Condivido tranquillamente, Eli. L'influenza su altri autori non è sicuramente necessaria (Massimo De Vita non ha avuto epigoni, pur essendo un autore straordinario), ma l'imitazione in campo artistico/narrativo è pur sempre un attestato di bravura, credo. La "maestria" sta pure nell'evolvere il proprio stile, nell'innovare, se si è autori completi anche nel trovare nuovi stili narrativi, nell'ideare nuovi personaggi e atmosfere. Ora Cavazzano e De Vita, pur essendo il primo imitatissimo e il secondo per nulla, hanno entrambi avuto un'evoluzione incredibile del segno, divenuto molto personale ed efficace, e innovato parecchio. Così pure Carpi e Bottaro. Altrettanto non si può dire di Scala, Gatto, Chierchini, Asteriti: ognuno ha creato un proprio stile personale molto caratterizzato ma anche limitato, rimasto praticamente costante per decenni e decenni, senza grandi capolavori o innovazioni.
Non vorrei dirlo, ma credo che un criterio molto semplice per comprendere la rilevanza di un dato autore nell'ambito del fumetto Disney possa essere immaginare che quell'autore non sia mai esistito: ecco che comprenderemmo quanto siano stati fondamentali Barks e Gottfredson, cosa perderemmo se prescindessimo da Scarpa, e così via. Ecco perché considero i disegnatori succitati abili artigiani e non grandi artisti; per me il loro lavoro è stato piacevole e consistente, ma da porre su un piano diverso.
Così per comprendere meglio.
Tu parli di stile narrativo e lo stile narrativo è legato al soggetto e non al disegno, oppure, per meglio dire di gran lunga più al soggetto che non al disegno. Chierchini - come Carpi, Cavazzano e De Vita - è un disegnatore e dunque diventa un po' improprio attribuire a lui il merito o il demerito di uno stile narrativo.
Giusto o no?
Forse il tratto grafico chierchiniano è più statico nel tempo rispetto ad altri ma non in assoluto perché se paragono alcuni personaggi ci sono notevoli differenze e comunque, come ho già detto in un intervento precedente, stiamo parlando di personaggi disegnati con grande maestria, quasi, da sempre.
Francamente io non so come siano stati decisi e come vengano decisi gli abbinamenti fra soggettisti e disegnatori nell'ambito della storia del fumetto italiano Disney - e se qualcuno lo sa mi illumini e gliene sarò grato - ma so per certo che Chierchini, alla pari di Carpi, De Vita, Asteriti, Scarpa, Gatto - per rimanere in linea con la sua generazione - ha collaborato con tutti i maggiori soggettisti e dunque, dove sta, semmai c'è, una sua inferiorità?
Se analizzo poi le storie disegnate da Chierchini - rimanendo in campo topoliniano di cui sono più interessato - la funzione di Chierchini negli anni fine 50 inizio 60, è imprescindibile e, anche dopo, almeno fino agli anni 80, con punte sugli anni 90 è assolutamente importante.
Potrei fare un esempio solo che è poi quello che mi sta più a cuore. Se nel 1960, assieme a Missaglia, con
Topolino e il re dei mendicanti - che è una storia che per lungo tempo è stata completamente scordata per motivi non ancora ben chiari e, di conseguenza, sconosciuta ai più, ma che è di immensa importanza oltre ad essere una delle più belle in assoluto - non avesse ripescato dopo 5 anni dal
Doppio segreto, Macchia Nera, riproponendolo in un'evoluzione assolutamente rivoluzionaria rispetto al personaggio originario, non solo Macchia Nera sarebbe ricaduto in un oblio assoluto ma tante delle storie su cui poi si è sviluppato nella sua molteplice personalità non le avremmo potute avere, a finire proprio da quelle di Casty.
Ma, ripeto, questo è solo uno dei tanti esempi, dove la figura di Chierchini è imprescindibile nell'evoluzione del fumetto Disney. Credetemi!