Vedo che finalmente è emersa la questione di chi scrivesse i testi italiani dei soggetti di Siegel, che mi affligge da molto tempo. Al di là delle sceneggiature comunque difficilmente confondibili, ciò che mi ha sempre reso un po' antipatiche le sue storie è proprio lo stile del testo, che vorrei proprio sapere di chi è opera. Me lo chiedo perché ho letto molte e varie storie caratterizzate da sceneggiature del tutto simili a quelle delle storie di Siegel per linguaggio ed effetto "straniante" degli avvenimenti, e quasi sempre affidate ai disegni di Guido Scala o Sergio Asteriti. Gli autori accreditati per queste storie, da che mi ricordo, sono, oltre a Siegel: Bruno Mandelli (diverse storie ALLUCINANTI con Pippo e Nocciola), Anne-Marie Dester, Andrea Fanton (mitica resterà in eterno l'incomprensibile T e la galassia delle sfere essenziali), la già citata Maria Luisa Ciceri (il pianeta Rhubarhape è ancora leggibile, benché fuori di melone: Minni e il segno della Sfinge raggiunge livelli di delirio pericolosi).
La somiglianza degli stili di queste storie mi fa sospettare che gli sceneggiatori accreditati fornissero solo il soggetto, poi sviluppato in sceneggiatura da qualcun altro: chi? Lo stile mi ricorda moltissimo quello di alcune delle vecchie storie di Massimo Marconi, tra cui soprattutto ZP e il demone del gioco: salti di scena confusi, trame vagamente oniriche, battute folgoranti e praticamente prive di significato, tra cui:
- Gastone! Ora capisco!
- Gastone! Capisco di più!
- Povero me! Così detective, così sepolto vivo!
- Da bagno a... bagnomaria!
E altre perle del genere, da cui le storie di Siegel non sono immuni, oltre che piene di "Yaaah!", "Yeah!", espressioni tipo "E' grigia per noi!" o "Congelatevi! Tutti!". Ecco, quello che mi piacerebbe per mettere in pace la memoria che ho delle storie di Siegel è sapere chi gli scriveva i testi in italiano.
Perché le storie di Siegel, pur essendo a volte molto belle (La scorribanda nei secoli è terrificante, ma magnifica), mi restano sempre "aliene" a causa del linguaggio utilizzato. Fermo restando che comunque contengono tutte elementi anomali come un inizio fuori dall'usuale (Paperino detective/paparazzo/tassista, Gambadilegno dittatore di una nazione); fantasticherie fiabesche (Topolino a Magiclandia, La voce che venne dal nulla); personaggi usciti dal nulla da una vignetta all'altra, cattivissimi e inarrestabili, violenti e sadici; voltafaccia talmente repentini da non essere quasi assimilabili. Quelle di Siegel sono storie dure, ciniche, spesso pessimistiche, talvolta così estreme da arrivare al punto di non lasciare intravedere speranza per un lieto fine (salvo poi capovolgere tutto in due pagine). Nella mia memoria, poi, spesso l'autore è associato ai disegni di Scala e Asteriti, che contribuiscono all'atmosfera onirica e indefinita delle storie. Per tutti questi motivi non sono mai riuscito a farmelo andare giù liscio, anche se naturalmente capisco che si tratta di un autore con standard fumettistici molto lontani da quelli italiani, e certe sue storie mi sono piaciute molto. Mi resterà sempre la curiosità di sapere, se scriveva i testi e i dialoghi completi, com'era il suo vero stile disneyano in confronto a quello che abbiamo poi letto in italiano.