoscere fin da subito. E da grande, leggere le interviste e le informazioni su di lui mi hanno confermato la sua natura di giovanile adulto, la simpatia che il suo stile dolce emanava.
Lo leggerò e rileggerò, sapendo che la sua arte, il suo tratto e i suoi testi, vivrà in noi lettori a lungo dopo di lui: solo questo può forse attenuare la sua mancanza.