Papersera.net

approposito di De Vita che cambia le sceneggiature,sul sito di Gianfranco Goria c'è un esempio per quanto rigurda la storia "Indiana Pipps e il sigillo Vallindo"
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/default.htm

qui si possono vedere tutte le tavole in bianco e nero con gli interventi sulla sceneggiatura:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/disegni/page_01.htm

qui si puo vedere la sceneggiatura a 62 tavole:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/lunga/page_01.htm

qui quella a 46 tavole:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/VALLIN2.htm

uno dei tanti maestri che ancora riescono a dire la loro in fatto di disegni

Massimo De Vita è un top-ten, secondo me. Anzi un top-five.
Lo considero, insieme ad Asteriti, un disegnatore molto "plastico"... quasi gommoso, per la morbidezza e la "sofficità" delle forme. Al tempo stesso però un tratto assai dinamico, che ben si presta a illustrare storie d'azione. I suoi paperi sono esteticamente molto belli, proprio le facce, sempre così intelligenti e argute che rischiano a volte di risultare antipatiche. Ma, nonostante il suo grande talento, è uno degli autori che mi stanca presto, non so perché.
Mi rendo conto solo ora che sto usando tempi verbali sbagliati. Dovrei usare il passato. Conosco bene il De Vita "antico", quello "moderno" poco e nulla... Infatti se il De Vita "antico" cominciava a stancarmi alle ultime tavole, il De Vita "moderno" mi annoia dopo 3 vignette, e non proseguo oltre.

Del Pierlorenzo - insomma il senior - ebbi una sbandata perversa per un paio di settimane, in cui mi affascinava, per il resto del tempo i suoi disegni mi son sempre apparsi sgualciti, che facevan venir voglia di metter mano al ferro dal stiro della mamma per dargli almeno un po' di presentabilità.
Urgevano poi ritocchi da chirurgia estetica per i personaggi umani, esseri tra i più ributtanti mai immortalati sulle pagine di Topolino.  

mi sono accorto solo adesso,che nei suoi primi disegni,riprendeva lo stile di Gotfredson

De Vita ha attraversato tantissime fasi di studio.

Non solo il Gott fu suo riferimento, ma in tante storie anni '60, il suo stile richiama molto Murry, anche se le immagini erano molto statiche.

E qua e là, nei personaggi secondari delle prime storie papere, De Vita ha evidenti echi al limite del barksiano.

Direi che verso la fine degli anni '60 si fa sentire anche l'influenza di Scarpa e Carpi e nelle primissime storie ovviamente quella del padre.

approposito di De Vita che cambia le sceneggiature,sul sito di Gianfranco Goria c'è un esempio per quanto rigurda la storia "Indiana Pipps e il sigillo Vallindo"
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/default.htm

qui si possono vedere tutte le tavole in bianco e nero con gli interventi sulla sceneggiatura:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/disegni/page_01.htm

qui si puo vedere la sceneggiatura a 62 tavole:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/lunga/page_01.htm

qui quella a 46 tavole:
http://www.fumetti.org/goria/vallindo/VALLIN2.htm

Una piccola annotazione sulla tavola dedicata da Goria e De Vita al Tai chi. Lo sceneggiatore parla di "sequenza invertita" da parte di De Vita, ma sbaglia.

Il primo movimento di Indiana, infatti, richiama chiaramente la lunga forma (= insieme coordinato di movimenti e tecniche) nota come "48", ma detto movimento non c'entra affatto con quello della "frusta semplice" illustrato nelle foto che lo sceneggiatore mostra sul suo sito.

Trattasi, infatti, di una sorta di passo in avanti con respinta frontale del nemico: è il cosiddetto il serpente bianco mostra la lingua! Tale movimento si trova a circa 1/3 dall'inizio della forma, composta, come dice il nome, di 48 movimenti, e della durata di sei-sette minuti (fatta abbastanza in velocità, ma senza esagerare: i più "concentrati" possono impiegarne anche dieci-dodici).

Il secondo movimento illustrato da De Vita, invece, mi sembra, dalla posizione dei piedi molto larghi, una fase iniziale (non proprio la primissima) di "il serpente striscia" (mosse simili nel nome, ma diverse nel contenuto), che nella 48 avviene a circa 3/4 della stessa, più o meno 3 e 1/2 - 4 minuti dopo.

Non so quanto la cosa sia voluta dal disegnatore ma, se rispettassimo la sequenza alla lettera, ciò indicherebbe che Topolino e il professore hanno ammirato per vari minuti Indiana prima di commentare: e non posso scartare che la cosa sia voluta!

Firmato: un praticante taiji quan (questa la grafia preferibile) dal settembre 2003...

Visto che è stato aperto un nuovo topic per parlare di Massimo de Vita, io volevo spendere qua due parole per De Vita Sr.

Ecco, incredibilmente (per il fatto che, da piccolo, non sopportavo proprio lo stile di questo disegnatore) Pier Lorenzo non mi dispiace; o meglio ha un suo perchè... certo, a volte è un pochino eccessivo nei tratti e (ma non è colpa sua), nei colori... ma a me piace
non lo metterei nella top ten -e infatti non ce l'ho messo- ma l'ho proprio rivalutato. Voi?

Visto che è stato aperto un nuovo topic per parlare di Massimo de Vita, io volevo spendere qua due parole per De Vita Sr.

Ecco, incredibilmente (per il fatto che, da piccolo, non sopportavo proprio lo stile di questo disegnatore) Pier Lorenzo non mi dispiace; o meglio ha un suo perchè... certo, a volte è un pochino eccessivo nei tratti e (ma non è colpa sua), nei colori... ma a me piace
non lo metterei nella top ten -e infatti non ce l'ho messo- ma l'ho proprio rivalutato. Voi?

Pier Lorenzo non l'ho mai rivalutato perchè non era necessario visto che è sempre stato nel passato uno dei migliori. Ovviamente Massimo lo preferisco.

Ovviamente Massimo lo preferisco.

bè Massimo è senza ombra di dubbio uno dei più grandi disegnatori ( e IMHO sceneggiatori) di Topolino in assoluto.
Di quelli ancora in attività secondo me è il migliore, a pari merito con il grandissimo Cavazzano  

Come descrivere il tratto di Pierlorenzo De Vita? Oltre a non potersi definire esteticamente bello, si caratterizza per: leggi della prospettiva ignorate, edifici sbilenchi che non si capisce come riescano a non crollare, proporzioni non sempre giuste, oggetti che mutano dimensione, forma o disposizione da una vignetta all'altra...

In sintesi: insostituibile in coppia con Fanton 

Non si possono definire meno che belli i suoi disegni per questa storia, esilarante.
I suoi disegni a volte erano sciatti, ma in genere per le sue vignette piuttosto vuote su "Topolino": faceva un lavoro migliore per il formato grande dell'Almanacco.
Per l'ultima sua storia (prima della postuma del 1988) non ha fatto un brutto lavoro, anche se persiste la sua proverbiale distrazione: la stanza d'ingresso di casa Topolino nel giro di 2 pagine cambia completamente arredamento: a ridosso di una parete vi è un mobile da cucina mostrato anche più volte, ma poche vignette dopo vi è al suo posto una nuda parete con un piccolo portaombrelli in basso.