In realtà il punto di vista di Eli è per me perfettamente comprensibile; benché di certo non sia il mio (e infatti pollice su per il "trollone spassosissimo"
).
Mi spiego: si è creato negli anni, almeno in Italia, una sorta di "realismo disneyano", un canone armonico che parte da Barks '50 e prosegue con Scarpa '80-'90, Carpi' 80, Cavazzano '80-90 e De Vita jr '80; non si tratta solo di qualità (Bottaro, Chierchini, Scarpa '50, Cavazzano '70 ne restano esclusi), ma di "aderenza al vero". Direte legittimamente: ma che significa "al vero", se di soggetti fantastici si parla?
Credo che si possa rispondere solo con un certo senso di armonia, di dettaglio, di eleganza (ecco, forze soprattutto eleganza e nitidezza) raggiunto dagli autori citati. Io per esempio preferisco Scarpa '60 a Scarpa '80-'90, ma ammetto sicuramente che l'ultimo Scarpa è tecnicamente su un altro pianeta, più "realistico" in un certo qual senso (magari distorto) di ordine.
Ecco quindi che il discorso non è sempre in merito all'originalità artistica, alla ricerca di soluzioni dinamiche, di regia, etc., ma al senso di "bello naturalistico" (ecco, forse la migliore espressione è questa) regalato dalle proporzioni dei personaggi, dalle loro recitazioni, etc. .
Aggiungiamo poi che Eli ha sempre dichiarato di vedere i personaggi Disney come uomini e otteniamo una onestissima coerenza nel suo punto di vista, che ben rappresenta quel (per certi versi curioso, magari) desiderio di realismo di cui cercavo di dare l'idea sopra.
È un realismo, badate bene, che negli ultimi anni ha trovato un interprete sommo nelle sceneggiature di Casty, tanto per capire di che "realismo" stiamo parlando: precisione nei dettagli narrativi, verosimiglianza negli snodi narrativi (non certo negli
spunti narrativi, chiaro), etc.
Non è strano che il Cavazzano schizzatissimo Anni Settanta gli resti un po' indigesto, che Stefano Intini non lo convinca affatto, e… beh, non parliamo di Lavoradori.
Questione, quindi, di fruizione delle storie, di cosa si ricerca nell'arte disneyana.
Per quanto mi riguarda trovo divino un Luciano Bottaro che mette al servizio del testo comico una schizofrenia grafica da collezione, così come il Cav di cui sopra, mentre ho dei pareri meno entusiasti di altri (benché positivi) su Scarpa e Cav anni '80. Ma per esempio De Vita jr. e Carpi anni Settanta-Ottanta li colloco nell'olimpo disneyano senza riserva alcuna. E così via.
E viceversa, c'è chi cerca nel disegno soprattutto una fonte di stupore, di originalità, dinamismo fisico, e valuta con poco entusiasmo il Cavazzano '90-2000, nel quale io personalmente ritrovo una gestione dei rapporti "personaggi-ambiente" ed "espressione-geometria" che rivela un approccio alla tavola quasi… beethoveniano (per capire cosa intendo, ehm, ci sentiamo un'altra volta...).
Ciò detto, sono altresì contento che Eli abbia apprezzato la Depressione da Inquinamento, che certo esce dalla sua fruizione preferenziale delle avventure Disney ma non gli ha impedito di farsi quattro risate che non so come i detrattori del Fantone riescano a rinnegare con cotanto stoicismo.