Se ci pensate bene, tutti quelli che avete nominato, hanno fatto chi più chi meno, la storia di Topolino in Italia, e il loro stile ha influenzato moltissimo chi come il sottoscritto è venuto dopo. Ognuno di loro ha sviluppato invece il proprio modo di disegnare in forma quasi del tutto autonoma, senza influenzarsi l'un l'altro (anche perchè ai tempi, ancora più di oggi, i contatti tra disegnatori erano praticamente nulli). A differenza di quanto succede oggi un Chierchini, un Gatti od un Perego non possono essere certo considerati dei "cloni" di qualcuno, anche perchè erano in pochi e la rivista la facevano praticamente da soli ( a parte ovviamente le storie brevi tra la prima e l'ultima, tutte d'"importazione"). Il concetto, magari banale, che voglio esprimere è semplicemente che, nonostante alcuni di loro possono essere considerati dei "mediani" (forse a ragione, visto che il talento non può essere distribuito a tutti in egual misura), almeno hanno avuto il merito di una certa originalità che oggi si è persa (parlo anche del mio lavoro, naturalmente), schiacciata da ritmi produttivi sempre più serrati e soprattutto da un numero di colleghi sempre crescente con cui confrontarsi. Ovviamente faccio riferimento alle testate disneyane (oggi proliferate) e alla logica produttiva che c'è dietro, non certo al mondo del fumetto in generale...